Genova 1965. La poesia visiva di Francesco Vaccarone
Dal 31 Gennaio 2016 al 06 Marzo 2016
Genova
Luogo: Museo d’arte contemporanea Villa Croce
Indirizzo: via Jacopo Ruffini 3
Orari: da martedì a venerdì 11-19; sabato e domenica 10-18.30
Curatori: Valerio Dehò
Telefono per informazioni: +39 010 580069/585772
E-Mail info: staffmostre@comune.genova.it
Sito ufficiale: http://www.villacroce.org
Il museo di Villa Croce presenta una mostra monografica dedicata alle sperimentazioni degli anni Sessanta nelle opere di Francesco Vaccarone.
L’artista negli anni sessanta, dopo un periodo dedicato alla pittura, si avvicina a un linguaggio più sperimentale e alle ricerche visuali. Tali ricerche nascono in risposta alle ricerche delle avanguardie storiche che a Genova costituivano una polifonia di linguaggi, con la volontà di affrancare la parola
e il linguaggio dalla mera dimensione semantica.
Nei primi anni Sessanta l’artista si unisce al gruppo genovese Studio, insieme a Zivieri, Tola e Guala,
tra gli altri, radunati intorno alla galleria La Carabaga, e sperimenta giocando con il linguaggio contemporaneo utilizzando i media classici delle ricerche pop.
La sperimentazione di Vaccarone di questi anni attinge a diverse contaminazioni estrapolate dal mondo della parola e degli oggetti quotidiani; realizza opere costituite da ritagli di parole e frasi estratte da riviste e giornali, montate con accostamenti forti, carichi di messaggi politici e poetici. Sul versante più figurativo
e pittorico presenta una produzione caratterizzata dall’assemblaggio di immagini e oggetti a metà strada tra Pop Art e Nouveau Réalisme. Lavorare in dialogo con le ricerche di molti artisti permetta a Vaccarone
di usare Il linguaggio della poesia visiva come risposta alla proliferazione di immagini tipiche della società dei consumi, utilizzando i suoi stessi mezzi, manipolandoli e decodificandoli. L’artista si concentra sulle ricerche verbo visive che prendono le mosse da un’analisi del linguaggio dei mass-media e delle tecnologie che lo supportano, per assumerlo come linguaggio artistico, stravolgendone il significato per rovesciare
i rapporti sociali in una sorta di giocosa rivoluzione. L’intervista del curatore Valerio Dehò con l’artista racconta lo sviluppo artistico degli anni Settanta.
Francesco Vaccarone lavora alla Spezia dove è nato nel 1940. Ha iniziato fin da giovanissimo la sua attività di pittore, scultore e incisore. Nel corso della sua attività ha avuto studi (1964-1994) a Genova, Roma, Milano e Stoccolma. Invitato alla XI Quadriennale Nazionale di Roma e al Padiglione Italia della 54 Biennale Internazionale di Venezia, gli sono state allestite oltre duecento esposizioni personali in gallerie pubbliche
e private e in università in Europa, Africa, Usa e America latina. Nel 2015, Umberto Allemandi Editori ha pubblicato “Francesco Vaccarone - Catalogo Ragionato (1958-2015)” a cura di Valerio Dehò. Il 10 gennaio scorso si è conclusa un’ampia antologica dedicata all’artista dal Comune di Sarzana ospitata nella Fortezza Firmafede. Per dettagliate notizie bio-bibliografiche consultare il sito dell’artista www.vaccarone.it
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