Nella città friulana in vista dell’Aquileia Film Festival (dal 28 al 31 luglio)
Passeggiata alla scoperta di Aquileia: dieci tesori da non perdere
Ciclo di Giove Ammone e Medusa presso il Foro, Area archeologica di Aquileia | Foto: © Gianluca Baronchelli
Samantha De Martin
21/07/2020
Udine - Potenza secolare e silenziosa bellezza. Arrivando ad Aquileia la sensazione immediata - all’ombra del Campanile della Basilica, che sorveglia la pianura friulana con i suoi settantatré metri di altezza - è quella di essere avvolti da uno straniante fascino. Questo "porto d'ingresso per l'Italia", come lo definì lo storico Erodiano, passaggio privilegiato della via dell'ambra, colonia romana fondata nel lontano 181 a.C. come base logistica per consentire l’espansione dell’Impero verso Est, costituisce ancora oggi uno dei maggiori siti archeologici d’Europa.
La raggiungiamo in occasione dell’Aquileia Film Festival, la rassegna di cinema, arte e archeologia, organizzata dalla Fondazione Aquileia in collaborazione con Archeologia Viva e Firenze Archeofilm, pronta ad accogliere esperti e appassionati dal 28 al 31 luglio 2020 (con l'aggiunta di una serata 'extra' il 3 agosto).
Un fotogramma del docu-film Egitto: i templi salvati di Olivier Lemaitre, che sarà proiettato all'Aquileia Film Festival 2020 | Courtesy of Fondazione Aquileia
I giorni sono sufficienti per regalarsi un interessante tour d’arte alla scoperta di questo fiorente crocevia commerciale tra il bacino del Mediterraneo orientale e i paesi transalpini, una passeggiata tra i capolavori di questa strenua sentinella posta da Roma a difesa dei confini orientali, per salvaguardare l'Impero dall'irriverente minaccia dei barbari.
Ecco alcune chicche da non perdere.
• Il più grande pavimento musivo dell’Occidente romano
L’incontro con questo gioiello Patrimonio Unesco non può che cominciare dalla visita alla Basilica dove la vista si perde lungo i 760 metri quadrati di pavimento musivo, il più antico e più grande mosaico cristiano dell’Occidente. Scoperto tra la fine dell’Ottocento e i primi decenni del Novecento, costituisce una delle testimonianze più spettacolari del primitivo impianto di culto, voluto dal vescovo Teodoro all’indomani dell’Editto di Tolleranza del 313 d.C.
Diviso in quattro campate e dominato dall'iscrizione dedicatoria di Teodoro, il mosaico propone, con le sue allegorie e le sue raffigurazioni non sempre facilmente leggibili, un percorso verso la salvezza eterna.
Ma ad attirare lo sguardo è la campata orientale del mosaico teodoriano dell’Aula Sud, occupata dagli episodi della Storia biblica di Giona. Ad affascinare è il contesto marino, popolato da pesci e scene di pesca, che incorniciano i tre momenti principali della saga dell’Antico Testamento. Verso Nord, il profeta è scaraventato in mare da una barca e inghiottito da un mostro marino.
Soria di Giona, Basilica di Aquileia | Foto: © Gianluca Baronchelli
Nelle sue linee essenziali, la struttura della Basilica ripropone l’assetto architettonico voluto dal vescovo (patriarca) Poppone che la consacrò nel 1031.
Fate un salto nella Cripta sottostante l’Altare maggiore della Basilica, con le pareti e il soffitto interamente ricoperti da un grandioso ciclo di affreschi, databile probabilmente alla fine del XII secolo e caratterizzato da Scene della Passione, figure di Santi e dalla Storia dei Santi Ermagora e Fortunato.
• Il Cimitero degli Eroi
Tutta l’area della Basilica costituisce di per sé un percorso di grande interesse, sul quale soffermarsi a lungo per raccogliere testimonianze della Prima Guerra Mondiale, con il primo Cimitero di Guerra italiano sul fronte orientale del Carso.
Accanto alle tombe più semplici, tutte con identica croce in ferro battuto, si individuano alcuni monumenti funerari più elaborati, come la Sepoltura dei Dieci Militi Ignoti, e due gruppi statuari raffiguranti il sacrificio del combattente, quello marmoreo di Edmondo Furlan e quello in bronzo di Ettore Ximenes.
