Dal 20 febbraio al 1° maggio alla GNAM

110 anni di Olivetti in mostra a Roma

Lettera 22, Macchina per scrivere manuale portatile, 1950, Marcello Nizzoli. Courtesy of Associazione Archivio Storico Olivetti
 

Samantha De Martin

20/02/2018

Roma - È il 1908, e i polpastrelli di Camillo Olivetti corrono sulla tastiera del prototipo della M1, la prima macchina da scrivere prodotta dall’azienda di Ivrea. Il pensiero dell’ingegnere, fondatore della celebre "Fabbrica di mattoni rossi", va alla moglie. «Carissima Luigia, è questa la prima lettera che ti scrivo con la nuova macchina ed è con grande soddisfazione che io dedico a te queste poche righe...La macchina non è ancora perfetta, ma chredo che in poco tempo potrò renderla buona quanto le migliori macchine del genere».
Quella che ripercorre i 110 anni di impresa dell’azienda che ha segnato la storia del design, della grafica, dell’innovazione tecnologica e della comunicazione in Italia, più che una mostra è un viaggio in oltre un secolo di immaginazione e creatività. E la Galleria Nazionale di Arte Moderna e Contemporanea lo racconta fino al 1° maggio attraverso un percorso - a cura di Ilaria Bussoni, Manolo De Giorgi e Nicolas Martino, con la collaborazione dell'Associazione Archivio Storico Olivetti - caratterizzato da oltre 300 pezzi unici tra oggetti, manifesti e fotografie d’epoca.
Looking Forward. Olivetti: 110 anni di immaginazione è un omaggio in due sezioni, tutt’altro che nostalgico, alla tradizione olivettiana.

La prima parte dell’esposizione, intitolata Raccolta visiva, affronta una trentina di temi che seguono il fil rouge della modernità. La seconda sezione, Disegnare la vita è invece una narrativa per scatti fotografici, manifesti pubblicitari e parole, che usa l’archivio dell’Associazione Archivio Storico Olivetti come un materiale vivo, invitando a guardare non solo alla storia, ma a soffermarsi anche sul presente, provando a immaginare il futuro possibile.

Oltre 150 scatti - stampe fotografiche originali e inedite - di illustri maestri della fotografia - da Henri Cartier-Bresson a Ugo Mulas - si alternano a una selezione di manifesti, tra i più sorprendenti della produzione mondiale di Olivetti, e di locandine pubblicitarie di Giovanni Pintori realizzate tra la fine degli anni ‘50 e l’inizio dei ‘60.

«Olivetti ha scritto pagine importanti della storia industriale, con la sua capacità visionaria di anticipare il futuro, cambiando la vita di intere generazioni - spiega Riccardo Delleani, amministratore delegato dell'azienda -. Il design, l'organizzazione industriale, il ruolo degli intellettuali, il valore dell'arte e la ricerca tecnologica sono sempre stati gli strumenti utilizzati per proporre e creare un modello di produzione e di vita migliori».

Ed in effetti la bellezza degli oggetti e delle immagini presentati in mostra è una delle forme più visibili dei valori di questa esperienza. La progettualità visionaria che caratterizza la storia di Olivetti trova espressione nei prodotti iconici presenti in mostra, dalla M1, la prima macchina per scrivere, alla Lettera22, dalla P101 alla Valentine, solo per citare alcuni degli oltre 20 oggetti esposti, tra i quali spiccano i progetti industriali di Mario Bellini, Ettore Sottsass, Michele De Lucchi.

Non manca qualche piccola incursione nel nuovo corso digitale, come nel caso del Form200, registratore di cassa connesso e primo prodotto realizzato grazie al concorso Olivetti Design Contest promosso dall’azienda tra le maggiori università europee di design.


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