Dal 2 novembre al 25 febbraio
"Molti in uno", l'installazione di Pistoletto per il Castello di Rivoli
Michelangelo Pistoletto, QR-Code possession - Autoritratto, 2019-2023. Foto Damiano Andreotti I Courtesy Cittadellarte e Castello di Rivoli Museo d’Arte Contemporanea, Rivoli-Torino
Francesca Grego
02/10/2023
Torino - Mentre Roma si prepara a scoprire l’installazione Terzo Paradiso a Piazza Tevere (in arrivo sabato 7 ottobre) e al Chiostro del Bramante volge al termine la grande mostra che l'ha visto protagonista, Michelangelo Pistoletto è pronto a raccontarsi al pubblico del Castello di Rivoli – Museo d’Arte Contemporanea. Dal 2 novembre al 25 febbraio un nuovo, importante appuntamento renderà omaggio al maestro in occasione del suo novantesimo compleanno. L'installazione Michelangelo Pistoletto. Molti in uno reinventerà l’architettura ortogonale della Manica Lunga trasformandola in un groviglio armonioso e stupefacente, un dispositivo urbano libero e irregolare attraverso il quale raccogliere e rileggere l’intera opera dell’artista in un gigantesco autoritratto concepito come la mappa di un’ideale città del futuro.
“Pistoletto è una delle figure dell’arte contemporanea a livello globale più poliedriche, innovative, creative e aurorali”, afferma Carolyn Christov-Bakargiev, direttore del museo di Rivoli. “Attivo già nella seconda metà del ventesimo secolo, è capace di reimmaginare il mondo nel ventunesimo secolo attraverso la sua ‘formula della creazione’, all’insegna di un nuovo equilibrio trinamico tra naturale e artificiale che egli chiama Terzo Paradiso”.
Pistoletto è tra gli artisti che hanno ridefinito il concetto di arte a partire dalla metà degli anni Sessanta del Novecento attraverso l’Arte povera. Già dalla prima metà degli anni Cinquanta, l’artista si interroga sul concetto di identità personale e intraprende la via dell’autoritratto come espressione emblematica del suo pensiero secondo il quale il soggetto individuale prende vita in relazione agli altri divenendo un soggetto plurale. Dal 1962 realizza quadri specchianti, nei quali chi guarda e il mondo entrano nell’opera. Il superamento delle frontiere della dimensione pittorica ha rappresentato per Pistoletto l’apertura a un paesaggio che si affaccia sull’esistenza.
Michelangelo Pistoletto, La mela reintegrata, 2007-2019. Foto Alessandro Lacirasella I Courtesy Cittadellarte
“Ideata per la Manica Lunga, Molti di uno è una città dell’arte strutturata come architettura percorribile e composta da 29 Uffizi o stanze”, racconta la curatrice Marcella Beccaria: “Disegnati come spazi aperti e collegati tra loro, gli Uffizi includono metaverso, arte, scienza, filosofia, legge, diritto, architettura, comunicazione, politica, ecologia, sorveglianza, sport, matematica, spiritualità, religione, mitologia, formazione, nutrimento, simbologia, cosmologia, design, sepoltura, storia, urbanistica, moda, spazio, scrittura, salute, informatica, natura. I 29 Uffizi espongono la struttura che secondo l’artista è alla base della vita civile e sociale proponendo una vasta rete di interrelazioni e una propositiva condizione dinamica tesa ad abbattere muri e separazioni”.
Una città da vivere insieme, come tutte le opere di Pistoletto, che ogni giorno si attiverà con esiti sempre nuovi grazie alla partecipazione del pubblico e del personale del museo, coinvolto nell'installazione.
Michelangelo Pistoletto, Venere degli stracci, 1967. Fondazione per l’Arte Moderna e Contemporanea CRT, in comodato presso Castello di Rivoli Museo d’Arte Contemporanea, Rivoli-Torino. Foto Paolo Pellion I Courtesy Castello di Rivoli Museo d’Arte Contemporanea, Rivoli-Torino
Leggi anche:
• Sui sentieri infiniti del contemporaneo. Sessant'anni di Pistoletto al Chiostro del Bramante
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Pistoletto è tra gli artisti che hanno ridefinito il concetto di arte a partire dalla metà degli anni Sessanta del Novecento attraverso l’Arte povera. Già dalla prima metà degli anni Cinquanta, l’artista si interroga sul concetto di identità personale e intraprende la via dell’autoritratto come espressione emblematica del suo pensiero secondo il quale il soggetto individuale prende vita in relazione agli altri divenendo un soggetto plurale. Dal 1962 realizza quadri specchianti, nei quali chi guarda e il mondo entrano nell’opera. Il superamento delle frontiere della dimensione pittorica ha rappresentato per Pistoletto l’apertura a un paesaggio che si affaccia sull’esistenza.
Michelangelo Pistoletto, La mela reintegrata, 2007-2019. Foto Alessandro Lacirasella I Courtesy Cittadellarte
“Ideata per la Manica Lunga, Molti di uno è una città dell’arte strutturata come architettura percorribile e composta da 29 Uffizi o stanze”, racconta la curatrice Marcella Beccaria: “Disegnati come spazi aperti e collegati tra loro, gli Uffizi includono metaverso, arte, scienza, filosofia, legge, diritto, architettura, comunicazione, politica, ecologia, sorveglianza, sport, matematica, spiritualità, religione, mitologia, formazione, nutrimento, simbologia, cosmologia, design, sepoltura, storia, urbanistica, moda, spazio, scrittura, salute, informatica, natura. I 29 Uffizi espongono la struttura che secondo l’artista è alla base della vita civile e sociale proponendo una vasta rete di interrelazioni e una propositiva condizione dinamica tesa ad abbattere muri e separazioni”.
Una città da vivere insieme, come tutte le opere di Pistoletto, che ogni giorno si attiverà con esiti sempre nuovi grazie alla partecipazione del pubblico e del personale del museo, coinvolto nell'installazione.
Michelangelo Pistoletto, Venere degli stracci, 1967. Fondazione per l’Arte Moderna e Contemporanea CRT, in comodato presso Castello di Rivoli Museo d’Arte Contemporanea, Rivoli-Torino. Foto Paolo Pellion I Courtesy Castello di Rivoli Museo d’Arte Contemporanea, Rivoli-Torino
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