Intervista al direttore Chiara Casarin
Al Museo Civico di Bassano i duemila disegni di Canova "da sfogliare"
Un bozzetto di Antonio Canova. Courtesy of Musei Civici Bassano del Grappa
Samantha De Martin
24/11/2017
Vicenza - Ancora pochi mesi e i circa duemila disegni di Antonio Canova, parte delle collezioni del Museo di Bassano del Grappa, usciranno dai cassetti del Gabinetto dei Disegni dove sono stati fin adesso relegati per motivi di conservazione, per essere finalmente sfogliati, in formato digitale, dai visitatori e dagli appassionati di tutto il mondo.
La notizia, che è di quelle che rincuorano studiosi e amanti del mago del marmo, e che privano i musei di quell’aura tradizionalmente polverosa, viene comunicata con entusiasmo da Chiara Casarin, da poco più di un anno direttore dei Musei Civici di Bassano del Grappa, ma decisamente convinta a voler lavorare, come lei stessa confessa, con «visione, determinazione e forza della comunicazione».
«I disegni che il Museo custodisce - spiega Chiara Casarin - sono 1.909, suddivisi in dieci album e otto taccuini con soggetti di nudo femminile, nudo maschile, panneggi maschili e femminili, disegni dall’antico, schizzi e disegni preparatori per monumenti e sculture, tra i quali disegni per ballerine, monumenti funerari e altri schizzi di vario genere compresi alcuni paesaggi. Il progetto prevede la scansione tridimensionale e la digitalizzazione dell’intero corpus di disegni - un patrimonio ad oggi pressoché sconosciuto, concesso in prestito agli studiosi solo a restrittive condizioni, ma di fondamentale importanza per la conoscenza dell’autore - oltre alla riproduzione materiale di due degli album contenenti i disegni delle proporzioni del corpo maschile e delle posizioni del corpo femminile».
Saranno proprio questi facsimili - che potranno essere tranquillamente sfogliati - a regalare al pubblico un’esperienza di forte impatto.
Ma la rivoluzione digitale all’interno di uno dei musei più antichi del Veneto, ospitato nell’ex convento francescano dal 1828, ed esito di cospicue donazioni, non riguarda solo i disegni del maestro di Possagno.
Il progetto Atelier Canova, che ha preso avvio lo scorso 6 ottobre - un impegno fondato sull’utilizzo di nuove tecnologie digitali per la conservazione e la divulgazione del patrimonio - «prevede tra l’altro - spiega il direttore Casarin - la realizzazione in materiale durevole di un facsimile del bozzetto in terracotta delle Tre Grazie, per consentirne il prestito alle istituzioni museali che ne faranno richiesta, per agevolare gli studi sull’autore e permettere una fruibilità tattile al pubblico ipovedente. La scelta delle Tre Grazie come caso studio è dovuta al fatto che, attraverso questo esemplare, sarà possibile ricostruire tutti i passaggi dell’Atelier Canova: dallo schizzo all’opera completata, passando attraverso il disegno, l’incisione, il bozzetto, e il gesso».
Dietro questa rivoluzione, che si avvale dell’impiego di sofisticati strumenti di digitalizzazione e che punta a trasformare il museo in uno spazio aperto e privo di barriere, c’è l’azienda di mediazione digitale Factum Arte, con le competenze e le strumentazioni digitali di Factum Foundation. Il team ha analizzato e registrato il bozzetto delle Tre Grazie di Canova attraverso la tecnica fotogrammetrica e gli scanner a luce bianca Nub3D Sidio e Breukmann, per realizzarne, dapprima virtualmente e in seguito materialmente, un facsimile che consenta il prestito e lo studio agevolato.
Ma la città al centro dell’abbraccio tra le montagne venete e il Brenta, oltre a custodire importanti lavori di Canova - tra busti e gessi, bozzetti e dipinti, martello e scalpelli, o ancora l’epistolario e i biglietti da visita del maestro, oltre all'unica raccolta di monocromi, considerata dai critici l’esito massimo della sua espressività artistica - conta anche opere di altri interessanti personaggi. Il Museo Civico vanta, ad esempio, la più grande raccolta di opere di Jacopo Bassano e della sua fiorente bottega. La sezione archeologica conserva, invece, ceramiche dal IX secolo a.C., sculture, gioielli, pietre preziose e monete, mentre quella medievale sfoggia il celebre crocifisso ligneo del Guariento. Nelle sale dedicate al Seicento e Settecento brillano Giambattista Tiepolo, Artemisia Gentileschi, Pietro Longhi e Alessandro Magnasco.
Dopo la mostra dedicata a Robert Capa, nel il 2018 il Museo Civico sarà teatro di importanti appuntamenti. «Inaugureremo una mostra inedita dedicata alla carriera di un grande artista bassanese, con un centinaio di opere proposte in una modalità mai utilizzata prima. Nel Chiostro del Museo si alterneranno, ogni quattro mesi, le installazioni di artisti contemporanei, mentre la Galleria Civica del Museo presenterà una collezione privata. Nel frattempo, dietro le quinte, porteremo avanti il progetto Atelier Canova che verrà presentato a inizio 2019».
