Antico e Moderno. Acquisizioni e donazioni della Fondazione Carisbo per la storia di Bologna (2001-2013). Dal Trecento all’Ottocento

Giovan Francesco Barbieri detto il Guercino (Cento 1591 – Bologna 1666), Sibilla Samia, olio su tela, 1651

 

Dal 26 Giugno 2014 al 26 Settembre 2014

Bologna

Luogo: Casa Saraceni / Palazzo Fava

Indirizzo: via Farini 15, via Manzoni 2

Orari: martedì-domenica (lunedì chiuso) | ore 10-17 Casa Saraceni | ore 10-19 Palazzo Fava

Curatori: Angelo Mazza

Enti promotori:

  • Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna

Costo del biglietto: Casa Saraceni: ingresso gratuito; Palazzo Fava: intero € 10, ridotto € 7

Telefono per informazioni: +39 051 2754127 / 051 19936305

E-Mail info: annalisa.bellocchi@fondazionecarisbo.it

Sito ufficiale: http://www.fondazionecarisbo.it


“Nella realizzazione del circuito denominato Genus Bononiae che ora unisce Palazzo Fava all’oratorio di San Colombano, la biblioteca di storia dell’arte dell’ex chiesa di San Giorgio in Poggiale a Palazzo Pepoli sede del Museo della Storia di Bologna, Casa Saraceni alla Chiesa di Santa Cristina nella quale si organizzano concerti, la Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna ha proceduto all’acquisizioni di opere d’arte, sia antiche che contemporanee.
La mostra inaugurata a Casa Saraceni nel gennaio scorso ha reso conto degli incrementi delle opere del Novecento della Fondazione, con artisti quali Balla, Depero, Boccioni, Martini, Wildt, Fontana, Viani e altri che coprono la seconda metà del secolo. Proseguendo quel programma di informazione, la nuova esposizione, prevista a partire dal 27 giugno, prende in esame le opere più significative dal Trecento all’Ottocento acquisite negli anni 2001-2013, tra le quali miniature del Trecento bolognese, dipinti di Denys Calvaert, Annibale Carracci, Guido Reni, Guercino, Cantarini, Giovanni Andrea Sirani e della figlia Elisabetta; inoltre di Lorenzo Pasinelli e di Donato Creti, fino a Gaetano Gandolfi; quindi un gruppo di settanta statuette da presepio del Settecento e dell’Ottocento bolognese e alcuni modelletti in terracotta di Giacomo De Maria, per lo più preparatori delle grandi statue che ornano palazzo Hercolani di Strada Maggiore.
Si tratta di opere che la Fondazione Carisbo ha acquistato negli ultimi tredici anni sul mercato internazionale, non solo europeo, allo scopo di restituire alla città testimonianze significative di artisti che hanno illustrato la sua storia artistica o nuclei collezionistici vaganti che rischiavano la frammentazione e la dispersione, per lo più inserendoli nelle sedi che compongono l’itinerario artistico di Genus Bononiae. Non mancano opere di una bellezza assoluta che travalicano la tradizione cittadina, come la Maddalena di Antonio Canova e l’ammiccante testina in cera del cosiddetto Gavroche, ragazzino sorridente e smaliziato di Medardo Rosso.
Un’importante sezione è riservata alle donazioni che la Fondazione ha ricevuto in questo arco di tempo, segno del riconoscimento del ruolo sempre più incisivo che questa svolge nella vita culturale cittadina: singole opere, come il busto in marmo di “Nonna Diamante” di Vincenzo Vela donato dalla famiglia Jacchia-Carpi Norsa; la pala d’altare con il ritratto del committente, opera del carraccesco Giambattista Bertusio donata dalla Fondazione Artigianato e Cultura “Furio Farabegoli” in ricordo di Emilio Rubbi insieme a importanti arredi e suppellettili, tra le quali una poltrona appartenuta, come riporta la tradizione, al cardinale Lambertini; il noto affresco con la Madonna del ricamo di Vitale da Bologna, capolavoro del Trecento bolognese pervenuto grazie alla donazione di Maria Grazia Cuccoli; ma anche nuclei di dipinti, come le due tavole di primo Cinquecento e le due tele del Seicento donate dalla famiglia Checcoli e infine gli importantissimi dipinti pervenuti nel 2013 grazie alla generosità della dott.ssa Maria Antonietta Di Marzio Gaist, che annoverano i nomi di Johann Carl Loth, di Simone Brentana e di Giuseppe Zola, e insieme altre significative opere anch’esse appartenute al prof. Quirino Di Marzio luminare dell’oftalmologia.
L’esposizione si articola nelle sedi di Casa Saraceni e di Palazzo Fava: la prima con le opere donate alla Fondazione, l’altra con quelle che la Fondazione ha acquistato presso privati e sul mercato antiquario. Rende conto di tutte le acquisizioni effettuate e di tutte le donazioni ricevute un’informata pubblicazione, ricca di illustrazioni e densa di commenti critici, che, grazie al contributo di numerosi specialisti, fa il bilancio esaustivo degli accrescimenti patrimoniali della Fondazione in campo artistico dal 2001 a oggi”.
Angelo Mazza
Conservatore delle Collezioni d’Arte e di Storia della
Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna


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