A Palazzo Roverella dal 23 marzo al 30 giugno

Dalla pittura alla fotografia, l'universo delle giostre secondo i grandi maestri

Luigi Ghirri, Scandiano, 1981©Eredi Luigi Ghirri
 

Samantha De Martin

01/02/2019

Rovigo - In origine era costituita da animali veri, soprattutto cavalli, che, legati a una corda, giravano intorno a un palo liberando i cereali dalla paglia dando vita a un divertimento semplice per i bambini dei contadini.
Poi nel tempo la giostra si trasforma e dagli esercizi cavallereschi medievali e rinascimentali passa a designare i duelli a cavallo. Eppure, rappresentata nella sua struttura semplice seppur tendente alla completezza, con quella circolarità alla base del movimento che allude al tempo più antico precristiano immaginato dagli uomini come tempo circolare che ritorna, non cessa di essere un’allusione al tempo che passa, alla vita che procede, alla certezza delle cose che si ripetono e a un sottile sentimento del destino legato a un movimento continuo e inesorabile.
L’iconografia della giostra è al centro di una mostra che dal 23 marzo al 30 giugno porta a Palazzo Roverella immagini di giostre grandi e piccole, raffigurate in fotografia, in grafica, in pittura, tra giocattoli, carillon, cavalli in legno. Un’ampia selezione di scatti racchiude le opere di oltre sessanta fotografi dall’Ottocento a oggi, dalle immagini ottocentesche di Celestino Degoix e di Arnoux alla Parigi di inizio Novecento di Eugène Atget.

Le fotografie degli anni Quaranta-Sessanta di Henri Cartier Bresson, Robert Doisneau, Eliot Erwitt, Izis, Mario Giacomelli, cedono il posto alle immagini di Bruno Barbey, Gabriele Basilico, Olivo Barbieri, René Burri, Luigi Ghirri, Paolo Gioli, Guido Guidi, Ferdinando Scianna. Non mancano i manifesti di sagre popolari e fiere di paese oltre all’installazione dell’artista contemporanea Stephen Wilks, Donkey Roundabout, e al film di Adriano Sforza Jodi delle giostre, vincitore del David di Donatello 2011.

Proposta dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo insieme al Comune di Rovigo e all’ Accademia dei Concordi, curata da Roberta Valtorta, con la collaborazione di Mario Finazzi per il percorso riservato alla pittura, la mostra vuole suscitare nel pubblico un vero e proprio effetto-giostra. Un dialogo altalenante tra il gioco più genuino che rimanda all’infanzia e la riflessione sul destino e sul tempo che passa.
L'esposizione, che si avvale della collaborazione con il Museo Storico della Giostra e dello Spettacolo Popolare di Bergantino-Rovigo, legge il tema della giostra in chiave soprattutto sociale, affidandosi a grandi fotografi e a grandi artisti che lo hanno declinato nelle loro opere.


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