Figura nello spazio I
Come in molte altre opere dell’artista, una visione di forme surreali slegate dalla realtà è sospese nello spazio. Prampolini definisce le sue creazioni "visioni cosmiche", a suggerire l’idea di uno spazio non terrestre, fantastico, dinamico.
Esposta alla III Quadriennale Nazionale d’Arte di Roma del 1939 e, insieme a "Stato d’animo plastico marino", presente alla personale alla Galleria di Roma del 1941, questa tela è partecipe della matura ‘spazialità cosmica’ prampoliniana, curvilinea, quasi antropomorfa, sintetica e simultanea.
Vicina anche alla poetica dell’aeropittura futurista di "Forme-Forze nello Spazio" del 1932, riproduce il divenire del reale senza ricorrere all’inserto di elementi oggettuali ma evocando le figure con la sola pittura ad olio.
Le forme si sgranano e si ricompongono sulla superficie bidimensionale della tela, che si apre a spazi cosmici e siderali. L’astrattismo della rappresentazione e l’atmosfera sospesa, come sospese sono le forme, si colora di un tono di universalità, suggerito anche dal titolo volutamente generico.
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