Da Urbino alle Marche. E quinci il mar da lungi e quindi il monte
Facciata del Palazzo Ducale di Urbino
Dal 30 Marzo 2013 al 10 Aprile 2013
Urbino | Pesaro e Urbino
Luogo: Sale del Castellare - Palazzo Ducale
Indirizzo: piazzale Rinascimento
Orari: sabato, domenica e festivi 10-18; lunedì-venerdì 10-13/ 15-18
Curatori: Silvia Cuppini
Enti promotori:
- Comune di Urbino
Telefono per informazioni: +39 0722 322348
E-Mail info: info@mjras.it
Sito ufficiale: http://www.comune.urbino.ps.it
Urbino viene posta al centro dello sguardo, da Urbino verso Urbino, da Urbino alle Marche. Una mostra realizzata nelle Sale del Castellare del Palazzo Ducale, in vista della candidatura di Urbino a Capitale delle Cultura Europea 2019.
Nella prima sala uno spazio di accoglienza per i visitatori offre due proiezioni a grande scala: un percorso nella città, nei suoi silenzi da un lato, dall’altro un percorso nel paesaggio delle Marche, dai solchi della terra alle onde del mare accompagnati rispettivamente dagli scatti dei fotografi Andrea Angelucci e Cesare Duri.
Nella seconda e terza stanza, in prestito dalla collezione Salvi di Sassoferrato, le interpretazioni del paesaggio da parte di artisti che hanno saputo interpretare il paesaggio da marchigiani o con uno sguardo esterno: Giacomelli, Ciarrocchi, Franci, Stelluti, Piacesi, Giuliani, Bonacina, Duranti, Batocco, Morelli, Arduini, Bartolini, Tamburi e molti altri. I versi di Leopardi, A Silvia, “E quinci il mar da lungi, e quindi il monte,/ lingua mortal non dice/Quel ch’io sentiva in seno” segneranno la soglia tra il mare e le colline.
Nella quarta stanza sarà introdotto il paesaggio reale che si percepisce dalla finestra da citazioni tratte da Volponi, Leopardi e da altri scrittori marchigiani.
Nella prima sala uno spazio di accoglienza per i visitatori offre due proiezioni a grande scala: un percorso nella città, nei suoi silenzi da un lato, dall’altro un percorso nel paesaggio delle Marche, dai solchi della terra alle onde del mare accompagnati rispettivamente dagli scatti dei fotografi Andrea Angelucci e Cesare Duri.
Nella seconda e terza stanza, in prestito dalla collezione Salvi di Sassoferrato, le interpretazioni del paesaggio da parte di artisti che hanno saputo interpretare il paesaggio da marchigiani o con uno sguardo esterno: Giacomelli, Ciarrocchi, Franci, Stelluti, Piacesi, Giuliani, Bonacina, Duranti, Batocco, Morelli, Arduini, Bartolini, Tamburi e molti altri. I versi di Leopardi, A Silvia, “E quinci il mar da lungi, e quindi il monte,/ lingua mortal non dice/Quel ch’io sentiva in seno” segneranno la soglia tra il mare e le colline.
Nella quarta stanza sarà introdotto il paesaggio reale che si percepisce dalla finestra da citazioni tratte da Volponi, Leopardi e da altri scrittori marchigiani.
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