Leggi anche:
• "Infinito" Canova. Il trionfo di Paolina Borghese: novità al museo di Possagno
La notizia, che è di quelle che rincuorano studiosi e amanti del mago del marmo, e che privano i musei di quell’aura tradizionalmente polverosa, viene comunicata con entusiasmo da Chiara Casarin, da poco più di un anno direttore dei Musei Civici di Bassano del Grappa, ma decisamente convinta a voler lavorare, come lei stessa confessa, con «visione, determinazione e forza della comunicazione».
«I disegni che il Museo custodisce - spiega Chiara Casarin - sono 1.909, suddivisi in dieci album e otto taccuini con soggetti di nudo femminile, nudo maschile, panneggi maschili e femminili, disegni dall’antico, schizzi e disegni preparatori per monumenti e sculture, tra i quali disegni per ballerine, monumenti funerari e altri schizzi di vario genere compresi alcuni paesaggi. Il progetto prevede la scansione tridimensionale e la digitalizzazione dell’intero corpus di disegni - un patrimonio ad oggi pressoché sconosciuto, concesso in prestito agli studiosi solo a restrittive condizioni, ma di fondamentale importanza per la conoscenza dell’autore - oltre alla riproduzione materiale di due degli album contenenti i disegni delle proporzioni del corpo maschile e delle posizioni del corpo femminile».
Saranno proprio questi facsimili - che potranno essere tranquillamente sfogliati - a regalare al pubblico un’esperienza di forte impatto.
Ma la rivoluzione digitale all’interno di uno dei musei più antichi del Veneto, ospitato nell’ex convento francescano dal 1828, ed esito di cospicue donazioni, non riguarda solo i disegni del maestro di Possagno.
Il progetto Atelier Canova, che ha preso avvio lo scorso 6 ottobre - un impegno fondato sull’utilizzo di nuove tecnologie digitali per la conservazione e la divulgazione del patrimonio - «prevede tra l’altro - spiega il direttore Casarin - la realizzazione in materiale durevole di un facsimile del bozzetto in terracotta delle Tre Grazie, per consentirne il prestito alle istituzioni museali che ne faranno richiesta, per agevolare gli studi sull’autore e permettere una fruibilità tattile al pubblico ipovedente. La scelta delle Tre Grazie come caso studio è dovuta al fatto che, attraverso questo esemplare, sarà possibile ricostruire tutti i passaggi dell’Atelier Canova: dallo schizzo all’opera completata, passando attraverso il disegno, l’incisione, il bozzetto, e il gesso».
Dietro questa rivoluzione, che si avvale dell’impiego di sofisticati strumenti di digitalizzazione e che punta a trasformare il museo in uno spazio aperto e privo di barriere, c’è l’azienda di mediazione digitale Factum Arte, con le competenze e le strumentazioni digitali di Factum Foundation. Il team ha analizzato e registrato il bozzetto delle Tre Grazie di Canova attraverso la tecnica fotogrammetrica e gli scanner a luce bianca Nub3D Sidio e Breukmann, per realizzarne, dapprima virtualmente e in seguito materialmente, un facsimile che consenta il prestito e lo studio agevolato.
Ma la città al centro dell’abbraccio tra le montagne venete e il Brenta, oltre a custodire importanti lavori di Canova - tra busti e gessi, bozzetti e dipinti, martello e scalpelli, o ancora l’epistolario e i biglietti da visita del maestro, oltre all'unica raccolta di monocromi, considerata dai critici l’esito massimo della sua espressività artistica - conta anche opere di altri interessanti personaggi. Il Museo Civico vanta, ad esempio, la più grande raccolta di opere di Jacopo Bassano e della sua fiorente bottega. La sezione archeologica conserva, invece, ceramiche dal IX secolo a.C., sculture, gioielli, pietre preziose e monete, mentre quella medievale sfoggia il celebre crocifisso ligneo del Guariento. Nelle sale dedicate al Seicento e Settecento brillano Giambattista Tiepolo, Artemisia Gentileschi, Pietro Longhi e Alessandro Magnasco.
Dopo la mostra dedicata a Robert Capa, nel il 2018 il Museo Civico sarà teatro di importanti appuntamenti. «Inaugureremo una mostra inedita dedicata alla carriera di un grande artista bassanese, con un centinaio di opere proposte in una modalità mai utilizzata prima. Nel Chiostro del Museo si alterneranno, ogni quattro mesi, le installazioni di artisti contemporanei, mentre la Galleria Civica del Museo presenterà una collezione privata. Nel frattempo, dietro le quinte, porteremo avanti il progetto Atelier Canova che verrà presentato a inizio 2019».
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