Dal 3 al 30 ottobre alla Galleria Bottegantica
Boccioni e i Baer. Presto a Milano il racconto di una collezione ritrovata

Umberto Boccioni, Il lago, 1916, Olio su tela, 68.5 x 49.5 cm
Samantha De Martin
25/09/2025
Milano - Una mostra di approfondimento sulla storia collezionistica di Umberto Boccioni, legata a un’importante famiglia milanese ebraica, di origine tedesca, va in scena a Milano, alla Galleria Bottegantica.
Il ritrovamento di un nucleo di quattro disegni inediti dell’artista, provenienti dalla Collezione di Betty Stein Baer, permette di fare il punto sulle vicende collezionistiche di una delle più significative raccolte di opere del genio futurista, oltre che di scoprire una storia familiare legata a doppio filo con la vicenda artistica e politica dell’Italia di primo Novecento.
Dal 3 al 30 ottobre presso la Galleria Bottegantica La mostra Boccioni e i Baer, una memoria ritrovata presenterà al pubblico una selezione di opere del maestro futurista, transitate nella collezione Baer, come ad esempio alcuni lavori connessi allo sviluppo de La città sale, o un inedito disegno di una testa futurista.
Queste opere saranno affiancate da altri lavori boccioniani, come il ritratto dello scultore Riccardo Ripamonti, interessanti per ricostruire la fisionomia di una stagione importante non solo per l’arte di Umberto Boccioni, ma per l’intera storia del collezionismo d’avanguardia di inizio secolo.

Umberto Boccioni, Mia madre
Tutto ebbe inizio dal ritratto di Betty, moglie di Samuele Baer, insieme alla piccola figlia Nora, eseguito da Umberto Boccioni nel 1909. Sin dal suo arrivo a Milano, la donna si mosse all’interno del mondo dell’associazionismo femminile, battendosi tanto per l’emancipazione della donna che per le politiche assistenziali. La comune frequentazione di questi ambienti è stata, con buona probabilità, l’occasione per Betty di approfondire il suo interesse per il mondo dell’arte, proprio nel momento in cui Margherita Sarfatti aveva da poco conosciuto Boccioni.
L’ingresso nel circuito sociale e culturale dei coniugi Baer aprì presto all’artista nuovi rapporti come quelli con la famiglia Ruberl e soprattutto, con Vico Baer , divenuto in breve tempo una delle figure più vicine all’artista, non solo in qualità di collezionista e mecenate, ma anche di “solo amico che mi rimane”, come gli scriveva lo stesso Boccioni nel 1914.
Imprenditori di successo nel commercio di ricami e confezioni d’abiti, legati all’impresa familiare di produzione di “confezioni per signora”, M. Baer & Co, fondata nel 1884 a Milano, i Baer supportarono l’attività artistica boccioniana. Ma nel 1938 i destini della famiglia furono sconvolti dalle leggi razziali che avrebbero portato alla diaspora dell’intero nucleo.
Una parte della famiglia di Samuel e Betty Baer, tuttavia, riuscì a rimanere in Italia. Anche la collezione Baer, nell’immediato dopoguerra, andrà lentamente disgregandosi tra vendite e donazioni, come le opere di Boccioni destinate al MoMA di New York.
Umberto Boccioni, Ritratto dello scultore Ripamonti
La mostra farà luce su questa interessante vicenda, accompagnata dalla pubblicazione di un volume a cura di Niccolò D’Agati con un testo di Ester Coen. Arricchito da materiali e documenti d’epoca che raccontano la storia della Famiglia Baer, il volume presenterà per la prima volta una ricostruzione della collezione di Samuele e Betty Baer e di Vico Baer offrendo la possibilità di riscoprire opere ritenute disperse, come Il Ritratto di Vico Baer, e capolavori inediti come il Ritratto di Gemma Baer, finora ignoto nella letteratura boccioniana.
Il ritrovamento di un nucleo di quattro disegni inediti dell’artista, provenienti dalla Collezione di Betty Stein Baer, permette di fare il punto sulle vicende collezionistiche di una delle più significative raccolte di opere del genio futurista, oltre che di scoprire una storia familiare legata a doppio filo con la vicenda artistica e politica dell’Italia di primo Novecento.
Dal 3 al 30 ottobre presso la Galleria Bottegantica La mostra Boccioni e i Baer, una memoria ritrovata presenterà al pubblico una selezione di opere del maestro futurista, transitate nella collezione Baer, come ad esempio alcuni lavori connessi allo sviluppo de La città sale, o un inedito disegno di una testa futurista.
Queste opere saranno affiancate da altri lavori boccioniani, come il ritratto dello scultore Riccardo Ripamonti, interessanti per ricostruire la fisionomia di una stagione importante non solo per l’arte di Umberto Boccioni, ma per l’intera storia del collezionismo d’avanguardia di inizio secolo.

Umberto Boccioni, Mia madre
Tutto ebbe inizio dal ritratto di Betty, moglie di Samuele Baer, insieme alla piccola figlia Nora, eseguito da Umberto Boccioni nel 1909. Sin dal suo arrivo a Milano, la donna si mosse all’interno del mondo dell’associazionismo femminile, battendosi tanto per l’emancipazione della donna che per le politiche assistenziali. La comune frequentazione di questi ambienti è stata, con buona probabilità, l’occasione per Betty di approfondire il suo interesse per il mondo dell’arte, proprio nel momento in cui Margherita Sarfatti aveva da poco conosciuto Boccioni.
L’ingresso nel circuito sociale e culturale dei coniugi Baer aprì presto all’artista nuovi rapporti come quelli con la famiglia Ruberl e soprattutto, con Vico Baer , divenuto in breve tempo una delle figure più vicine all’artista, non solo in qualità di collezionista e mecenate, ma anche di “solo amico che mi rimane”, come gli scriveva lo stesso Boccioni nel 1914.
Imprenditori di successo nel commercio di ricami e confezioni d’abiti, legati all’impresa familiare di produzione di “confezioni per signora”, M. Baer & Co, fondata nel 1884 a Milano, i Baer supportarono l’attività artistica boccioniana. Ma nel 1938 i destini della famiglia furono sconvolti dalle leggi razziali che avrebbero portato alla diaspora dell’intero nucleo.
Una parte della famiglia di Samuel e Betty Baer, tuttavia, riuscì a rimanere in Italia. Anche la collezione Baer, nell’immediato dopoguerra, andrà lentamente disgregandosi tra vendite e donazioni, come le opere di Boccioni destinate al MoMA di New York.

Umberto Boccioni, Ritratto dello scultore Ripamonti
La mostra farà luce su questa interessante vicenda, accompagnata dalla pubblicazione di un volume a cura di Niccolò D’Agati con un testo di Ester Coen. Arricchito da materiali e documenti d’epoca che raccontano la storia della Famiglia Baer, il volume presenterà per la prima volta una ricostruzione della collezione di Samuele e Betty Baer e di Vico Baer offrendo la possibilità di riscoprire opere ritenute disperse, come Il Ritratto di Vico Baer, e capolavori inediti come il Ritratto di Gemma Baer, finora ignoto nella letteratura boccioniana.
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