Dall’8 aprile al 29 agosto al Museo Civico d’Arte Antica

Palazzo Madama come una domus: a Torino una mostra racconta gli ultimi giorni di Pompei

Pegaso e Bellerofonte, I sec. d.C. Affresco Pompei I 8, 8
 

Samantha De Martin

29/03/2022

Torino - Quasi due millenni fa Augusta Taurinorum veniva raggiunta dalla notizia dell’eruzione del Vesuvio.
L'antica città, alla vigilia di quel tragico evento, rivive adesso a Palazzo Madama, tra le sale del Museo Civico d’Arte Antica di Torino, dove dall’8 aprile al 29 agosto la mostra Invito a Pompei, curata dal Parco Archeologico di Pompei e da Palazzo Madama, esorta a compiere un viaggio nel tempo, alla scoperta della vita quotidiana alle pendici del vulcano prima dell’eruzione del 79 d.C.

Il percorso è un “invito” a entrare nelle case di Pompei, a respirarne gli arredi, le atmosfere, gli oggetti usati quotidianamente dai suoi abitanti, attraverso un appassionante viaggio nel mondo pompeiano. La Sala del Senato diventa l’incipit di un itinerario tra gli ambienti più rappresentativi delle lussuose dimore della Pompei del I secolo d.C.


Federico Maldarelli, Ione e Nidia, 1864 Olio su tela Torino, GAM – Galleria Civica d’Arte Moderna e Contemporanea

Varcando il portone di palazzo Madama la visita diventa un’esperienza immersiva a 360 gradi tra gli ultimi respiri della città. Arredi, statue, gioielli, bronzi, vetri e apparati decorativi - in tutto oltre 120 opere - accompagnano il visitatore in un itinerario tra gli spazi domestici, che termina, raggiungendo il suo culmine, di fronte ai drammatici calchi di alcune vittime.

L’affresco con pittura da giardino dalla Casa del Bracciale d’oro, il frammento con maschera teatrale tragica del I sec. d.C. proveniente da Villa Arianna, il pavimento in mosaico con delfino da villa della Pisanella a Boscoreale cedono il posto a medaglioni, affreschi con sileni e scene di caccia, ai marmi dalla Casa degli Amorini dorati, alla statua di Sileno e a quella di satiro dalla domus di Marco Lucrezio a Stabia. Mani votive, applique in bronzo, lucerne e coppe d’argento, dadi da gioco, accanto ad anelli, orecchini, pettini e unguentari straordinariamente conservati ridisegnano la vita quotidiana della Pompei che fu, invitandoci a condividere il milieu domestico e il calore delle abitazioni, tra eleganti monili, profumi ed unguenti.


Parete con pittura da giardino, 25- 50 d.C. Affresco Pompei VI 17, 42 (Casa del Bracciale d’oro)

“Ogni casa - annuncia Gabriel Zuchtriegel, direttore del Parco archeologico di Pompei - racconta la storia personale e intima di una famiglia, dei suoi abitanti, ma è anche microcosmo di una società e di un’epoca, con le loro abitudini espresse attraverso gli oggetti, gli arredi e le architetture. La domus romana, in particolare, aggiunge al racconto la straordinarietà e la bellezza di pitture e mosaici da ammirare”.

La Pompei di oggi non è che lo scheletro della città antica, prosciugata di ogni forma di vita e svuotata dei suoi oggetti d’uso comune. Il percorso illustra anche gli ambienti di una tipica dimora pompeiana: l’atrio - fulcro della domus, che accoglieva l’ospite, e dove spesso era collocato il larario, spazio del culto domestico - il triclinio, ambiente riservato ai banchetti, le camere da letto (cubicula) dove le matrone mettevano in pratica i consigli che nel I sec. d.C. il poeta latino Ovidio dispensava nei suoi manuali di bellezza, i giardini popolati da statue.


Nove dadi da gioco, I sec. d.C. Osso Pompei, Casa di Giulio Polibio

Specchi, trucchi, creme, spatole, cofanetti erano i protagonisti della toeletta e della cura femminili, assieme ai gioielli e alle vesti preziose.
Il plastico di fine Ottocento della Casa del Poeta Tragico, che apre la mostra, stimola l’immaginario, al pari di quello di viaggiatori e artisti del Grand Tour che la scelsero come ambientazione di molte scene romanzesche, come Gli ultimi giorni di Pompei di Edward Bulwer-Lytton, a cui si ispira l’opera di Federico Maldarelli, Ione e Nidia, in prestito dalla Galleria Civica d’Arte Moderna e Contemporanea di Torino, che chiude il percorso espositivo.


Orecchini a canestro in oro e quarzo, I sec. d.C. Oplontis, Villa B

La mostra, organizzata con la Glocal Project Consulting, con il patrocinio del Ministero della cultura, si inserisce nel solco delle grandi iniziative espositive promosse dalla Fondazione Torino Musei.


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