Le ultime vestigia del Medioevo aquileiano sono invece racchiuse nei due nuclei rappresentati dall’area basilicale, dove svettano il maestoso Campanile e le due colonne superstiti del Palazzo Patriarcale. Qui sopravvive anche l’unico residuo della cinta medievale (l’Arco di San Felice), come anche nei quartieri lungo Via Poppone, con la Casa Bertoli, e Via Roma, fino alla Chiesetta delle Vergini lungo il Fiume Natissa.
Colonne del Palazzo dei Patriarchi ad Aquileia | Foto: © Gianluca Baronchelli
• Piazza Capitolo
Piazza Capitolo - una delle due aree nelle quali avrà luogo l’Aquileia Film Festival - era uno dei centri della vita di Aquileia in età medievale. Delimitata dalle imponenti fabbriche della Basilica, del Battistero e del Campanile, occupava il sito dell’antico Palazzo Vescovile e del quadriportico della basilica post teodoriana Nord. La copia della Lupa Capitolina che oggi vediamo fu donata dalla città di Roma nel 1919 in occasione del ventunesimo centenario della fondazione della colonia.
• Piazza Patriarcato
A Sud del complesso basilicale, l’altra cornice che accoglierà quest’anno l’Aquileia Film Festival è l’ampia distesa erbosa di Piazza Patriarcato. Qui avremmo un tempo riconosciuto un edificio pubblico di età romana che doveva fungere da magazzino per le derrate alimentari, destinate anche al rifornimento dell’esercito che presidiava il confine danubiano dell’Impero.
L'unica testimonianza giunta sino a noi del Palazzo Patriarcale è costituita da due alte colonne che si ergono solitarie accanto alla Basilica.
Piazza del Patriarcato ad Aquileia | Foto: © Gianluca Baronchelli
• La Domus e il Palazzo Episcopale
Dall’area della Basilica raggiungiamo la Domus e il Palazzo Episcopale, una struttura di valorizzazione dell’area archeologica realizzata dalla Fondazione Aquileia in Piazza Capitolo , per un vero e proprio viaggio nel ventre della storia cittadina. Camminando lungo una passerella sospesa è possibile ammirare la stratificazione di diversi livelli pavimentali musivi risalenti ad una Domus del I secolo d.C., alla grande aula absidata del IV secolo e al Palazzo eEpistolare del V secolo. Al visitatore è così concesso di sfogliare i vari strati archeologici che dimostrano come l’area, prima in epoca romana e successivamente cristiana, sia cresciuta insistendo su se stessa. Bellissimi i mosaici del pavimento di quella che nel V secolo era la residenza del vescovo di Aquileia; come anche la sala absidata di una domus del IV secolo, scoperta tra il 2009 e il 2010.
Aquileia, Domus e Palazzo Episcopale | Foto: Gianluca Baronchelli | Courtesy of Fondazione Aquileia
• La Domus di Tito Macro
Il ritrovamento di un peso di pietra con tanto di iscrizione conserva probabilmente il nome del proprietario di questa domus, riemersa nel settore centrale dell’area archeologica. L’impianto della Domus di Tito Macro, dell’inizio del I secolo d.C., insisteva su uno spazio centrale scoperto, circondato da un ambulacro mosaicato e dotato di una fontana, che si addossava al lato orientale. Su questo giardino si affacciava l’ambiente principale della casa. Adiacenti alla strada, sono state individuate alcune botteghe. A Ovest, invece, era l’atrio, sorretto da quattro colonne.
• L’antico Porto Fluviale
Lungo cosiddetta “Via Sacra” - la suggestiva passeggiata archeologica che, all’ombra dei cipressi, accompagna il visitatore verso l’area della Basilica - non si può fare a meno di osservare quello che resta dell’antico Porto Fluviale, uno dei esempi meglio conservati di struttura portuale del mondo romano. Sorgeva sull’antico corso del Natisone e Torre, che costeggiava a Est l’antica città e che in questo punto aveva una larghezza di quasi cinquanta metri.
Porto Fluviale, Area archeologica di Aquileia | Foto: © Gianluca Baronchelli
Sorto sopra un impianto più antico, il Porto fluviale fu completamente ristrutturato all’inizio del I secolo d.C., con un nuovo complesso di banchine e un lungo edificio retrostante, che si apriva verso il fiume.
