Al Museo Nazionale del Cinema dall'11 ottobre 2023 al 7 aprile 2024
Il surrealismo pop di Tim Burton conquista Torino
Il Mondo di Tim Burton, Museo Nazionale del Cinema di Torino | Foto: © Paolo Mastazza per ARTE.it 2023
Piero Muscarà
11/10/2023
Torino - Tim Burton è un genio a sé. Se è vero che qualche cultore dell'ortodossia formalista lo considera un autore da cartoni animati e non un artista, per molti invece il suo immaginario notturno, nottambulo, orrorifico, fantastico, folle è semplicemente una delle massime espressioni della creatività umana degli ultimi decenni.
Un mito, un oggetto di culto, un regista che è molto più di un regista, un creatore di mondi, di personaggi, di vivide creature, di sceneggiature ai confini del burlesque (anzi del Burtonesque) che sono totalizzanti. Splendide opere d'arte. Massimi esempi di quel concentrato di cultura del mesh-up che chiamiamo Pop Surrealism. E infatti Tim lo capiscono i grandi, lo adorano i bambini. Persino i cagnolini gli scodinzolano felici. Semplice nella sua spontanea, esplosiva creatività.
Il Mondo di Tim Burton, Museo Nazionale del Cinema di Torino | Foto: © Paolo Mastazza per ARTE.it 2023
Del resto Tim è un personaggio che coltiva con folle maniacalità il suo mondo onirico. Basti pensare che quando viene in Italia non manca di salutare quell'altro mistico genio creativo che è Luigi Serafini e di visitare la sua “casa museo”, anzi quel museo incarnato in un palazzo romano, dove si vive tutti giorni quello stesso genere di atmosfera magica che abbiamo respirato oggi in occasione dell’apertura della mostra Il Mondo di Tim Burton al Museo Nazionale del Cinema di Torino.
Ma se la mostra apre oggi 11 ottobre 2023 e promette di trasportare il grande pubblico nell’universo fantastico di Burton fino al 7 aprile 2024.. la Casa del Codex Seraphinianus chissà se riuscirà a restare intatta e integra nella sua perfetta rappresentazione del genius loci che ha abitato con Serafini quei luoghi. Per chi non lo ricordi, qui si parla della incredibile situazione che sta mobilitando tanti amici di Serafini e del Codex.
Ecco pure noi in Italia il Surrealismo Pop ce lo avremmo - anzi Tim Burton se ne abbevera spesso - peccato che se siamo bravissimi a dar spazio ai franchise hollywoodiani come quelli del regista californiano, non siamo altrettanto attenti quando il capolavoro ce lo abbiamo sotto il naso. Il sottosegretario al Ministero della Cultura l’onorevole Vittorio Sgarbi che ha la sensibilità per saperlo, forse riuscirà a ricordare all’Ordine dei Cavalieri di Malta - che un tempo agli artisti in fuga dal mondo reale dava rifugio e protezione e che del Caravaggio si vanta di possedere due meravigliosi dipinti - quanto prezioso è quello scrigno di Luigi Serafini a due passi dal Pantheon e che cose straordinarie si potrebbero fare in quel luogo, altre, dall’ennesima speculazione da bed & breakfast nel centro di Roma. Se non lo capiscono da soli, un viaggio a Torino a vedere la mostra al Museo Nazionale del Cinema potrebbe aiutare assai.
Nella casa studio di Luigi Serafini a Roma | Courtesy Luigi Serafini | Foto: © ARTE.it
Ma dicevamo di Tim Burton. L’esposizione The World of Tim Burton è una mostra itinerante , un successone che sbanca il botteghino dal 2014 in tutto il mondo e che prima dell’arrivo in Italia è già stata a Praga, Tokyo, Osaka, Sao Paulo, Shanghai, Mexico City e in innumerevoli altre sedi internazionali.
Qui a Torino ha trovato nella Mole Antonelliana il luogo perfetto dove esprimersi in tutta la sua potenza. Il colossale spazio torinese ha quel tanto di naturalmente surreale che lo rende impeccabile luogo scenico dove l’esposizione possa dispiegarsi. A partire dall’ingresso da dove si entra nella bocca di una mostruosa creatura per accedere al Paese delle Meraviglie di Tim dove tutto prende i colori, i suoni, il tocco di Burton che letteralmente ha rivestito del suo immaginario gran parte degli ambienti del museo torinese. La mostra si sviluppa ovviamente verso l’alto, in una lunga scalata verso la verità universale del genio creativo di questo Peter Pan nato a Burbank (cittadina californiana dove, forse non a caso, il caso vuole abbia sede la Disney) nel 1958 e che ha conquistato i cuori e le menti dei suoi adepti almeno dai tempi di Edward Mani di Forbice.
