Dal 27 gennaio al 1 maggio
Il fascino oscuro della fotografia forense
© Rodolphe A.Reiss, 1925. Collezione dell'Istituto di Polizia Scientifica e di Criminologia di Losanna
Ludovica Sanfelice
26/01/2016
Torino - Come tracce al riscontro col luminol, la storia della fotografia forense si rivela davanti ai nostri occhi attraverso un nucleo di opere che ne abbracciano più di un secolo. Un focus su undici casi-studio, con cui CAMERA - Centro Italiano per la Fotografia presenta a Torino “Sulla scena del crimine. La prova dell’immagine dalla Sindone ai Droni”, esposizione ideata da Diane Dufour che osserva le potenzialità dell’impiego scientifico del mezzo fotografico. Un ramo dell’albero che pur sporgendosi fuori dai perimetri della ricerca artistica sa esercitare su chi osserva un lugubre fascino alimentato dalla Storia.
La linea del percorso si tende quindi tra i due approcci (la fotografia artistica e quella forense sono davvero tanto dissimili?) presentando anche in Italia la “prima mostra senza opere e senza artisti”. Un esercizio sorprendente che a partire dalla schedatura con il sistema Bertillon, il riconoscimento biometrico adottato dalla polizia d’Europa e Stati Uniti e racchiuso nei due scatti di fronte e di profilo, esplora il servizio reso dalla fotografia forense in diversi ambiti legali, storici, sociali; passando dall’originale “fotografia del crimine” stampata nella Sindone e prendendo ad esempio in esame anche le prove fotografiche dei campi di concentramento utilizzate nel processo di Norimberga, o più avanti negli anni le immagini delle fosse comuni in Kurdistan e di un attacco con i droni in Pakistan.
Una conferma di quanto gli studi sulla fotografia abbiano molto da proporre anche in settori estranei all’arte e al fotogiornalismo, ma soprattutto uno spunto per riflettere una volta di più sul rapporto tra scatto e capacità di catturare la realtà e documentare la verità.
Dal 27 gennaio al 1 maggio.
Per approfondimenti:
- Guida d'arte di Torino
- A Torino nasce Camera
- Sulla scena del crimine. La prova dell'immagine dalla sindone ai droni
- Sulla scena del crimine. Galleria immagini
La linea del percorso si tende quindi tra i due approcci (la fotografia artistica e quella forense sono davvero tanto dissimili?) presentando anche in Italia la “prima mostra senza opere e senza artisti”. Un esercizio sorprendente che a partire dalla schedatura con il sistema Bertillon, il riconoscimento biometrico adottato dalla polizia d’Europa e Stati Uniti e racchiuso nei due scatti di fronte e di profilo, esplora il servizio reso dalla fotografia forense in diversi ambiti legali, storici, sociali; passando dall’originale “fotografia del crimine” stampata nella Sindone e prendendo ad esempio in esame anche le prove fotografiche dei campi di concentramento utilizzate nel processo di Norimberga, o più avanti negli anni le immagini delle fosse comuni in Kurdistan e di un attacco con i droni in Pakistan.
Una conferma di quanto gli studi sulla fotografia abbiano molto da proporre anche in settori estranei all’arte e al fotogiornalismo, ma soprattutto uno spunto per riflettere una volta di più sul rapporto tra scatto e capacità di catturare la realtà e documentare la verità.
Dal 27 gennaio al 1 maggio.
Per approfondimenti:
- Guida d'arte di Torino
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- Sulla scena del crimine. La prova dell'immagine dalla sindone ai droni
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