Palais Lumière, il “nuovo polo dell'economia creativa“ di Cardin

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29/08/2012

Venezia - Continuano le polemiche del progetto “Palais Lumière“ dello stilista Pierre Cardin. 
Con un investimento di due miliardi di euro, completamente finanziati da lui, sui 19 ettari che dividono Marghera e la Fincantieri, Cardin immagina “un nuovo polo dell'economia creativa“, uno skyline costituito da tre torri di altezze diverse distribuite a raggiera che, unite da 6 dischi di collegamento, formano un'unica struttura sino a raggiungere la quota massima di 250 metri.
Sono previste residenze, hotel, uffici e, nelle 6 strutture orizzontali, destinazioni commerciali ed espositive. Nell'area circostante, lasciata a verde, 17 «satelliti» accolgono residenze per studenti, servizi alla persona e anche una piscina pubblica.

All'anteprima per la stampa Cardin ha ribadito l'interesse sociale dell'operazione, l'ecosostenibilità dell'edificio, la valenza della bonifica. «Chi farebbe tutto questo? Bisogna avere il coraggio di compiere la provocazione». 
Ma se nelle diverse consultazioni l'amministrazione locale ha espresso a maggioranza parere favorevole per la riqualificazione di Marghera, oltre che un'imperdibile opportunità per l'impiego di forza lavoro veneta, al contempo protestano Italia Nostra, Salvatore Settis, il consigliere del Ministro per i Beni culturali Franco Miracco, allarmati per il danno paesaggistico, cui si aggiungono dal mondo dell'architettura critiche alle linee compositive del progetto.

Intanto con “Il Palais Lumière: una scultura abitabile“ lo stilista illustra il suo progetto con una mostra allestita negli spazi acquistati in via delle Industrie a Marghera e visitabile dal 29 agosto al 25 novembre come evento collaterale della XIII Biennale di Architettura.


 
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