Dal 29 giugno al 9 gennaio
Cipro e Torino crocevia di civiltà: ai Musei Reali un viaggio tra collezionismo e archeologia
Testina femminile fittile della collezione di Alessandro Palma di Cesnola arrivata al Museo di Antichità con la donazione di Arturo Palma di Cesnola, 200-150 a.C., (Torino, Musei Reali – Museo di Antichità, inv. 89102)
Samantha De Martin
29/06/2021
Torino - Un ponte lungo secoli, impreziosito da rotte e da commerci, lingue e scritture di mercanti e dominatori, corre da Cipro a Torino solcando il Mediterraneo.
C’è un filo sottile che congiunge i Musei Reali, sede della più importante collezione cipriota italiana, alla mitica isola greca che fu culla di Afrodite, laboratorio di multiculturalismo e identità del Mare Nostrum, crocevia fecondo di incontri diversi.
Una mostra internazionale, in corso fino al 9 gennaio nella Sala Chiablese dei Musei Reali, a cura di Luca Bombardieri ed Elisa Panero, dà voce a questa corrispondenza, dipanandosi attorno alla più importante collezione cipriota italiana arricchita da prestiti unici, arrivati per la prima volta in Italia da illustri istituzioni straniere, dal British Museum di Londra al Metropolitan Museum of Art di New York, dal Fitzwilliam Museum di Cambridge al Museo di Cipro a Nicosia.
Askos fittile configurato a forma di anatra, della collezione di Alessandro Palma di Cesnola arrivata al Museo di Antichità con la donazione di Arturo Palma di Cesnola, et. ellenistica (Torino, Musei Reali – Museo di Antichità, inv. 89333)
Il Museo di Antichità dei Musei Reali conta, infatti, oltre mille reperti, frutto di donazioni avvenute a partire dal 1847 sotto il console del Regno di Sardegna Marcello Cerruti, ma soprattutto degli scavi condotti da Luigi Palma di Cesnola, console americano sull’isola. La raccolta torinese - la più antica fuori dall’isola e forse anche la più completa in termini cronologici - incarna l’alter ego della collezione cipriota allestita al Metropolitan Museum of Art di New York dallo stesso Luigi Palma di Cesnola, in veste di primo direttore.
Figurina fittile di donna con arpa triangolare (psalterion). Da Cipro, III-II secolo a.C.; terracotta (Torino, Musei Reali – Museo di Antichità, collezione Alessandro Palma di Cesnola, donazione Arturo Palma di Cesnola, inv. 89121)
“Torino, come Cipro - spiega il curatore Luca Bombardieri - è stata un crocevia di culture diverse. Il racconto di Cipro, quale porto, ponte, laboratorio delle identità culturali del Mediterraneo e dello sviluppo della comune identità europea, è la cornice che racchiude al suo interno una trama, la cultura cipriota. Il racconto della mostra è un percorso di apertura dall’archeologia cosiddetta antiquaria (che tendeva sostanzialmente a staccare l’ioggetto dal suo contesto) alle sfide dell’archeologia scientifica contemporanea, un’archeologia di collaborazione, nata dalla volontà di valorizzare le opere, oltre che dal desiderio di conoscerle”.
Solo negli ultimi decenni, infatti, i recenti studi archeologici hanno permesso di restituire all’isola la sua identità. Tappa fondamentale per la navigazione antica, a partire dall’età del Bronzo, Cipro conferma il suo ruolo cardine nei contatti con l'Oriente, dalla presenza dei Fenici a quella romana, passando attraverso le dominazioni assira, egizia e persiana.
