Per la prima volta in Italia dal 26 maggio all’8 ottobre

"Sembra vivo!". La scultura iperrealista fa tappa a Palazzo Bonaparte

Sam Jinks, Untitled (Kneeling Woman), 2015, Silicone, pigmenti, resina, capelli umani 30x72x28 cm, Collezione dell'artista | Image Courtesy: l’artista e Sullivan+Strumpf, Sydney
 

Samantha De Martin

17/05/2023

Roma - C’è la celebre banana di Maurizio Cattelan accanto agli iconici piccioni dell’installazione “Ghosts”, così realistici, nei minimi dettagli, da sembrare vivi. E poi la gigantesca testa d’uomo di Ron Mueck, ma anche opere della scultrice Carole Feuerman, conosciuta per le sue iconiche bagnanti e ballerine, e dello scultore statunitense Duane Hanson.
Oltre 40 mega-installazioni di 29 artisti contemporanei, tra i più celebri a livello internazionale, si apprestano a invadere le sale di Palazzo Bonaparte, nel cuore di Roma.


Sam Jinks, Woman and Child, 2010, Tecnica mista. Edizione di 3 145x40x40 cm, Collezione dell'artista | Image Courtesy: l’artista e Sullivan+Strumpf, Sydne

Dal 26 maggio all’8 ottobre, per la prima volta in Italia, una mostra dedicata alla grande scultura iperrealista internazionale porta nella capitale opere così reali da confondere i visitatori trasportandoli in un mondo al confine tra il vero e il falso.
Un percorso che provoca, interroga e riunisce gli artisti che, più di tanti altri, hanno fatto discutere: cosa ha portato le sculture iperrealiste a generare un cortocircuito nella mente dei visitatori?


Kazu Hiro, Andy Warhol, 2013, Silicone polimerizzato al platino, capelli umani, resina, supporto cromato 213x91x91 cm, Collezione dell'artista | Image Courtesy: l’artista

Di fronte a questi lavori monumentali il pubblico si accorgerà che le figure non sono reali, eppure quella pelle, i capelli, le barbe, le dita suggerirebbero il contrario. I corpi nudi scandalizzano, gli occhi ipnotizzano e quelle dimensioni a volte perfettamente in scala, talvolta sbagliate, confondono. E l'esclamazione sorgerà spontanea: sembra vivo! Ma lo è davvero?
Ideata dall’Institut für Kulturaustausch, Germany, curata da Maximilian Letze in collaborazione con Nicolas Ballario, la mostra è prodotta e organizzata da Arthemisia, impegnata ancora una volta, dopo il successo delle mostre dedicate a Jago e a Leandro Erlich, in progetti nuovi e visionari sulla scena dell’arte contemporanea in Italia. 
Il catalogo è edito da Skira.

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