Presentazioni
La prima biografia di Pollock
Peggy Guggenheim e Jackson Pollock davanti al Murale. © Foto George Kargar.
Ludovica Sanfelice
22/09/2015
Venezia - Non c’è occasione migliore della mostra “Jackson Pollock, Murale. Energia resa visibile”, aperta al pubblico della Collezione Peggy Guggenheim fino a metà novembre, per presentare la prima biografia di Pollock, firmata da B.H. Friedman ed edita da Johan & Levi.
Considerare il percorso dell’artista alla luce delle esperienze personali, nel caso di Pollock risulta particolarmente decisivo. Lo stesso Pollock scommise tutto sulla scoperta di sé attraverso l’arte nella ferma convinzione che la vita di un uomo e il suo lavoro siano inseparabili
Friedman fu amico del maestro nell’ultimo anno della sua breve e intensa vita, quando già si era affermato sulla scena internazionale e l’America lo celebrava come colui che aveva spianato la via alla prima generazione radicalmente statunitense. Come racconta l'autore, a rendere cupa l’enormità della sua impresa sul piano del linguaggio pittorico, erano le note intemperanze che accompagnavano le sue sbronze alla Cedar Tavern nel Village.
Nelle serate alcoliche infatti esplodeva tutta la solitudine di Pollock: la certezza di essere frainteso, e un rapporto con la fama che all’incredibile ascesa vedeva corrispondere una rovinosa caduta.
Friedman affonda le mani in questo quadro complesso e viscerale, in questo dripping personale, restituendo il ritratto di uno dei talenti più geniali della storia dell’arte, scoperto con coraggio e lungimiranza proprio da Peggy Guggenheim.
Per presentare il volume "Jackson Pollock. Energia resa visibile", non esiste quindi luogo più indicato della Collezione Guggenheim, dove l’appuntamento è fissato per il 24 settembre alle 19:00.
In caso di pioggia la presentazione si terrà presso la Sala Tommaseo dell'Ateneo Veneto in Campo San Fantin 1897.
Per approfondimenti:
Al Guggenheim di Venezia tre mostre dedicate ai fratelli Pollock
FOTO: L'omaggio della Peggy Guggenheim ai fratelli Pollock
Considerare il percorso dell’artista alla luce delle esperienze personali, nel caso di Pollock risulta particolarmente decisivo. Lo stesso Pollock scommise tutto sulla scoperta di sé attraverso l’arte nella ferma convinzione che la vita di un uomo e il suo lavoro siano inseparabili
Friedman fu amico del maestro nell’ultimo anno della sua breve e intensa vita, quando già si era affermato sulla scena internazionale e l’America lo celebrava come colui che aveva spianato la via alla prima generazione radicalmente statunitense. Come racconta l'autore, a rendere cupa l’enormità della sua impresa sul piano del linguaggio pittorico, erano le note intemperanze che accompagnavano le sue sbronze alla Cedar Tavern nel Village.
Nelle serate alcoliche infatti esplodeva tutta la solitudine di Pollock: la certezza di essere frainteso, e un rapporto con la fama che all’incredibile ascesa vedeva corrispondere una rovinosa caduta.
Friedman affonda le mani in questo quadro complesso e viscerale, in questo dripping personale, restituendo il ritratto di uno dei talenti più geniali della storia dell’arte, scoperto con coraggio e lungimiranza proprio da Peggy Guggenheim.
Per presentare il volume "Jackson Pollock. Energia resa visibile", non esiste quindi luogo più indicato della Collezione Guggenheim, dove l’appuntamento è fissato per il 24 settembre alle 19:00.
In caso di pioggia la presentazione si terrà presso la Sala Tommaseo dell'Ateneo Veneto in Campo San Fantin 1897.
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