Cipro. Crocevia delle civiltà, allestimento della mostra | Foto: © Daniele Bottalo /DB Studio per Musei Reali di Torino | Courtesy Musei Reali
Un unguentario a forma di dattero, in vetro, della prima età imperiale, una statua votiva in abito assiro, in calcare, datata tra 550–525 a.C., per la prima volta esposta al pubblico, accanto a ceramiche e alabastri, vetri, metalli, lucerne, gioielli scandiscono le sette sezioni della mostra, per tessere un percorso che, partendo dal collezionismo e dalla ricerca erudita ottocentesca a Torino e in Europa, delinea il contesto culturale che ha portato al formarsi della collezione del Museo di Antichità, per ritornare nella capitale sabauda con i più recenti aggiornamenti dell’archeologia scientifica attuale.
I primi stanziamenti preistorici, la formazione delle città-stato, il periodo dei grandi imperi rivivono tra culti, simboli e ritualità. Non poteva mancare un’attenzione particolare rivolta al ruolo della donna in tutte le sue espressioni - madre, sacerdotessa, dea - delineato da statue e dipinti della Galleria Sabauda.
In questo approdo virtuale nell’isola sacra del rame, dell’olio e dei profumi, il visitatore avrà un ruolo attivo grazie alle installazioni multimediali interattive e alle esperienze multisensoriali che stuzzicano udito e olfatto.
Cipro. Crocevia delle civiltà, allestimento della mostra | Foto: © Daniele Bottalo /DB Studio per Musei Reali di Torino | Courtesy Musei Reali
La sezione finale della mostra offre invece uno spaccato su quanto scoperto e messo in luce dalle più recenti missioni italiane a Cipro.
“I musei - spiega la direttrice dei Musei Reali, Enrica Pagella - hanno il compito di scoprire occasioni reali di conoscenza. Le collezioni testimoniano civiltà un tempo lontane e oggi inserite nel melting pot della cultura globale per dare accesso a patrimoni separati dai loro luoghi d’origine in tempi di un’archeologia sperimentale. Con Cipro. Crocevia delle civiltà i Musei Reali compiono un passo determinante nel campo della ricerca e intorno ad un segmento molto significativo delle collezioni di archeologia legate all’eredità dei Savoia. Nonostante i ritardi e le restrizioni dovute all’emergenza sanitaria causata dalla pandemia, la mostra viene ora proposta al pubblico in una configurazione fedele al progetto originario, grazie soprattutto alla disponibilità dei musei e degli enti prestatori, che hanno assicurato una preziosa continuità di collaborazione.”
Il racconto della mostra prosegue in un podcast realizzato dagli studenti della Scuola Holden. Partendo da alcuni dei reperti presenti nell’allestimento e dal dialogo con gli archeologi, i giovani storyteller hanno raccontato in dieci puntate il rapporto tra Cipro e il Piemonte, tra i fratelli Palma di Cesnola e la contemporaneità, attraverso gli occhi e le parole di un Mediterraneo inedito.
Da mercoledì 30 giugno a domenica 9 gennaio 2022, la mostra sarà aperta dal martedì alla domenica dalle 10 alle 19 (ultimo ingresso ore 18).
Cipro. Crocevia delle civiltà, allestimento della mostra | Foto: © Daniele Bottalo /DB Studio per Musei Reali di Torino | Courtesy Musei Reali
Leggi anche:
• Un Caravaggio a Torino: ai Musei Reali la tela di San Giovanni Battista
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Askos fittile configurato a forma di anatra, della collezione di Alessandro Palma di Cesnola arrivata al Museo di Antichità con la donazione di Arturo Palma di Cesnola, et. ellenistica (Torino, Musei Reali – Museo di Antichità, inv. 89333)
Il Museo di Antichità dei Musei Reali conta, infatti, oltre mille reperti, frutto di donazioni avvenute a partire dal 1847 sotto il console del Regno di Sardegna Marcello Cerruti, ma soprattutto degli scavi condotti da Luigi Palma di Cesnola, console americano sull’isola. La raccolta torinese - la più antica fuori dall’isola e forse anche la più completa in termini cronologici - incarna l’alter ego della collezione cipriota allestita al Metropolitan Museum of Art di New York dallo stesso Luigi Palma di Cesnola, in veste di primo direttore.
