Battuto all'asta un disegno da 10 milioni e 436 mila dollari
Nuovo record per Van Gogh: tutti i segreti della Mousmé
Vincent Van Gogh, La Mousmé, 1888 I Collezione privata I Courtesy of Christie's
Francesca Grego
03/03/2021
Mondo - Con la sorprendente vendita del 2 marzo da Christie’s New York, la Mousmé è diventata il disegno di Vincent Van Gogh più costoso della storia. Dieci milioni e 436 mila dollari è la somma sborsata da un anonimo acquirente per aggiudicarsi questa delicatissima opera a penna, inchiostro bruno e matita eseguito dal maestro olandese ad Arles nel 1888.
“Quello che mi appassiona di più, molto più di tutto il resto della mia professione, è il ritratto, il ritratto moderno… Mi piacerebbe fare ritratti che sembrassero apparizioni alle persone un secolo dopo. Quindi non cerco somiglianze fotografiche ma espressioni appassionate…”, scriveva l’artista al fratello Theo. E tra i suoi ritratti più famosi figura certamente La Mousmé seduta, coloratissimo ed espressivo olio su tela conservato alla National Gallery di Washington in cui riconosciamo immediatamente la protagonista dell’opera venduta a New York. “Il disegno è la radice di tutto”, sostenne sempre il pittore, tuttavia la peculiarità della Mousmé di cui parliamo oggi risiede nell’essere stata realizzata subito dopo il dipinto, e non in preparazione del quadro come saremmo portati a pensare.
Vincent Van Gogh, La Mousmé seduta, 1888 I Vincent van Gogh, Public domain, via Wikimedia Commons
Ma chi è la protagonista dell’opera? Che cosa significa il suo nome? E qual è la storia di questo disegno da record?
A fornirci maggiori informazioni è ancora una volta la corrispondenza tra l’artista e Theo. L’ispirazione arrivò da un bestseller dell’epoca, il romanzo Madame Chrysanthème di Pierre Loti, che con l’esotica storia d’amore tra un ufficiale europeo e una fanciulla giapponese avrebbe offerto lo spunto anche per la Madame Butterfly di Giacomo Puccini. Mousmé, appunto, in Giappone era una ragazza molto giovane, “di età compresa tra i 12 e i 14 anni”, come spiega Van Gogh dalla Casa Gialla di Arles. E aggiunge: “mi ci è voluta tutta la settimana, non ho potuto fare nient'altro, non essendo stato di nuovo troppo bene. Questo è quello che mi infastidisce, se fossi stato bene avrei buttato giù qualche altro paesaggio. Ma ho dovuto preservare le mie energie mentali per finire la mia mousmé”. Nello stesso periodo almeno un altro artista fu affascinato dallo stesso soggetto: si tratta del britannico Mortimer Menpes, che dopo un viaggio in Giappone produsse quattro dipinti intitolati “moosmies”.
La Mousmé di Van Gogh, tuttavia, di giapponese ha ben poco: è una fresca bellezza provenzale, dai colori mediterranei e gli occhi leggermente a mandorla. “Non ho più bisogno di stampe giapponesi”, scriveva infatti il pittore dopo essersi stabilito in Provenza: “mi dico sempre che qui sono in Giappone. Che mi basta aprire gli occhi e dipingere quello che ho davanti e che mi dà delle impressioni”. Chi avesse davanti Van Gogh mentre dava forma alla sua Mousmé, tuttavia, è tuttora un enigma. La leggenda vuole che si tratti della figlia del proprietario di uno dei mulini a vento ritratti dal pittore, mentre la scrittrice Bernadette Murphy nel suo libro Van Gogh’s Ear: the True Story sostiene che la modella fosse Thérèse Mistral, nipote della donna di servizio della Casa Gialla. Gli studiosi Antonio De Robertis e Alan Zamboni identificano la ragazza con Gabrielle Berlatier, la giovane prostituta a cui Van Gogh consegnò l'orecchio mozzato. L’esperto di Van Gogh e giornalista investigativo di The Art Newspaper Martin Bailey, infine, rintraccia i lineamenti della modella in un altro ritratto, la Giovane donna di Arles dipinta solo pochi mesi prima dal danese Christian Mourier-Petersen, che frequentava il maestro di Zundert nel Midi.
