Dal 7 maggio alla Galleria d’ Arte Moderna nell’ambito delle celebrazioni dedicate al poeta

L'omaggio di Verona a Dante, dall'esilio al mito ottocentesco

Pompeo Marino Molmenti, Pia dei Tolomei condotta in Maremma, 1853, olio su tela, Verona, Musei Civici – Galleria d’Arte Moderna Achille Forti
 

Samantha De Martin

22/03/2021

Verona - Mentre fervono i preparativi in vista del Dantedì - la Giornata nazionale dedicata all’Alighieri, nella data che gli studiosi riconoscono come inizio del viaggio nell’aldilà della Divina Commedia - Verona sfodera uno degli appuntamenti più attesi dedicati a Dante.
La città veneta che fu per il Sommo Poeta “lo primo tuo refugio e ’l primo ostello”, la seconda patria dopo Firenze, durante il cui soggiorno l’Alighieri compose, per la maggior parte, il suo Paradiso, snocciola i prossimi appuntamenti per celebrare i 700 anni dalla morte del suo illustre ospite.

Dal 7 maggio la Galleria d’Arte Moderna sarà la sede della mostra Tra Dante e Shakespeare: il mito di Verona. L’iniziativa rientra nell’ambito del progetto “Verona, Dante e la sua eredità 1321-2021”, una grande mostra diffusa che, con il patrocinio e il contributo del Comitato Nazionale per la celebrazione dei 700 anni dalla morte dell’Alighieri, consentirà di scoprire, attraverso un viaggio in varie sedi, quella città che fu per il poeta una seconda patria.

A tessere l’identità della Verona ottocentesca, che si alimenta, da un lato, della presenza storica e reale di Dante alla corte di Cangrande, dall’altro di quella immaginaria di Romeo e Giulietta, nella medesima cornice di un Trecento scaligero, sarà appunto il percorso alla Galleria d’Arte Moderna, a cura di Francesca Rossi, Tiziana Franco, Fausta Piccoli.


Torquato Della Torre, Gaddo, 1852, marmo, Verona, Musei Civici – Galleria d’Arte Moderna Achille Forti | Foto: © Ennevi Foto

Dante e la Verona di Cangrande
All’incirca tra il 1312 e il 1320 Dante aveva accolto l'invito di Cangrande della Scala a recarsi presso la sua corte di Verona. Non era la prima volta per il poeta nella città veneta, avendo avuto modo di risiedere, tra il 1303 e il 1304, presso Bartolomeo della Scala, fratello maggiore di Cangrande. L'amicizia con Cangrande fu tale che Dante esaltò il suo generoso patrono in un panegirico per bocca dell'avo Cacciaguida, proprio nella cantica del Paradiso.
Un itinerario cittadino invita il pubblico a riscoprire la città attraverso l’aiuto di una mappa cartacea appositamente realizzata. Il percorso nel segno di Dante accompagna il visitatore alla scoperta di 21 luoghi - chiese, piazze, palazzi, in città e sul territorio - direttamente legati alla presenza del poeta, dei suoi figli e degli eredi che ancora oggi risiedono a Gargagnago in Valpolicella.

Alla Galleria d’Arte Moderna l'omaggio a Dante e a Shakespeare
Il fulcro dell’itinerario veronese è rappresentato dalla mostra presso la Galleria d’ Arte Moderna “Achille Forti” di Palazzo della Ragione, un omaggio all’esilio veronese di Dante e al legame con la città. Il progetto espositivo accoglierà una selezione di oltre 100 opere, tra sculture, dipinti, tessuti, opere su carta, codici manoscritti, incunaboli e volumi a stampa provenienti dalle collezioni civiche, dalle biblioteche cittadine, da biblioteche e musei italiani ed esteri.
Coprendo un arco cronologico lungo cinque secoli, che dal Trecento spazia fino all’Ottocento, il percorso si sviluppa in due nuclei tematici principali. Il primo ricostruisce il rapporto tra Dante, Verona e il territorio veneto nel primo Trecento; il secondo si concentra sulla riscoperta ottocentesca del mito di Dante, come incarnazione dei nascenti ideali risorgimentali ed esempio evidente del tormento creativo del poeta in esilio.

