Dal 15 ottobre al via il progetto Un capolavoro per Venezia

La Sacra Conversazione di Lorenzo Lotto da Vienna alle Gallerie dell'Accademia per un dialogo nel segno del Rinascimento veneto

Lorenzo Lotto, Sacra Conversazione con i Santi Caterina e Tommaso, 1526-1528, Kunsthistorisches Museum, Vienna | Courtesy of Kunsthistorisches Museum
 

Samantha De Martin

15/10/2020

Venezia - Un ponte ideale, adagiato sulle fondamenta dell’arte e della bellezza, corre dalle Gallerie dell’Accademia di Venezia ai più prestigiosi musei del mondo.
Le Gallerie del Sestiere di Dorsoduro lanciano, a partire da oggi, 15 ottobre, l’iniziativa Un capolavoro per Venezia, progetto nato in collaborazione con Intesa Sanpaolo in qualità di Main Partner, e che vedrà esposti nelle sale del museo, a rotazione nei prossimi mesi, alcuni straordinari lavori del Rinascimento veneto. Prestiti eccezionali, in arrivo dai maggiori musei internazionali, dipinti che solo in rare occasioni hanno lasciato la propria sede espositiva d'origine, saranno i protagonisti di un dialogo con il patrimonio del museo, segnando, al tempo stesso, la riapertura dei rapporti tra Venezia e il panorama internazionale in un momento decisamente poco favorevole anche per l’arte.
L'intento è quello di riaffermare quel respiro internazionale e quella propensione al dialogo che da sempre contraddistingue la dimensione sociale e culturale della città lagunare.

Il primo protagonista di questa serie di incontri - che sarà esposto alle Gallerie da giovedì 15 ottobre 2020 a domenica 17 gennaio 2021 - è la Sacra Conversazione con i Santi Caterina e Tommaso di Lorenzo Lotto, arrivato a Venezia dal Kunsthistorisches Museum di Vienna. L’opera, realizzata tra il 1526 e il 1528, dialogherà con il Ritratto di giovane gentiluomo, un altro gioiello di Lotto conservato alle Gallerie dell’Accademia e tra i capolavori assoluti dell'intera produzione del pittore veneziano.


Lorenzo Lotto, Ritratto di giovane gentiluomo nel suo studio, 1527, Olio su tela, 98 x 116 cm, Venezia, Gallerie dell'Accademia | Courtesy of Gallerie dell'Accademia, Venezia

"L'idea di questa mostra - spiega il Direttore delle Gallerie dell'Accademia di Venezia, Giulio Manieri Elia - è nata nei giorni dell'acqua alta, a novembre. Oggi Venezia si trova a pagare gli effetti della contrazione dei visitatori, dovuta soprattutto all'emergenza sanitaria. Abbiamo così pensato di chiedere aiuto ai musei amici per tornare a portare l'attenzione sulla città. Questa iniziativa vuole infatti cercare di ricucire i rapporti. Il bello ci aiuta ad andare avanti e ci piace pensare che le opere d'arte possano essere un ponte per mantenere il filo con i musei amici. In un momento così complesso per tutti, l’arte può essere ancora un ponte che riesce a mantenerci uniti e che riesce, con la bellezza, ad alleviare le preoccupazioni e aiutarci a guardare oltre le difficoltà".

Perché Lorenzo Lotto?

“Ciò che rende straordinario questo dipinto - spiega Giulio Manieri Elia - è il rimeditare, da parte del suo autore, su schemi compositivi della tradizione veneta, da Tiziano a Palma il vecchio, reinterpretandoli con maggior vitalità attraverso le costruzioni per diagonali che si intersecano, sia attraverso il timbro freddo e squillante del colore”.

