Tutela del Patrimonio

Reperti trafugati tornano in Iraq

 

La Redazione

22/10/2014

Roma - Nella cornice dell’ambasciata irachena in Italia, i Carabinieri del nucleo Tutela Patrimonio Artistico hanno restituito al paese d’origine una tavoletta in terracotta con iscrizioni cuneiformi del 2100 a.c. e quattro rilievi, raffiguranti volti maschili e femminili, datati tra il 300 e il 500 a.c.

I reperti, trafugati in Iraq nel 2003 e rivenduti su internet a prezzi inferiori ai 5mila euro, sono stati sottratti al mercato nero grazie ad un’indagine avviata nel 2004 che ha già condotto al sequestro di numerosi beni, incluse duemila monete romane. “La tutela del patrimonio culturale è un fondamento della nostra Costituzione e noi mettiamo le nostre competenze di eccellenza a servizio del patrimonio mondiale che, siamo convinti, deve essere reso fruibile nei paesi di origine, là dove è stato concepito dall’ingegno umano” ha sottolineato, nel corso della cerimonia, il colonnello Luigi Cortellessa, vice comandante del Tpc.

Predare i siti archeologici e saccheggiare i musei sono pratiche storicamente diffuse soprattutto nelle aree caratterizzate da forte instabilità politica. Ad esempio, secondo quanto riferito dall’ambasciatore iracheno Saywan Barzani, dal 2003 ad oggi “sono circa 14mila i reperti trafugati dall’Iraq e 3500 di questi sono stati recuperati e restituiti al nostro paese”. E l’allarme in questi mesi è ancora più alto dal momento che “lo Stato islamico non solo distrugge i luoghi di culto, ma rivende anche i reperti archeologici per finanziare la sua guerra”. Barzani ha quindi concluso: “Non siamo al corrente di quali circuiti si servano e su quali mercati li vendano, ma sappiamo che utilizzano questi reperti, sottratti in tutte le città storiche dell’Iraq e della Mesopotamia che sono cadute sotto il loro controllo, per sostentarsi”.

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