La ricerca orientata verso esempi positivi

I nuovi orizzonti della Biennale di Venezia 2016

Biennale di Venezia 2016
 

Ludovica Sanfelice

23/02/2016

Venezia - "In un viaggio attraverso l’America del Sud, Bruce Chatwin incontrò una signora anziana che attraversava il deserto portando una scala di alluminio in spalla. Era l’archeologa tedesca Maria Reiche che studiava le linee Nazca. Viste in piedi sul terreno, le pietre non avevano alcun senso; sembravano nient’altro che pietrisco. Ma dall’alto della scala, le stesse pietre formavano un uccello, un giaguaro, un albero o un fiore". La metafora scelta da Alejandro Aravena per presentare la sua creatura è eloquente: "Vorremmo che la Biennale Architettura 2016 offrisse un nuovo punto di vista come quello di Maria Reiche dalla scala".

Ampliare gli orizzonti e superarne la desolazione in cerca di nuovi campi d'azione in cui far valere i principi di un'architettura civile che più che migliorare sè stessa, sia interessata a superarsi nel migliorare la vita delle persone. E' questo l'oggetto dello studio proposto dalla 15. Mostra Internazionale di Architettura intitolata REPORTING FROM THE FRONT, che dal 28 maggio al 27 novembre presenterà alla Biennale i lavori degli 88 partecipanti provenienti da 37 paesi, 50 dei quali in mostra per la prima volta e 33 under 40.

La conquista dell'"expanded eye" della signora in cima alla scala si addice dunque molto ad un progetto prima di tutto "costruttivo" che invertendo una certa tendenza osservata dalla stessa Biennale con le sue ricerche orientate sullo scollamento tra architettura e società, affronterà temi quali la segregazione, le disuguaglianze, le periferie, l’accesso a strutture igienico-sanitarie, i disastri naturali, la carenza di alloggi, la migrazione, l’informalità, la criminalità, il traffico, lo spreco, l’inquinamento e la partecipazione delle comunità, scrutando lo spazio in cerca di soluzioni progettuali dagli esiti positivi.

Oltre a presentare esempi riusciti, la mostra si soffermerà a riflettere sulla loro fenomenologia, sforzandosi dunque di individuare gli ostacoli e i momenti critici, sedi di evoluzione anche creativa di tutta la materia.

Ad affiancare nell'indagine il percoso espositivo unico che dal Padiglione Centrale (Giardini) si allungherà fino all’Arsenale, ci saranno tre progetti speciali, il primo promosso dalla Biennale, gli altri due frutto di accordi stipulati con altre istituzioni, organizzati e realizzati dalla Biennale stessa.

A cominciare dall’esposizione curata dall’architetto Stefano Recalcati, dal titolo Reporting from Marghera and Other Waterfronts, che nella sede espositiva di Forte Marghera (Mestre, Venezia) riunirà progetti significativi di rigenerazione urbana di porti industriali, contribuendo a stimolare uno sguardo alla riconversione produttiva di Porto Marghera.
L’accordo di collaborazione con il Victoria and Albert Museum di Londra muoverà invece i primi passi nel padiglione delle arti applicate alle Sale d’Armi dell’Arsenale, con il titolo A World of Fragile Parts e la curatela di Brendan Cormier.
Infine, in previsione della conferenza mondiale delle Nazioni Unite – Habitat III, che si terrà a Quito in Equador nel mese di ottobre 2016, e nell'ambito del programma Urban Age, organizzato congiuntamente dalla London School of Economics e dalla Alfred Herrhausen Society, la Biennale allestirà, sempre alle Sale d’Armi, un padiglione curato da Ricky Burdett e dedicato ai temi dell’urbanizzazione - Report from Cities: Conflicts of an Urban Age - con particolare attenzione al rapporto tra spazi pubblici e spazi privati.
Durante tutto il periodo di apertura, alla Biennale si aggancerà un ampio programma di approfondimenti sui temi e i fenomeni presentati con il ritorno dei Sabati dell’Architettura, e con una serie di conversazioni e approfondimenti dedicati ai “Progetti Speciali”.

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