“Un dipinto in cui si sente il ronzio delle api”: la Sacra Conversazione di Lorenzo Lotto
Cinque personaggi, avvolti da un raffinato colorismo scandito da verdi, azzurri e rossi, dominano la scena animata da uno spiccato dinamismo che corre da sinistra verso destra. In un assolato pomeriggio d’estate, Maria, seduta sull’erba, sorregge tra le braccia il bambino, in piedi sopra un ceppo. Il tessuto azzurro dell’abito drappeggiato descrive una struttura piramidale, enfatizzando la solennità del personaggio.
Un nastro con, alle estremità, alcuni fogli ripiegati con caratteri illeggibili, vergati a mano, interpretati come preghiere o testi sacri, scivola lungo il collo della Vergine, mentre, alle sue spalle, un'imponente quercia distende sulle figure ombre irregolari e naturali. Alla sinistra di Maria, Santa Caterina, stretta in un abito di tessuto verde con mantello rosso, regge in mano un libro. La identifichiamo grazie alla ruota della tortura, simbolo del martirio della santa.
L’occhio si adagia ora su San Tommaso che tiene appoggiata alla spalla la lancia che trafisse il costato del Cristo e ancora, dalla parte opposta, su un sensuale angelo che incorona la Madonna con una ghirlanda di pervinche, innescando il movimento della composizione che, partendo da sinistra, si allunga fino alla destra del dipinto.
“Ah, a Vienna c’è un dipinto in cui si sente il ronzio delle api” aveva detto lo storico dell’arte inglese Philip Pouncey, sottolineando la straordinaria naturalezza del capolavoro di Lotto.

“È infatti il profondo sentimento di armonia - osserva Francesca Del Torre, responsabile del Kunsthistorisches Museum di Vienna per la pittura italiana - che fa di questo ritratto della natura il luogo ideale per la “riunione divina”.
Il primo riferimento del dipinto nelle fonti risale al 1660. In quell’anno l’opera compariva già nelle collezioni imperiali. Lo scrittore, pittore e incisore veneziano Marco Boschini aveva dedicato al capolavoro tre quartine nel Vento quinto della sua Carta del Navegar Pitoresco, definendo l'opera “un precioso quadro ch’è un vero razo de splendor”.

L'opera più "veneziana" di Lotto
"Questo dipinto - commenta Francesca Del Torre - è una delle opere più belle della storia dell'arte italiana, e non solo. Inoltre è un'opera che non viaggia spesso. Incanta per la composizione, l'apparente semplicità delle figure messe in scena e per il colorismo speciale. Rappresenta indubbiamente una delle opere più veneziane di Lorenzo Lotto, eseguita durante uno dei suoi passaggi a Venezia. L'opera nasce in Laguna, ma non sappiamo chi sia il committente. Intuiamo si sia trattato di un privato, abbastanza facoltoso, come si evince dal costoso pigmento utilizzato per il manto della Madonna. Quello che colpisce dell'opera è la naturalezza della messa in posa, la sensibilità verso i fenomeni naturali. L'osservatore moderno si imbatte in questa toccante riunione di santi che ha l'apparenza di un incontro del tutto casuale".


Jacopo Robusti detto Jacopo Tintoretto, Deposizione di Cristo, Dettaglio, 1550-1560 circa, 295 x 228 cm, Venezia, Gallerie dell'Accademia

Dopo Lotto, Paolo Veronese a dialogo con Tintoretto
“Nei mesi successivi - anticipa il direttore delle Gallerie dell’Accademia - dopo la tela di Lorenzo Lotto, giungerà alle Gallerie un altro artista straordinario, il cui prestito è frutto di un importante accordo con l’Ermitage di San Pietroburgo e con Ermitage Italia. Si tratta di Paolo Veronese, rappresentato con un capolavoro della tarda maturità: la Pietà dell’Ermitage di San Pietroburgo. L'opera dialogherà con la Pietà di Tiziano e con la Deposizione di Tintoretto”.


Paolo Veronese, Pietà, 1576-1582, Olio su tela, 111.5 x 147 cm, San Pietroburgo, Ermitage

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