Queste banchine sono ancora oggi visibili assieme agli anelli di ormeggio per le imbarcazioni e ai resti dei magazzini per lo stoccaggio delle merci.
• Il Museo Paleocristiano e lo “spirito innocente”
Il Museo Paleocristiano è un gioiello fondamentale per avere un’idea dell’Aquileia delle origini. Al primo piano riconosciamo la lastra marmorea che segnava la tomba di una bambina, morta verso la metà del IV secolo, definita nell'iscrizione "spirito innocente" e alla quale venne amministrato il battesimo, come si evince dalla suggestiva scena rappresentata.
Lapide con scena di Battesimo presso il Museo Paleocristiano ad Aquileia | Foto: © Gianluca Baronchelli
Sempre al primo piano possiamo ammirare il mosaico dell’Abside della Basilica che si trovava in contrada Ca’ Tullio, detta “della Beligna”, edificata, molto probabilmente, su un tempietto dedicato a Beleno.
Al secondo piano, invece, si trova la lastra posta sul Sepolcro di Restutus, venuto dall'Africa, come recita e ricorda il testo, appositamente per vedere Aquileia, ma morto in seguito ad una malattia. Questa lastra appartiene ad una delle più importanti raccolte di iscrizioni cristiane dell'Italia settentrionale.
Sepolcreto ad Aquileia | Foto: © Gianluca Baronchelli
• Il Sepolcreto
Andiamo a caccia di un percorso meno battuto e raggiungiamo il Sepolcreto, un luogo di grande suggestione grazie anche alla luce notturna che illumina i cinque recinti funerari di epoca romana appartenenti ad altrettante famiglie aquileiesi. Questi recinti vennero utilizzati a partire dal I secolo d.C. fino almeno al IV-V secolo, come testimoniano svariati sarcofagi tardoantichi.
• Il Foro
Visibile anche percorrendo la Via Giulia Augusta, il Foro di Aquileia era il cuore pulsante della vita politica, amministrativa e sociale cittadina, un piazza la cui prima fase si può collocare già nel II secolo a.C.
Solo nella prima metà del I secolo d.C. assunse tuttavia l’aspetto che ancora oggi possiamo scorgere, con i portici che la circondavano su almeno tre lati. A Est e a Ovest, avremmo visto affacciarsi numerose botteghe; a sud, per tutta la larghezza della Piazza, la Basilica Civile.
Colonne e Piazza del Foro di Aquileia | © Gianluca Baronchelli
Leggi anche:
• Aquileia Film Festival pronto al via
• Alla scoperta di Aquileia con Cristiano Tiussi
• 10 cose da fare ad Aquileia e dintorni
Per saperne di più su Aquileia:
• Canale Aquileia su ARTE.it
La raggiungiamo in occasione dell’Aquileia Film Festival, la rassegna di cinema, arte e archeologia, organizzata dalla Fondazione Aquileia in collaborazione con Archeologia Viva e Firenze Archeofilm, pronta ad accogliere esperti e appassionati dal 28 al 31 luglio 2020 (con l'aggiunta di una serata 'extra' il 3 agosto).
Un fotogramma del docu-film Egitto: i templi salvati di Olivier Lemaitre, che sarà proiettato all'Aquileia Film Festival 2020 | Courtesy of Fondazione Aquileia
I giorni sono sufficienti per regalarsi un interessante tour d’arte alla scoperta di questo fiorente crocevia commerciale tra il bacino del Mediterraneo orientale e i paesi transalpini, una passeggiata tra i capolavori di questa strenua sentinella posta da Roma a difesa dei confini orientali, per salvaguardare l'Impero dall'irriverente minaccia dei barbari.
Ecco alcune chicche da non perdere.
• Il più grande pavimento musivo dell’Occidente romano
L’incontro con questo gioiello Patrimonio Unesco non può che cominciare dalla visita alla Basilica dove la vista si perde lungo i 760 metri quadrati di pavimento musivo, il più antico e più grande mosaico cristiano dell’Occidente. Scoperto tra la fine dell’Ottocento e i primi decenni del Novecento, costituisce una delle testimonianze più spettacolari del primitivo impianto di culto, voluto dal vescovo Teodoro all’indomani dell’Editto di Tolleranza del 313 d.C.