Vincent Van Gogh, La Mousmé, 1888 I Collezione privata I Courtesy of Christie's
La storia del disegno è piuttosto movimentata. Pare che l’opera sia nata come dono per John Russell, un amico di Van Gogh che all’epoca viveva in Bretagna. A Russell l’artista regala una dozzina di disegni e copie di dipinti, ora sparsi in musei come il Guggenheim di New York, il Philadelphia Museum of Art, la National Gallery di Washington, il J. Paul Getty Museum di Los Angeles. L’intento segreto è spingere l’amico ad acquistare un quadro di Gauguin, permettendo così al pittore francese di raggiungere Van Gogh ad Arles. Il piano fallisce, ma Gauguin arriva comunque in Provenza. Nel 1920 Russell vende il disegno a Parigi, dopodiché la Mousmé è acquistata da Kurt Hirschland, un banchiere tedesco di origine ebraica che con l’avvento del nazismo fugge negli States passando per Amsterdam. Qui l’opera gli viene confiscata dai tedeschi nel 1940, per finire tre anni più tardi allo Stedelijk Museum in circostanze poco chiare. Nel ’56 il museo olandese restituisce la Mousmé a Hirschland, che però muore solo un anno dopo. Il figlio Paul la cederà al mercante londinese Thomas Gibson, agli eredi del quale sono andati i 10,4 milioni di dollari che hanno fatto del ritratto un’opera da record.
Prima di allora solo due disegni di Van Gogh avevano raggiunto prezzi paragonabili a quello della Mousmé: Giardino di Fiori, venduto per 8,3 milioni di dollari nel 1990, e Ulivi con le Piccole Alpi, aggiudicato per 8.5 milioni di sterline nel 1999. Sono invece custodite in due prestigiose collezioni pubbliche le altre opere su carta che il pittore dei Girasoli realizzò sul soggetto della Mousmé: la prima al Museo Pushkin di Mosca, la seconda al Musée d’Orsay di Parigi, incollato nel taccuino Noa Noa di Gauguin.
Vincent van Gogh, Scène de rue à Montmartre (Impasse des Deux Frères et le Moulin à Poivre), 1887, Olio su tela, 61.3 x 46.1 cm | Sotheby’s and Mirabaud Mercier Impressionist & Modern Art Sotheby’s Paris, 25 March 2021 | Courtesy © Sotheby’s / ArtDigital Studio
Intanto un altro Van Gogh cerca casa. Si tratta della Scène de rue à Montmartre, un olio su tela mai esposto al pubblico, pronto ad andare all’asta il 25 marzo nella sede parigina di Sotheby’s con una valutazione di partenza tra i 5 e gli 8 milioni di euro.
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Vincent Van Gogh, La Mousmé seduta, 1888 I Vincent van Gogh, Public domain, via Wikimedia Commons
Ma chi è la protagonista dell’opera? Che cosa significa il suo nome? E qual è la storia di questo disegno da record?
A fornirci maggiori informazioni è ancora una volta la corrispondenza tra l’artista e Theo. L’ispirazione arrivò da un bestseller dell’epoca, il romanzo Madame Chrysanthème di Pierre Loti, che con l’esotica storia d’amore tra un ufficiale europeo e una fanciulla giapponese avrebbe offerto lo spunto anche per la Madame Butterfly di Giacomo Puccini. Mousmé, appunto, in Giappone era una ragazza molto giovane, “di età compresa tra i 12 e i 14 anni”, come spiega Van Gogh dalla Casa Gialla di Arles. E aggiunge: “mi ci è voluta tutta la settimana, non ho potuto fare nient'altro, non essendo stato di nuovo troppo bene. Questo è quello che mi infastidisce, se fossi stato bene avrei buttato giù qualche altro paesaggio. Ma ho dovuto preservare le mie energie mentali per finire la mia mousmé”. Nello stesso periodo almeno un altro artista fu affascinato dallo stesso soggetto: si tratta del britannico Mortimer Menpes, che dopo un viaggio in Giappone produsse quattro dipinti intitolati “moosmies”.