Figurina fittile di donna con arpa triangolare (psalterion). Da Cipro, III-II secolo a.C.; terracotta (Torino, Musei Reali – Museo di Antichità, collezione Alessandro Palma di Cesnola, donazione Arturo Palma di Cesnola, inv. 89121)
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Solo negli ultimi decenni, infatti, i recenti studi archeologici hanno permesso di restituire all’isola la sua identità. Tappa fondamentale per la navigazione antica, a partire dall’età del Bronzo, Cipro conferma il suo ruolo cardine nei contatti con l'Oriente, dalla presenza dei Fenici a quella romana, passando attraverso le dominazioni assira, egizia e persiana.
Cipro. Crocevia delle civiltà, allestimento della mostra | Foto: © Daniele Bottalo /DB Studio per Musei Reali di Torino | Courtesy Musei Reali
Un unguentario a forma di dattero, in vetro, della prima età imperiale, una statua votiva in abito assiro, in calcare, datata tra 550–525 a.C., per la prima volta esposta al pubblico, accanto a ceramiche e alabastri, vetri, metalli, lucerne, gioielli scandiscono le sette sezioni della mostra, per tessere un percorso che, partendo dal collezionismo e dalla ricerca erudita ottocentesca a Torino e in Europa, delinea il contesto culturale che ha portato al formarsi della collezione del Museo di Antichità, per ritornare nella capitale sabauda con i più recenti aggiornamenti dell’archeologia scientifica attuale.
I primi stanziamenti preistorici, la formazione delle città-stato, il periodo dei grandi imperi rivivono tra culti, simboli e ritualità. Non poteva mancare un’attenzione particolare rivolta al ruolo della donna in tutte le sue espressioni - madre, sacerdotessa, dea - delineato da statue e dipinti della Galleria Sabauda.
In questo approdo virtuale nell’isola sacra del rame, dell’olio e dei profumi, il visitatore avrà un ruolo attivo grazie alle installazioni multimediali interattive e alle esperienze multisensoriali che stuzzicano udito e olfatto.
Cipro. Crocevia delle civiltà, allestimento della mostra | Foto: © Daniele Bottalo /DB Studio per Musei Reali di Torino | Courtesy Musei Reali
La sezione finale della mostra offre invece uno spaccato su quanto scoperto e messo in luce dalle più recenti missioni italiane a Cipro.
“I musei - spiega la direttrice dei Musei Reali, Enrica Pagella - hanno il compito di scoprire occasioni reali di conoscenza. Le collezioni testimoniano civiltà un tempo lontane e oggi inserite nel melting pot della cultura globale per dare accesso a patrimoni separati dai loro luoghi d’origine in tempi di un’archeologia sperimentale. Con Cipro. Crocevia delle civiltà i Musei Reali compiono un passo determinante nel campo della ricerca e intorno ad un segmento molto significativo delle collezioni di archeologia legate all’eredità dei Savoia. Nonostante i ritardi e le restrizioni dovute all’emergenza sanitaria causata dalla pandemia, la mostra viene ora proposta al pubblico in una configurazione fedele al progetto originario, grazie soprattutto alla disponibilità dei musei e degli enti prestatori, che hanno assicurato una preziosa continuità di collaborazione.”
Il racconto della mostra prosegue in un podcast realizzato dagli studenti della Scuola Holden. Partendo da alcuni dei reperti presenti nell’allestimento e dal dialogo con gli archeologi, i giovani storyteller hanno raccontato in dieci puntate il rapporto tra Cipro e il Piemonte, tra i fratelli Palma di Cesnola e la contemporaneità, attraverso gli occhi e le parole di un Mediterraneo inedito.
Da mercoledì 30 giugno a domenica 9 gennaio 2022, la mostra sarà aperta dal martedì alla domenica dalle 10 alle 19 (ultimo ingresso ore 18).
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