Diviso in quattro campate e dominato dall'iscrizione dedicatoria di Teodoro, il mosaico propone, con le sue allegorie e le sue raffigurazioni non sempre facilmente leggibili, un percorso verso la salvezza eterna.
Ma ad attirare lo sguardo è la campata orientale del mosaico teodoriano dell’Aula Sud, occupata dagli episodi della Storia biblica di Giona. Ad affascinare è il contesto marino, popolato da pesci e scene di pesca, che incorniciano i tre momenti principali della saga dell’Antico Testamento. Verso Nord, il profeta è scaraventato in mare da una barca e inghiottito da un mostro marino.
Soria di Giona, Basilica di Aquileia | Foto: © Gianluca Baronchelli
Nelle sue linee essenziali, la struttura della Basilica ripropone l’assetto architettonico voluto dal vescovo (patriarca) Poppone che la consacrò nel 1031.
Fate un salto nella Cripta sottostante l’Altare maggiore della Basilica, con le pareti e il soffitto interamente ricoperti da un grandioso ciclo di affreschi, databile probabilmente alla fine del XII secolo e caratterizzato da Scene della Passione, figure di Santi e dalla Storia dei Santi Ermagora e Fortunato.
• Il Cimitero degli Eroi
Tutta l’area della Basilica costituisce di per sé un percorso di grande interesse, sul quale soffermarsi a lungo per raccogliere testimonianze della Prima Guerra Mondiale, con il primo Cimitero di Guerra italiano sul fronte orientale del Carso.
Accanto alle tombe più semplici, tutte con identica croce in ferro battuto, si individuano alcuni monumenti funerari più elaborati, come la Sepoltura dei Dieci Militi Ignoti, e due gruppi statuari raffiguranti il sacrificio del combattente, quello marmoreo di Edmondo Furlan e quello in bronzo di Ettore Ximenes.
Le ultime vestigia del Medioevo aquileiano sono invece racchiuse nei due nuclei rappresentati dall’area basilicale, dove svettano il maestoso Campanile e le due colonne superstiti del Palazzo Patriarcale. Qui sopravvive anche l’unico residuo della cinta medievale (l’Arco di San Felice), come anche nei quartieri lungo Via Poppone, con la Casa Bertoli, e Via Roma, fino alla Chiesetta delle Vergini lungo il Fiume Natissa.
Colonne del Palazzo dei Patriarchi ad Aquileia | Foto: © Gianluca Baronchelli
• Piazza Capitolo
Piazza Capitolo - una delle due aree nelle quali avrà luogo l’Aquileia Film Festival - era uno dei centri della vita di Aquileia in età medievale. Delimitata dalle imponenti fabbriche della Basilica, del Battistero e del Campanile, occupava il sito dell’antico Palazzo Vescovile e del quadriportico della basilica post teodoriana Nord. La copia della Lupa Capitolina che oggi vediamo fu donata dalla città di Roma nel 1919 in occasione del ventunesimo centenario della fondazione della colonia.
• Piazza Patriarcato
A Sud del complesso basilicale, l’altra cornice che accoglierà quest’anno l’Aquileia Film Festival è l’ampia distesa erbosa di Piazza Patriarcato. Qui avremmo un tempo riconosciuto un edificio pubblico di età romana che doveva fungere da magazzino per le derrate alimentari, destinate anche al rifornimento dell’esercito che presidiava il confine danubiano dell’Impero.
L'unica testimonianza giunta sino a noi del Palazzo Patriarcale è costituita da due alte colonne che si ergono solitarie accanto alla Basilica.
Piazza del Patriarcato ad Aquileia | Foto: © Gianluca Baronchelli
• La Domus e il Palazzo Episcopale
Dall’area della Basilica raggiungiamo la Domus e il Palazzo Episcopale, una struttura di valorizzazione dell’area archeologica realizzata dalla Fondazione Aquileia in Piazza Capitolo , per un vero e proprio viaggio nel ventre della storia cittadina. Camminando lungo una passerella sospesa è possibile ammirare la stratificazione di diversi livelli pavimentali musivi risalenti ad una Domus del I secolo d.C., alla grande aula absidata del IV secolo e al Palazzo eEpistolare del V secolo. Al visitatore è così concesso di sfogliare i vari strati archeologici che dimostrano come l’area, prima in epoca romana e successivamente cristiana, sia cresciuta insistendo su se stessa. Bellissimi i mosaici del pavimento di quella che nel V secolo era la residenza del vescovo di Aquileia; come anche la sala absidata di una domus del IV secolo, scoperta tra il 2009 e il 2010.