Il Mondo di Tim Burton, Museo Nazionale del Cinema di Torino | Foto: © Paolo Mastazza per ARTE.it 2023
La metafora di questa esposizione è naturalmente il più classico dei classici, “il viaggio esclusivo nella mente di un genio creativo”. Ma in verità è una mostra soprattutto molto esaustiva che cerca di dar conto della vastissima, instancabile produzione artistica di Tim Burton. Un creativo in servizio permanente, che bulimico disegna ovunque i suoi appunti visivi, che disegna anche sui fazzolettini di carta al bar o sui sottobicchieri. E quindi la mostra è “enorme” perchè va raccontato anche il ciclopico ego del suo protagonista. È anche divertentissima nella sua enormità: suddivisa in 10 sezioni tematiche, presenta oltre 500 esemplari di opere d'arte originali, dagli esordi fino ai progetti più recenti, passando per schizzi, dipinti, disegni, fotografie, concept art, storyboard, costumi, opere in movimento, maquette, pupazzi, videoclip e installazioni scultoree a grandezza naturale. Questa mostra vuole anche tracciare una sorta di album dei ricordi di Tim Burton - dando un'idea di quali possano essere state le sue fonti di ispirazione, tratteggiando i contorni di quella che si potrebbe definire “l’origine del genio”. Quindi non mancano i riferimenti ai film in televisione, alle animazioni, ai fumetti sui giornali, ai miti e alle favole raccontate ai tempi dell’innocente infanzia del “piccolo mostro” Tim. Quelli che ne sanno qualcosa parlano seriosamente di fumettisti e illustratori classici come Edward Gorey, Charles Addams, Don Martin e Theodore Geisel, di mostri mitologici giapponesi, del cinema espressionista tedesco, del catalogo horror degli Universal Studios e dei maestri della suspense William Castle e Vincent Price. Tanta roba insomma.
A noi che abbiamo un più vago sguardo su questi aspetti e un tema di interesse “artistico” e meno da Comicon, Tim Burton fa molto pensare - come abbiamo evocato sin dal principio di questa nostra visita - a Luigi Serafini, al suo Codex, a quella capacità di sognare ad occhi aperti che va coltivata e alimentata con costante incostanza da chi la voglia perseguire. E ci fa sperare che quella casa museo agli antipodi di Torino, nel cuore antico di Roma, verissima surrealtà serafiniana possa esser presto liberata dai mostri e dalle creature oscure che ne spaventano i giocosi equilibrismi. Per far sì che i poeti e gli angeli, quando passano veloci sopra i cieli della città eterna abbiano un porto sicuro verso cui traguardare dopo aver vagato incessantemente nel mondo dei bruti a cercar fortuna.
Nella casa studio di Luigi Serafini a Roma | Courtesy Luigi Serafini | Foto: © ARTE.it
Per saperne di più:
• Il Mondo di Tim Burton
• Per terra e per mare. Il Codex di Luigi Serafini in mostra in Francia
Un mito, un oggetto di culto, un regista che è molto più di un regista, un creatore di mondi, di personaggi, di vivide creature, di sceneggiature ai confini del burlesque (anzi del Burtonesque) che sono totalizzanti. Splendide opere d'arte. Massimi esempi di quel concentrato di cultura del mesh-up che chiamiamo Pop Surrealism. E infatti Tim lo capiscono i grandi, lo adorano i bambini. Persino i cagnolini gli scodinzolano felici. Semplice nella sua spontanea, esplosiva creatività.
Il Mondo di Tim Burton, Museo Nazionale del Cinema di Torino | Foto: © Paolo Mastazza per ARTE.it 2023
Del resto Tim è un personaggio che coltiva con folle maniacalità il suo mondo onirico. Basti pensare che quando viene in Italia non manca di salutare quell'altro mistico genio creativo che è Luigi Serafini e di visitare la sua “casa museo”, anzi quel museo incarnato in un palazzo romano, dove si vive tutti giorni quello stesso genere di atmosfera magica che abbiamo respirato oggi in occasione dell’apertura della mostra Il Mondo di Tim Burton al Museo Nazionale del Cinema di Torino.
Ma se la mostra apre oggi 11 ottobre 2023 e promette di trasportare il grande pubblico nell’universo fantastico di Burton fino al 7 aprile 2024.. la Casa del Codex Seraphinianus chissà se riuscirà a restare intatta e integra nella sua perfetta rappresentazione del genius loci che ha abitato con Serafini quei luoghi. Per chi non lo ricordi, qui si parla della incredibile situazione che sta mobilitando tanti amici di Serafini e del Codex.