Dal leggendario e presunto incontro tra Giotto e Dante a Padova al racconto del profondo legame che unì Dante e Cangrande, al quale il poeta dedicò il Paradiso, il pubblico sarà invitato a respirare il contesto in cui il poeta trascorse gli anni dell’esilio fino alla creazione del suo poema. Testi decorati della Commedia, manoscritti e a stampa incontreranno i tre disegni di Botticelli prestati dal Kupferstichkabinett di Berlino.

La mostra è anche un invito a riflettere sulla fortuna iconografica dei personaggi danteschi, da Beatrice e Gaddo a Pia de’ Tolomei e Paolo e Francesca, al centro delle tragiche vicende legate al tema dell’amore. E al tema degli amori sfortunati si riconduce il mito di Giulietta e Romeo, i giovani innamorati nati nel Cinquecento dalla penna di Luigi da Porto e resi celebri da William Shakespeare in tutto il mondo.
In particolare, la sesta sezione della mostra, intitolata “Shakespeare e il mito di Romeo e Giulietta a Verona e in Italia” prende forma attraverso una selezione di opere a stampa, incisioni e dipinti che sintetizzano la grande fortuna iconografica dei due innamorati. Tra queste testimonianze si inseriscono i due raffinati dipinti di Pietro Roi, Giulietta (Verona, Casa di Giulietta) e Giulietta e Romeo (Vicenza, Musei Civici), o Funerali di Giulietta di Scipione Vannutelli, in arrivo dalla GAM di Roma.


 Michael Mazur. All'Inferno

Dalla Galleria d’Arte Moderna ai luoghi di Dante
I due percorsi tematici, reale quello dantesco e immaginario quello shakespeariano, mirano a tracciare un ritratto saliente della fisionomia urbana e culturale di Verona, ancora oggi ben riconoscibile. Ed è per questo che il percorso espositivo si lega in maniera imprescindibile alla “mostra diffusa” che è la città stessa, con i suoi monumenti e le testimonianze urbanistiche e architettoniche che risuonano dei versi di Dante e della sfortunata vicenda di Romeo e Giulietta.
Nell’itinerario dedicato a Dante rientrano i principali monumenti civili e religiosi di Verona e alcune emergenze del territorio, che il visitatore è invitato a rileggere alla luce dello “sguardo di Dante”. Ogni luogo dantesco della mappa verrà segnalato in situ con un apposito totem. Basta un tocco un tocco sul proprio smartphone per accedere, tramite QRcode, a un'espansione digitale dei contenuti della mappa, a ulteriore approfondimento del proprio itinerario in compagnia del poeta.


Lorenzo Rizzi, Pia dei Tolomei, 1853-1855, Olio su tela Verona, Musei Civici – Galleria d’Arte Moderna Achille Forti Foto: © Ennevi Foto

Dante negli archivi. L'Inferno di Mazur al Museo di Castelvecchio
Nella programmazione dedicata da Verona a Dante si inserisce un tributo alla Commedia attraverso la lente privilegiata di un libro d'artista contemporaneo. Non appena il Museo di Castelvecchio riaprirà i cancelli, dopo la chiusura imposta dalla permanenza del Veneto in zona rossa, la mostra Dante negli archivi. L'Inferno di Mazur svelerà al pubblico le quarantuno acqueforti e acquetinte che l’artista americano Michael Mazur ha creato ispirandosi alla prima cantica della Divina Commedia per il libro d’artista “Michael Mazur. Etchings. L’Inferno. Dante”, stampato in collaborazione con il maestro tipografo Robert Townsend.
Nelle teche disegnate da Carlo Scarpa il pubblico apprezzerà l’interpretazione, decisamente originale, del viaggio di Dante, frutto della lunga meditazione di Mazur sui significati del poema e sul rapporto tra testo e immagine.

Il Dantedì dei Musei Civici di Verona dedicato ai disegni botticelliani
Una piccola anticipazione della mostra che inaugurerà il 7 maggio sarà offerta, giovedì 25 marzo, in occasione del “Dantedì”. Alle 11, in streaming, Francesca Rossi, direttrice dei Musei Civici di Verona, assieme alla collega Dagmar Korbacher, direttrice del Kupferstichkabinett dei Musei Statali di Berlino, racconterà la storia dello straordinario nucleo di disegni botticelliani entrati nel 1882 nelle collezioni statali berlinesi, svelando il ruolo chiave di queste opere nel progetto scientifico dell’esposizione veronese.

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