Aquileia, Domus e Palazzo Episcopale | Foto: Gianluca Baronchelli | Courtesy of Fondazione Aquileia
• La Domus di Tito Macro
Il ritrovamento di un peso di pietra con tanto di iscrizione conserva probabilmente il nome del proprietario di questa domus, riemersa nel settore centrale dell’area archeologica. L’impianto della Domus di Tito Macro, dell’inizio del I secolo d.C., insisteva su uno spazio centrale scoperto, circondato da un ambulacro mosaicato e dotato di una fontana, che si addossava al lato orientale. Su questo giardino si affacciava l’ambiente principale della casa. Adiacenti alla strada, sono state individuate alcune botteghe. A Ovest, invece, era l’atrio, sorretto da quattro colonne.
• L’antico Porto Fluviale
Lungo cosiddetta “Via Sacra” - la suggestiva passeggiata archeologica che, all’ombra dei cipressi, accompagna il visitatore verso l’area della Basilica - non si può fare a meno di osservare quello che resta dell’antico Porto Fluviale, uno dei esempi meglio conservati di struttura portuale del mondo romano. Sorgeva sull’antico corso del Natisone e Torre, che costeggiava a Est l’antica città e che in questo punto aveva una larghezza di quasi cinquanta metri.
Porto Fluviale, Area archeologica di Aquileia | Foto: © Gianluca Baronchelli
Sorto sopra un impianto più antico, il Porto fluviale fu completamente ristrutturato all’inizio del I secolo d.C., con un nuovo complesso di banchine e un lungo edificio retrostante, che si apriva verso il fiume.
Queste banchine sono ancora oggi visibili assieme agli anelli di ormeggio per le imbarcazioni e ai resti dei magazzini per lo stoccaggio delle merci.
• Il Museo Paleocristiano e lo “spirito innocente”
Il Museo Paleocristiano è un gioiello fondamentale per avere un’idea dell’Aquileia delle origini. Al primo piano riconosciamo la lastra marmorea che segnava la tomba di una bambina, morta verso la metà del IV secolo, definita nell'iscrizione "spirito innocente" e alla quale venne amministrato il battesimo, come si evince dalla suggestiva scena rappresentata.
Lapide con scena di Battesimo presso il Museo Paleocristiano ad Aquileia | Foto: © Gianluca Baronchelli
Sempre al primo piano possiamo ammirare il mosaico dell’Abside della Basilica che si trovava in contrada Ca’ Tullio, detta “della Beligna”, edificata, molto probabilmente, su un tempietto dedicato a Beleno.
Al secondo piano, invece, si trova la lastra posta sul Sepolcro di Restutus, venuto dall'Africa, come recita e ricorda il testo, appositamente per vedere Aquileia, ma morto in seguito ad una malattia. Questa lastra appartiene ad una delle più importanti raccolte di iscrizioni cristiane dell'Italia settentrionale.
Sepolcreto ad Aquileia | Foto: © Gianluca Baronchelli
• Il Sepolcreto
Andiamo a caccia di un percorso meno battuto e raggiungiamo il Sepolcreto, un luogo di grande suggestione grazie anche alla luce notturna che illumina i cinque recinti funerari di epoca romana appartenenti ad altrettante famiglie aquileiesi. Questi recinti vennero utilizzati a partire dal I secolo d.C. fino almeno al IV-V secolo, come testimoniano svariati sarcofagi tardoantichi.
• Il Foro
Visibile anche percorrendo la Via Giulia Augusta, il Foro di Aquileia era il cuore pulsante della vita politica, amministrativa e sociale cittadina, un piazza la cui prima fase si può collocare già nel II secolo a.C.
Solo nella prima metà del I secolo d.C. assunse tuttavia l’aspetto che ancora oggi possiamo scorgere, con i portici che la circondavano su almeno tre lati. A Est e a Ovest, avremmo visto affacciarsi numerose botteghe; a sud, per tutta la larghezza della Piazza, la Basilica Civile.
Colonne e Piazza del Foro di Aquileia | © Gianluca Baronchelli
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• Alla scoperta di Aquileia con Cristiano Tiussi
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