Dal 15 ottobre al 26 febbraio al Museo Civico di Bassano del Grappa
La Maddalena giacente, l'ultimo capolavoro di Canova, ospite d'eccezione della grande mostra a Bassano dedicata al maestro
Antonio Canova, Maddalena giacente, Marmo, 1819-1822, United Kingdom, c/o Francis Outred Ltd Collezione privata
Samantha De Martin
27/09/2022
Vicenza - Divina. Così Lo scrittore e poeta irlandese Thomas Moore aveva definito la Maddalena giacente di Antonio Canova, mentre lo stesso artista raccontava di come l’opera gli fosse valsa “molte indulgenze, e lodi molto lusinghiere”.
Lo sguardo in estasi, la testa reclinata all’indietro, una lacrima a rigarle il volto, la Maddalena ritrovata, considerata per due secoli il capolavoro perduto dello scultore, riemersa dalle nebbie del tempo come la protagonista di una favola dell’arte che l’ha vista vagare a lungo in un intricato regno di aste e collezioni, si accinge adesso a oltrepassare la Manica per raggiungere Bassano del Grappa.
L’ultimo capolavoro del genio di Possagno, realizzato, poco prima di morire, per Robert Jenckins, secondo conte di Liverpool e primo ministro inglese, sarà esposto per la prima volta in una mostra dopo 170 anni, ospite d’onore del percorso “Io, Canova. Genio europeo, atteso dal 15 ottobre al 26 febbraio al Museo Civico di Bassano del Grappa.
La mostra, che segna un momento cruciale nelle celebrazioni ufficiali per i 200 anni dalla morte, assicurano gli organizzatori, andrà “oltre” l’universo estetico canoviano, restituendo un’immagine inedita del grande scultore, ma anche dell’uomo, del collezionista, del diplomatico e protettore delle arti.
Antonio Canova, Endimione dormiente, 1819-1822, gesso e base in legno. Ravenna, Accademia di Belle Arti
Personaggio chiave in un’epoca segnata da grandi stravolgimenti storici e politici che cambiarono il volto dell’Europa, Canova davvero insegnò al mondo la speranza nel futuro avvicinando l’uomo al mito, ispirando, con la delicatezza dei suoi volti gentili, sentimenti di armonia e di pace.
Ma la Maddalena giacente non sarà l’unica presenza preziosa in questo atteso percorso tra le oltre 140 opere, a cura di Giuseppe Pavanello e Mario Guderzo, con la direzione scientifica di Barbara Guidi, organizzato dai Musei Civici di Bassano del Grappa in collaborazione con Villaggio Globale International, il patrocinio e il contributo del “Comitato Nazionale per le celebrazioni del bicentenario della morte di Antonio Canova”.
Un suggestivo racconto affiancherà al ricco patrimonio artistico e documentario di Canova presente a Bassano capolavori come il marmo della Principessa Leopoldina Esterhazy Liechtenstein, il grande gesso della Religione dei Musei Vaticani, il grandioso Marte e Venere dalla Gypsotheca di Possagno, e ancora l’Endimione dormiente dall’Accademia di Belle Arti di Ravenna o la Danzatrice col dito al mento della Pinacoteca Agnelli, solo per citarne alcuni.
Antonio Canova, Appunti sul viaggio in Inghilterra, 1815 circa, Bassano del Grappa, Biblioteca Civica
A questi si affiancheranno le opere che permetteranno di ricostruire il contesto in cui Canova visse, dal Ritratto del Senatore Abbondio Rezzonico di Batoni, a opere come la Deposizione di Paolo Veronese, La Fortuna di Guido Reni, lavori che lo scultore stesso riportò in Italia nel 1815 grazie a una coraggiosa missione diplomatica.
Il percorso aiuterà il pubblico a ricostruire alcune importanti commissioni, come il Damosseno e Creugante, il Monumento funerario per Orazio Nelson e quello per Papa Clemente XIII, il monumento equestre a Ferdinando IV di Borbone e quello per Napoleone. Ma racconterà anche i rapporti con papi, nobili e mecenati, evocando le relazioni che Canova ebbe con artisti e letterati del suo tempo, da Angelika Kauffmann ad Anton Raphael Mengs.
Paolo Caliari detto Paolo Veronese, Deposizione di Cristo, 1546-1549 c., Olio su tela, 119 x 76 cm, Verona, Museo di Castelvecchio
Firmato dallo Studio Antonio Ravalli Architetti nell’ambito di un più ampio progetto di riqualificazione dell'intero Museo Civico di Bassano, il percorso si snoderà in tre capitoli: L’ uomo e l’artista, Canova e l’Europa, Canova nella Storia.
I grandi assenti in questo viaggio - che si preannuncia rigoroso ma avvincente, grazie anche alla generosità e alla fiducia di tanti musei, istituzioni e collezionisti che hanno concesso in prestito opere di grande delicatezza, alcune delle quali mai esposte prima in Italia - saranno invece alcuni celebri marmi, ufficialmente concessi in prestito dal Museo Statale Ermitage di San Pietroburgo, e poi la Pace dal Museo Nazionale di Kiev, splendida allegoria in marmo, di un'attualità sconvolgente. Allo scoppio del conflitto russo-ucraino, la rinuncia a questi prestiti è arrivata inevitabile e convinta.