La Mousmé di Van Gogh, tuttavia, di giapponese ha ben poco: è una fresca bellezza provenzale, dai colori mediterranei e gli occhi leggermente a mandorla. “Non ho più bisogno di stampe giapponesi”, scriveva infatti il pittore dopo essersi stabilito in Provenza: “mi dico sempre che qui sono in Giappone. Che mi basta aprire gli occhi e dipingere quello che ho davanti e che mi dà delle impressioni”. Chi avesse davanti Van Gogh mentre dava forma alla sua Mousmé, tuttavia, è tuttora un enigma. La leggenda vuole che si tratti della figlia del proprietario di uno dei mulini a vento ritratti dal pittore, mentre la scrittrice Bernadette Murphy nel suo libro Van Gogh’s Ear: the True Story sostiene che la modella fosse Thérèse Mistral, nipote della donna di servizio della Casa Gialla. Gli studiosi Antonio De Robertis e Alan Zamboni identificano la ragazza con Gabrielle Berlatier, la giovane prostituta a cui Van Gogh consegnò l'orecchio mozzato. L’esperto di Van Gogh e giornalista investigativo di The Art Newspaper Martin Bailey, infine, rintraccia i lineamenti della modella in un altro ritratto, la Giovane donna di Arles dipinta solo pochi mesi prima dal danese Christian Mourier-Petersen, che frequentava il maestro di Zundert nel Midi.
Vincent Van Gogh, La Mousmé, 1888 I Collezione privata I Courtesy of Christie's
La storia del disegno è piuttosto movimentata. Pare che l’opera sia nata come dono per John Russell, un amico di Van Gogh che all’epoca viveva in Bretagna. A Russell l’artista regala una dozzina di disegni e copie di dipinti, ora sparsi in musei come il Guggenheim di New York, il Philadelphia Museum of Art, la National Gallery di Washington, il J. Paul Getty Museum di Los Angeles. L’intento segreto è spingere l’amico ad acquistare un quadro di Gauguin, permettendo così al pittore francese di raggiungere Van Gogh ad Arles. Il piano fallisce, ma Gauguin arriva comunque in Provenza. Nel 1920 Russell vende il disegno a Parigi, dopodiché la Mousmé è acquistata da Kurt Hirschland, un banchiere tedesco di origine ebraica che con l’avvento del nazismo fugge negli States passando per Amsterdam. Qui l’opera gli viene confiscata dai tedeschi nel 1940, per finire tre anni più tardi allo Stedelijk Museum in circostanze poco chiare. Nel ’56 il museo olandese restituisce la Mousmé a Hirschland, che però muore solo un anno dopo. Il figlio Paul la cederà al mercante londinese Thomas Gibson, agli eredi del quale sono andati i 10,4 milioni di dollari che hanno fatto del ritratto un’opera da record.
Prima di allora solo due disegni di Van Gogh avevano raggiunto prezzi paragonabili a quello della Mousmé: Giardino di Fiori, venduto per 8,3 milioni di dollari nel 1990, e Ulivi con le Piccole Alpi, aggiudicato per 8.5 milioni di sterline nel 1999. Sono invece custodite in due prestigiose collezioni pubbliche le altre opere su carta che il pittore dei Girasoli realizzò sul soggetto della Mousmé: la prima al Museo Pushkin di Mosca, la seconda al Musée d’Orsay di Parigi, incollato nel taccuino Noa Noa di Gauguin.
Vincent van Gogh, Scène de rue à Montmartre (Impasse des Deux Frères et le Moulin à Poivre), 1887, Olio su tela, 61.3 x 46.1 cm | Sotheby’s and Mirabaud Mercier Impressionist & Modern Art Sotheby’s Paris, 25 March 2021 | Courtesy © Sotheby’s / ArtDigital Studio
Intanto un altro Van Gogh cerca casa. Si tratta della Scène de rue à Montmartre, un olio su tela mai esposto al pubblico, pronto ad andare all’asta il 25 marzo nella sede parigina di Sotheby’s con una valutazione di partenza tra i 5 e gli 8 milioni di euro.
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