Omaggio a Jan Knap
Dal 12 Aprile 2013 al 31 Maggio 2013
Torino
Luogo: Giampiero Biasutti Arte Moderna e Contemporanea
Indirizzo: via della Rocca 6/B
Orari: da martedì a sabato 10.30-12.30/ 15.30-19.30
Telefono per informazioni: +39 011 8141099
E-Mail info: info@galleriabiasutti.it
Sito ufficiale: http://www.galleriabiasutti.com/sito/index.htm
Jan Knap è nato a Chrudim nella Repubblica Ceca nel 1949, ha studiato architettura a Praga e pittura all’Accademia delle Belle Arti di Dusseldorf nel 1970-‘72; negli anni Settanta si è trasferito negli Stati Uniti (e vi è rimasto per un decennio, dal 1972 al 1982, vivendo per lo più a New York). Verso la fine degli anni Settanta ha fondato con Milan Kunc e Peter Angermann, il gruppo “Normal” che riuniva tre artisti residenti, rispettivamente, Kunc a Colonia, Angermann a Norimberga e infine Knap, almeno ufficialmente, a Chrudim e New York. Negli anni Ottanta Knap, prosegue attraverso tappe significative: studia teologia a Roma dal 1982 all’84. Dal 1984 all’89 vive e lavora, invece, a Colonia, infine dall’89 al ’92 si trasferisce a Modena. In ultimo, dall’Italia si è nuovamente trasferito nel Paese natale. Oggi quest’artista unico e inimitabile vive e lavora nella Repubblica Ceca.
Recitare sinteticamente la biografia di Knap è doveroso, essa infatti introduce nel migliore dei modi alla sua stessa arte. Il suo lavoro, rispecchia le molteplici esperienze vissute dall’artista, tra Stati Uniti d’America e Italia, Germania e Repubblica Ceca, lasciando ben intendere la ricchezza e la straordinarietà del suo background e consentendo, nel contempo, l’esaltazione della sua inimitabile, originalissima cifra figurale che lo ha portato nelle più importanti collezioni pubbliche e private e gli ha consentito i più ambiti riconoscimenti internazionali. Apparentemente la sua figurazione parrebbe una rivisitazione di artisti del Quattrocento italiano e tedesco, ma ancora una volta soltanto apparentemente, benché non pochi critici abbiano sottolineato proprio quest’aspetto. Ida Magli, scrivendone nel maggio del Duemila, ha detto di lui che la sua arte non è sacra. Ma certamente è un’arte disarmantemente trascendentale e d’una innocenza commovente. L’innocenza della purezza, verrebbe da dire, a suo modo segnalata anche da Elena Pontiggia in più occasioni. Ecco perché Achille B. Oliva ebbe a scrivere (nel Duemila) che “Per Knap la voluta e francescana elementarità dell’immagine nasce dall’esigenza di restare sempre dentro l’ambito rigoroso del visibile”. Ecco perché, conviene dunque spiegare, il problema delle sue iconografie si salda fortemente a quello della sua stessa ragione pittorica, facendone un antesignano del superamento delle modalità e delle strategie del Post Modern. La mostra torinese propone una quindicina di opere dell’artista, olii su tela, più alcuni acquerelli che sottolineano la maestria pittorica, la delicatezza esecutiva di Jan Knap.
Questi ha dichiarato, a Lisa Licitra Ponti, che uno dei suoi obiettivi è “Creare, con poco, un’abbondanza spirituale” e le opere in mostra lo confermano in modo eloquente. Di seguito alcune principali mostre personali: - 1986 Galerie Paul Maenz Kõln - 1988 Holly Solomon Gallery New York, Galleria Toselli Milano - 1999 Sperone - Westwater Gallery New York, Galerie Sternberg Sternberg, - 2007 Giampiero Biasutti, Torino
Recitare sinteticamente la biografia di Knap è doveroso, essa infatti introduce nel migliore dei modi alla sua stessa arte. Il suo lavoro, rispecchia le molteplici esperienze vissute dall’artista, tra Stati Uniti d’America e Italia, Germania e Repubblica Ceca, lasciando ben intendere la ricchezza e la straordinarietà del suo background e consentendo, nel contempo, l’esaltazione della sua inimitabile, originalissima cifra figurale che lo ha portato nelle più importanti collezioni pubbliche e private e gli ha consentito i più ambiti riconoscimenti internazionali. Apparentemente la sua figurazione parrebbe una rivisitazione di artisti del Quattrocento italiano e tedesco, ma ancora una volta soltanto apparentemente, benché non pochi critici abbiano sottolineato proprio quest’aspetto. Ida Magli, scrivendone nel maggio del Duemila, ha detto di lui che la sua arte non è sacra. Ma certamente è un’arte disarmantemente trascendentale e d’una innocenza commovente. L’innocenza della purezza, verrebbe da dire, a suo modo segnalata anche da Elena Pontiggia in più occasioni. Ecco perché Achille B. Oliva ebbe a scrivere (nel Duemila) che “Per Knap la voluta e francescana elementarità dell’immagine nasce dall’esigenza di restare sempre dentro l’ambito rigoroso del visibile”. Ecco perché, conviene dunque spiegare, il problema delle sue iconografie si salda fortemente a quello della sua stessa ragione pittorica, facendone un antesignano del superamento delle modalità e delle strategie del Post Modern. La mostra torinese propone una quindicina di opere dell’artista, olii su tela, più alcuni acquerelli che sottolineano la maestria pittorica, la delicatezza esecutiva di Jan Knap.
Questi ha dichiarato, a Lisa Licitra Ponti, che uno dei suoi obiettivi è “Creare, con poco, un’abbondanza spirituale” e le opere in mostra lo confermano in modo eloquente. Di seguito alcune principali mostre personali: - 1986 Galerie Paul Maenz Kõln - 1988 Holly Solomon Gallery New York, Galleria Toselli Milano - 1999 Sperone - Westwater Gallery New York, Galerie Sternberg Sternberg, - 2007 Giampiero Biasutti, Torino
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