Ecco pure noi in Italia il Surrealismo Pop ce lo avremmo - anzi Tim Burton se ne abbevera spesso - peccato che se siamo bravissimi a dar spazio ai franchise hollywoodiani come quelli del regista californiano, non siamo altrettanto attenti quando il capolavoro ce lo abbiamo sotto il naso. Il sottosegretario al Ministero della Cultura l’onorevole Vittorio Sgarbi che ha la sensibilità per saperlo, forse riuscirà a ricordare all’Ordine dei Cavalieri di Malta - che un tempo agli artisti in fuga dal mondo reale dava rifugio e protezione e che del Caravaggio si vanta di possedere due meravigliosi dipinti - quanto prezioso è quello scrigno di Luigi Serafini a due passi dal Pantheon e che cose straordinarie si potrebbero fare in quel luogo, altre, dall’ennesima speculazione da bed & breakfast nel centro di Roma. Se non lo capiscono da soli, un viaggio a Torino a vedere la mostra al Museo Nazionale del Cinema potrebbe aiutare assai.
Nella casa studio di Luigi Serafini a Roma | Courtesy Luigi Serafini | Foto: © ARTE.it
Ma dicevamo di Tim Burton. L’esposizione The World of Tim Burton è una mostra itinerante , un successone che sbanca il botteghino dal 2014 in tutto il mondo e che prima dell’arrivo in Italia è già stata a Praga, Tokyo, Osaka, Sao Paulo, Shanghai, Mexico City e in innumerevoli altre sedi internazionali.
Qui a Torino ha trovato nella Mole Antonelliana il luogo perfetto dove esprimersi in tutta la sua potenza. Il colossale spazio torinese ha quel tanto di naturalmente surreale che lo rende impeccabile luogo scenico dove l’esposizione possa dispiegarsi. A partire dall’ingresso da dove si entra nella bocca di una mostruosa creatura per accedere al Paese delle Meraviglie di Tim dove tutto prende i colori, i suoni, il tocco di Burton che letteralmente ha rivestito del suo immaginario gran parte degli ambienti del museo torinese. La mostra si sviluppa ovviamente verso l’alto, in una lunga scalata verso la verità universale del genio creativo di questo Peter Pan nato a Burbank (cittadina californiana dove, forse non a caso, il caso vuole abbia sede la Disney) nel 1958 e che ha conquistato i cuori e le menti dei suoi adepti almeno dai tempi di Edward Mani di Forbice.
Il Mondo di Tim Burton, Museo Nazionale del Cinema di Torino | Foto: © Paolo Mastazza per ARTE.it 2023
La metafora di questa esposizione è naturalmente il più classico dei classici, “il viaggio esclusivo nella mente di un genio creativo”. Ma in verità è una mostra soprattutto molto esaustiva che cerca di dar conto della vastissima, instancabile produzione artistica di Tim Burton. Un creativo in servizio permanente, che bulimico disegna ovunque i suoi appunti visivi, che disegna anche sui fazzolettini di carta al bar o sui sottobicchieri. E quindi la mostra è “enorme” perchè va raccontato anche il ciclopico ego del suo protagonista. È anche divertentissima nella sua enormità: suddivisa in 10 sezioni tematiche, presenta oltre 500 esemplari di opere d'arte originali, dagli esordi fino ai progetti più recenti, passando per schizzi, dipinti, disegni, fotografie, concept art, storyboard, costumi, opere in movimento, maquette, pupazzi, videoclip e installazioni scultoree a grandezza naturale. Questa mostra vuole anche tracciare una sorta di album dei ricordi di Tim Burton - dando un'idea di quali possano essere state le sue fonti di ispirazione, tratteggiando i contorni di quella che si potrebbe definire “l’origine del genio”. Quindi non mancano i riferimenti ai film in televisione, alle animazioni, ai fumetti sui giornali, ai miti e alle favole raccontate ai tempi dell’innocente infanzia del “piccolo mostro” Tim. Quelli che ne sanno qualcosa parlano seriosamente di fumettisti e illustratori classici come Edward Gorey, Charles Addams, Don Martin e Theodore Geisel, di mostri mitologici giapponesi, del cinema espressionista tedesco, del catalogo horror degli Universal Studios e dei maestri della suspense William Castle e Vincent Price. Tanta roba insomma.
A noi che abbiamo un più vago sguardo su questi aspetti e un tema di interesse “artistico” e meno da Comicon, Tim Burton fa molto pensare - come abbiamo evocato sin dal principio di questa nostra visita - a Luigi Serafini, al suo Codex, a quella capacità di sognare ad occhi aperti che va coltivata e alimentata con costante incostanza da chi la voglia perseguire. E ci fa sperare che quella casa museo agli antipodi di Torino, nel cuore antico di Roma, verissima surrealtà serafiniana possa esser presto liberata dai mostri e dalle creature oscure che ne spaventano i giocosi equilibrismi. Per far sì che i poeti e gli angeli, quando passano veloci sopra i cieli della città eterna abbiano un porto sicuro verso cui traguardare dopo aver vagato incessantemente nel mondo dei bruti a cercar fortuna.
Nella casa studio di Luigi Serafini a Roma | Courtesy Luigi Serafini | Foto: © ARTE.it
Per saperne di più:
• Il Mondo di Tim Burton
• Per terra e per mare. Il Codex di Luigi Serafini in mostra in Francia
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