L’auspicio è che le opere di Canova, uomo e diplomatico di pace, possano un giorno nuovamente rincontrarsi dalla Russia e dall’Ucraina, a testimonianza di rinnovati tempi di serenità e di dialogo.
Leggi anche:
• L'altro volto di Canova, il genio europeo che insegnò al mondo la speranza
Lo sguardo in estasi, la testa reclinata all’indietro, una lacrima a rigarle il volto, la Maddalena ritrovata, considerata per due secoli il capolavoro perduto dello scultore, riemersa dalle nebbie del tempo come la protagonista di una favola dell’arte che l’ha vista vagare a lungo in un intricato regno di aste e collezioni, si accinge adesso a oltrepassare la Manica per raggiungere Bassano del Grappa.
L’ultimo capolavoro del genio di Possagno, realizzato, poco prima di morire, per Robert Jenckins, secondo conte di Liverpool e primo ministro inglese, sarà esposto per la prima volta in una mostra dopo 170 anni, ospite d’onore del percorso “Io, Canova. Genio europeo, atteso dal 15 ottobre al 26 febbraio al Museo Civico di Bassano del Grappa.
La mostra, che segna un momento cruciale nelle celebrazioni ufficiali per i 200 anni dalla morte, assicurano gli organizzatori, andrà “oltre” l’universo estetico canoviano, restituendo un’immagine inedita del grande scultore, ma anche dell’uomo, del collezionista, del diplomatico e protettore delle arti.
Antonio Canova, Endimione dormiente, 1819-1822, gesso e base in legno. Ravenna, Accademia di Belle Arti
Personaggio chiave in un’epoca segnata da grandi stravolgimenti storici e politici che cambiarono il volto dell’Europa, Canova davvero insegnò al mondo la speranza nel futuro avvicinando l’uomo al mito, ispirando, con la delicatezza dei suoi volti gentili, sentimenti di armonia e di pace.
Ma la Maddalena giacente non sarà l’unica presenza preziosa in questo atteso percorso tra le oltre 140 opere, a cura di Giuseppe Pavanello e Mario Guderzo, con la direzione scientifica di Barbara Guidi, organizzato dai Musei Civici di Bassano del Grappa in collaborazione con Villaggio Globale International, il patrocinio e il contributo del “Comitato Nazionale per le celebrazioni del bicentenario della morte di Antonio Canova”.
Un suggestivo racconto affiancherà al ricco patrimonio artistico e documentario di Canova presente a Bassano capolavori come il marmo della Principessa Leopoldina Esterhazy Liechtenstein, il grande gesso della Religione dei Musei Vaticani, il grandioso Marte e Venere dalla Gypsotheca di Possagno, e ancora l’Endimione dormiente dall’Accademia di Belle Arti di Ravenna o la Danzatrice col dito al mento della Pinacoteca Agnelli, solo per citarne alcuni.
Antonio Canova, Appunti sul viaggio in Inghilterra, 1815 circa, Bassano del Grappa, Biblioteca Civica
A questi si affiancheranno le opere che permetteranno di ricostruire il contesto in cui Canova visse, dal Ritratto del Senatore Abbondio Rezzonico di Batoni, a opere come la Deposizione di Paolo Veronese, La Fortuna di Guido Reni, lavori che lo scultore stesso riportò in Italia nel 1815 grazie a una coraggiosa missione diplomatica.
Il percorso aiuterà il pubblico a ricostruire alcune importanti commissioni, come il Damosseno e Creugante, il Monumento funerario per Orazio Nelson e quello per Papa Clemente XIII, il monumento equestre a Ferdinando IV di Borbone e quello per Napoleone. Ma racconterà anche i rapporti con papi, nobili e mecenati, evocando le relazioni che Canova ebbe con artisti e letterati del suo tempo, da Angelika Kauffmann ad Anton Raphael Mengs.
Paolo Caliari detto Paolo Veronese, Deposizione di Cristo, 1546-1549 c., Olio su tela, 119 x 76 cm, Verona, Museo di Castelvecchio
Firmato dallo Studio Antonio Ravalli Architetti nell’ambito di un più ampio progetto di riqualificazione dell'intero Museo Civico di Bassano, il percorso si snoderà in tre capitoli: L’ uomo e l’artista, Canova e l’Europa, Canova nella Storia.
I grandi assenti in questo viaggio - che si preannuncia rigoroso ma avvincente, grazie anche alla generosità e alla fiducia di tanti musei, istituzioni e collezionisti che hanno concesso in prestito opere di grande delicatezza, alcune delle quali mai esposte prima in Italia - saranno invece alcuni celebri marmi, ufficialmente concessi in prestito dal Museo Statale Ermitage di San Pietroburgo, e poi la Pace dal Museo Nazionale di Kiev, splendida allegoria in marmo, di un'attualità sconvolgente. Allo scoppio del conflitto russo-ucraino, la rinuncia a questi prestiti è arrivata inevitabile e convinta.
L’auspicio è che le opere di Canova, uomo e diplomatico di pace, possano un giorno nuovamente rincontrarsi dalla Russia e dall’Ucraina, a testimonianza di rinnovati tempi di serenità e di dialogo.
Leggi anche:
• L'altro volto di Canova, il genio europeo che insegnò al mondo la speranza
LA MAPPA
NOTIZIE