Viaggio nel capolavoro di Bernini con il Direttore dei Musei Vaticani
San Pietro, lo choc della bellezza

Antonio Paolucci
Francesca Grego e Paolo Mastazza
07/03/2016
Roma - Quattro voci per raccontare le Basiliche Papali a Roma. Quattro grandi esperti di storia dell’arte e di architettura accompagnano lo spettatore in un vero e proprio viaggio attraverso questi luoghi unici della città eterna, cuore della narrazione del film San Pietro e le Basiliche Papali a Roma 3D che esce nelle sale cinematografiche italiane dall’11 al 13 aprile 2016: Antonio Paolucci, Paolo Portoghesi, Claudio Strinati e Micol Forti.
La prima tappa dell’itinerario che ARTE.it ha tracciato in attesa dell’uscita del film in sala è la Basilica di San Pietro. E da altro luogo non avremmo potuto incominciare.
“Per capire che cos’è San Pietro oggi, bisogna mettersi nei panni del fedele o del turista che da qualche parte del mondo cristiano viene a Roma per la prima volta”. Le parole sono quelle di Antonio Paolucci, storico dell’arte allievo di Antonio Longhi, oggi direttore dei Musei Vaticani, già Ministro per i beni culturali e Soprintendente del Polo Museale fiorentino. E’ lui la voce narrante a cui il film San Pietro e le Basiliche Papali a Roma 3D ha affidato il racconto della basilica progettata da Gian Lorenzo Bernini. “La prima cosa che si fa, giunti nella Città Eterna, è visitare piazza San Pietro. È il primo choc, la prima emozione, il primo stupore che tocca il cuore del pellegrino” continua Paolucci.
San Pietro è la più importante piazza della cristianità. Gran parte del suo fascino architettonico è dovuto all’intervento di Bernini (1656-57) che creò il grande ellisse largo 240 metri circondato dallo splendido colonnato a quattro file costituito da 284 colonne e 88 pilastri. Al centro è l’obelisco Vaticano, proveniente da Alessandria d’Egitto, che Caligola pose nel cosiddetto Circo di Nerone (37 a.C.). Le due fontane laterali sono di Carlo Maderno (1613) e Carlo Fontana (1677).
“Ma mettiamoci ancora nei panni del pellegrino o del viaggiatore giunto per la prima volta a Roma - spiega Antonio Paolucci - Vi rendete conto di cos’è l'interno della basilica? Più di ventimila metri quadrati di marmi policromi, di sculture, di sontuosi sepolcri. Ma l’attrazione è soprattutto il Baldacchino di bronzo di Gian Lorenzo Bernini, oltre il quale si scorge la Gloria della Cattedra. Questo è il concetto scenografico, teatrale dell'arte che Bernini ha realizzato”.
San Pietro è la più grande delle quattro basiliche patriarcali della città e il centro del cattolicesimo nel mondo. L’imperatore romano Costantino la fece costruire dopo l’editto di Milano nel 313 dopo Cristo, che liberalizzò il cristianesimo, sul luogo in cui sorgeva il circo di Nerone e la necropoli in cui è sepolto l’apostolo Pietro.
Oggi l’omonima basilica è il frutto di oltre 120 anni di lavori. Iniziata nel 1506 sotto Papa Giulio II la Basilica di San Pietro fu portata a termine nel 1626 con Papa Urbano VIII. In quel lungo periodo molti sono gli architetti e gli artisti che si succedettero seguendone i lavori, Bramante, Raffaello, Antonio da Sangallo il Giovane, Peruzzi, Michelangelo, Giacomo della Porta e Maderno.
“E poi c’è la cupola - conclude Antonio Paolucci - per i cristiani di tutto il mondo San Pietro è la sua piazza, è l’Altare della Confessione, ma è anche e soprattutto la sua cupola. Ecco che cos’è San Pietro, che catena di emozioni e di passioni innesca un luogo come questo”.
La prima tappa dell’itinerario che ARTE.it ha tracciato in attesa dell’uscita del film in sala è la Basilica di San Pietro. E da altro luogo non avremmo potuto incominciare.
“Per capire che cos’è San Pietro oggi, bisogna mettersi nei panni del fedele o del turista che da qualche parte del mondo cristiano viene a Roma per la prima volta”. Le parole sono quelle di Antonio Paolucci, storico dell’arte allievo di Antonio Longhi, oggi direttore dei Musei Vaticani, già Ministro per i beni culturali e Soprintendente del Polo Museale fiorentino. E’ lui la voce narrante a cui il film San Pietro e le Basiliche Papali a Roma 3D ha affidato il racconto della basilica progettata da Gian Lorenzo Bernini. “La prima cosa che si fa, giunti nella Città Eterna, è visitare piazza San Pietro. È il primo choc, la prima emozione, il primo stupore che tocca il cuore del pellegrino” continua Paolucci.

San Pietro è la più importante piazza della cristianità. Gran parte del suo fascino architettonico è dovuto all’intervento di Bernini (1656-57) che creò il grande ellisse largo 240 metri circondato dallo splendido colonnato a quattro file costituito da 284 colonne e 88 pilastri. Al centro è l’obelisco Vaticano, proveniente da Alessandria d’Egitto, che Caligola pose nel cosiddetto Circo di Nerone (37 a.C.). Le due fontane laterali sono di Carlo Maderno (1613) e Carlo Fontana (1677).
“Ma mettiamoci ancora nei panni del pellegrino o del viaggiatore giunto per la prima volta a Roma - spiega Antonio Paolucci - Vi rendete conto di cos’è l'interno della basilica? Più di ventimila metri quadrati di marmi policromi, di sculture, di sontuosi sepolcri. Ma l’attrazione è soprattutto il Baldacchino di bronzo di Gian Lorenzo Bernini, oltre il quale si scorge la Gloria della Cattedra. Questo è il concetto scenografico, teatrale dell'arte che Bernini ha realizzato”.

San Pietro è la più grande delle quattro basiliche patriarcali della città e il centro del cattolicesimo nel mondo. L’imperatore romano Costantino la fece costruire dopo l’editto di Milano nel 313 dopo Cristo, che liberalizzò il cristianesimo, sul luogo in cui sorgeva il circo di Nerone e la necropoli in cui è sepolto l’apostolo Pietro.
Oggi l’omonima basilica è il frutto di oltre 120 anni di lavori. Iniziata nel 1506 sotto Papa Giulio II la Basilica di San Pietro fu portata a termine nel 1626 con Papa Urbano VIII. In quel lungo periodo molti sono gli architetti e gli artisti che si succedettero seguendone i lavori, Bramante, Raffaello, Antonio da Sangallo il Giovane, Peruzzi, Michelangelo, Giacomo della Porta e Maderno.
“E poi c’è la cupola - conclude Antonio Paolucci - per i cristiani di tutto il mondo San Pietro è la sua piazza, è l’Altare della Confessione, ma è anche e soprattutto la sua cupola. Ecco che cos’è San Pietro, che catena di emozioni e di passioni innesca un luogo come questo”.

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