Dal 7 ottobre all’11 dicembre 2016
Torna a casa la Trasfigurazione di Giovanni Bellini
Giovanni Bellini, Trasfigurazione di Cristo, 1478-1479 circa
Ludovica Sanfelice
06/10/2016
Vicenza - Per iniziativa di Intesa Sanpaolo e grazie all'eccezionale prestito accordato dal Museo di Capodimonte sotto la direzione di Sylvain Bellenger, dal 7 ottobre all’11 dicembre, Vicenza potrà "riabbracciare" la Trasfigurazione di Giovanni Bellini.
L'occasione si presenta nell'ambito delle celebrazioni del Cinquecentenario della morte dell'artista che dipinse questo olio su commissione, probabilmente per l'altare della cappella Fioccardo nel Duomo di Vicenza. Ma la destinazione mutò e l'opera più avanti entrò a far parte della Collezione Farnese a Parma e, nel 1734, obbedendo alla linea dinastica seguì il figlio di Elisabetta Farnese, Carlo di Borbone, a Napoli, dove venne prima collocata a Palazzo Reale e, successivamente, nella Reggia di Capodimonte.
Il soggiorno partenopeo fu tutt'altro che tranquillo nel periodo della Repubblica napoletana, quando la Reggia subì saccheggi e le truppe francesi provarono ad appropriarsi del dipinto. I tentativi di sottrazione furono due, entrambi sventati, e culminarono nel trasferimento temporaneo del capolavoro a Palermo nel 1806.
Dopo quattro secoli dunque la tavola percorrerà le proprie orme al rovescio per tornare alle origini e verrà esposta nelle Gallerie d'Italia a Palazzo Leoni Montanari dove sarà possibile ammirarla gratuitamente. Il grande ritorno sarà inserito in un itinerario belliniano che nello spazio di una breve e piacevole passeggiata triangolerà le opere del maestro accostando la Trasfigurazione al Battesimo di Cristo, custodito nella Chiesa di Santa Corona, e al Cristo Crocifisso di Palazzo Chiericati, sede della Pinacoteca Civica che al termine di un profondo restauro, proprio in questa circostanza, riaprirà le sue porte dopo tre anni.
Per approfondimenti:
Guida d'arte di Vicenza
L'occasione si presenta nell'ambito delle celebrazioni del Cinquecentenario della morte dell'artista che dipinse questo olio su commissione, probabilmente per l'altare della cappella Fioccardo nel Duomo di Vicenza. Ma la destinazione mutò e l'opera più avanti entrò a far parte della Collezione Farnese a Parma e, nel 1734, obbedendo alla linea dinastica seguì il figlio di Elisabetta Farnese, Carlo di Borbone, a Napoli, dove venne prima collocata a Palazzo Reale e, successivamente, nella Reggia di Capodimonte.
Il soggiorno partenopeo fu tutt'altro che tranquillo nel periodo della Repubblica napoletana, quando la Reggia subì saccheggi e le truppe francesi provarono ad appropriarsi del dipinto. I tentativi di sottrazione furono due, entrambi sventati, e culminarono nel trasferimento temporaneo del capolavoro a Palermo nel 1806.
Dopo quattro secoli dunque la tavola percorrerà le proprie orme al rovescio per tornare alle origini e verrà esposta nelle Gallerie d'Italia a Palazzo Leoni Montanari dove sarà possibile ammirarla gratuitamente. Il grande ritorno sarà inserito in un itinerario belliniano che nello spazio di una breve e piacevole passeggiata triangolerà le opere del maestro accostando la Trasfigurazione al Battesimo di Cristo, custodito nella Chiesa di Santa Corona, e al Cristo Crocifisso di Palazzo Chiericati, sede della Pinacoteca Civica che al termine di un profondo restauro, proprio in questa circostanza, riaprirà le sue porte dopo tre anni.
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