Un film musicale originale in video on demand

Alla scoperta del Ghetto di Venezia con Hershey Felder

Un frame del film "Musical Tales of the Venetian Jewish Ghetto" - courtesy © 2022 Hershey Felder
 

Piero Muscarà

08/04/2023

Venezia - Nel breve lasso di tempo che separa la Pesach ebraica - che quest’anno è stata celebrata il 5 aprile - e la Pasqua cristiana - la cui ricorrenza nel 2023 è caduta quattro giorni dopo domenica 9 aprile - si ritrova anche l’antico e inestinguibile rapporto tra fratelli che è alle origini delle due religioni monoteiste occidentali. Radici comuni e liminari differenze che rendono ancor più speciali questi giorni, vuoi di liberazione o di resurrezione, comunque di primaverile rinascita per il mondo a nord dell'equatore e che ben si esprimono nel primo tra i luoghi della odierna società che vede nel turismo uno dei suoi moderni e consumistici riti di passaggio.

E proprio Venezia - nuova Mecca del globalismo che ha trasformato la Serenissima in un grande museo all’aperto oggi visitato da milioni di turisti mordi e fuggi cultori dei selfie più che delle mostre d’arte, ma anche da raffinate élite intellettuali e culturali che si nascondono tra le ventose calli della città che galleggia - è quel luogo dove val la pena viaggiare ‘con la storia’, trovando nella conoscenza quell’origine del tutto che è la vera essenza dell’idea stessa del ritrovarsi altrove per scoprire se stessi.

Un tema che Hershey Felder conosce bene. Il musicista, drammaturgo, autore e attore canadese che ha incantato e incanta con i suoi one-man show dedicati ai grandi geni della ‘quarta arte’ milioni di spettatori nei teatri americani (e non solo) e che oggi ha scelto l’Italia come sua nuova patria, ce ne offre un ottimo esempio nel suo recente film Musical Tales of the Venetian Jewish Ghetto una produzione visibile on-demand sulla piattaforma Hershey Felder Presents e che mette insieme, in una sorta di diario di viaggio personale ma al tempo stesso spirituale, mistico, musicale e romantico la riscoperta di una di quelle destinazioni che val la pena raccontare ancor oggi, e quindi scoprire, nella affollata laguna veneziana.

Gondole e palazzi naturalmente non mancano ma il racconto di Felder in questo film di 85 minuti è davvero una guida che stupirà il più cinico e smaliziato degli spettatori avvezzi al cinema d’arte. Perché questa è una storia che val la pena davvero conoscere. Non solo per capire come il Ghetto di Venezia ebbe origine nel 1516 ma soprattutto per comprendere l’imprescindibile relazione che un popolo che non poteva vivere altrove (e che a Venezia trovò rifugio e fu uno dei motori più possenti della sua anima mercantile e prodromo di un trionfo che non va solo ricordato per aver vinto i Turchi a Lepanto, ma che tanta arte e cultura diede e continua a dare al mondo intero) ebbe ed ha ancor oggi con questa impossibile città sospesa sulle palafitte. 
Una narrazione venezianissima e al tempo stesso nomade, come ricorda anche il contesto della festa della Shavuot in cui si celebra una di quelle incredibili cene che Hershey Felder mette in tavola per i suoi altrettanto mirabolanti ospiti e dove la musica, suonata da ensemble come quella della Klezmerata Fiorentina o dal violoncellista israeliano Amit Peled, e le storie raccontate e cantate da attrici e scrittrici quali Eleanor Reissa e Tovah Feldshuh evocano memorie, emozioni, ricordi personali e scoperte che superano il reale per approdare sospese nello spazio dell’immaginario e dell’inimmaginabile. Così tragedie e risate, musica e vino, bellezza ed orrore, si mescolano e offrono un ristoro, vero e sincero, all’animo dello spettatore che viene trascinato mirabilmente da Felder in questo incredibile documentario da vedere, ascoltare e godersi in una serata soli o in compagnia assieme ai meravigliosi amici di Hershey e che consente di saperne, capirne qualcosa in più di queste vicende umane, di questa umanità tanto bella e imperfetta. Arte dunque, diversa, magari non figurativa come quella che gli art lovers di ARTE.it sono abituati a frequentare ma certo e comunque imperdibile occasione per scoprire un angolo sconosciuto e così poco raccontato della città più fotografata al mondo.

Il racconto di queste storie del ghetto ebraico di Venezia gode naturalmente anche della presenza di alcune ed eccellenti local guide, primo tra tutti il duo padre-figlio che qui viene portato in scena da Francesco Da Mosto (l’aristocratico veneziano che ha trovato la sua fortuna a Londra con le serie di documentari della BBC “Francesco’s Stories”) e dal brillante e riccioluto pargolo Vittorio, ma anche da due raffinati intellettuali come Shaul Bassi e dal presidente della comunità ebraica veneziana Dario Calimani che insieme agli altri ospiti e con la regia di un Felder molto ispirato portano il racconto a sfiorare con leggerezza ma non poca profondità le vicende di questa comunità a Venezia.

E come ricorda Dario Calimani nel film di Felder “La gente dovrebbe venire a Venezia e al Ghetto non solo come turisti per comprare o vendere - ma dovrebbe venire a capire: perché capire e scambiare idee e cultura è l'unico modo per vivere in pace”.

Musical Tales of the Venetian Jewish Ghetto
Un film scritto e diretto da Hershey Felder con Tovah Feldshuh, Eleanor Reissa, Amit Peled, Paola Vojnovic, Francesco Da Mosto, Vittorio Da Mosto, Dario Caimani, David Landau, Shaul Bassi, Igor Polesitsky, Riccardo Crocilla, Francesco Furlanich, Riccardo Donati, Jack Markell, Carla Markell.

In esclusiva sulla piattaforma Hershey Felder Presents.

Per maggiori informazioni sul Ghetto di Venezia:
Il sito ufficiale - https://www.ghettovenezia.com