My city is a world: Napoli negli occhi di Gian Paolo Russo
Dal 11 Luglio 2024 al 10 Settembre 2024
Napoli
Luogo: Complesso Monumentale di Santa Maria La Nova
Indirizzo: Piazza S. Maria la Nova 44
Curatori: Giuseppe Reale
Telefono per informazioni: +39 351.047.0411
Giovedì 11 luglio, alle ore 19,si inaugura nelComplesso Monumentale di Santa Maria La Nova a Napoli “MY CITY IS A WORLD”, la mostra fotografica del napoletano Gian Paolo Russo. Una narrazione di Napoli e dei suoi paesaggi – vedute iconiche e più insolite prospettive - che l’autore restituisce mediante una dimensione contemplativa, quasi onirica, in cui la presenza umana è solo un elemento infinitesimale e dove i veri protagonisti sono il colore e l’atmosfera. Ogni scatto è un voler andare oltre la routine della vita quotidiana per godere della bellezza inaspettata di una città in continua mutazione, che sa sorprendere e regalare ogni giorno, ogni ora, un’emozione diversa.
La mostra, curata da Giuseppe Reale, Direttore del Complesso di S. Maria La Nova, è allestita nel celebre Cappellone di San Giacomo della Marca, scrigno di arte e storia partenopea: le 10 fotografie, stampate su alluminio, dialogano con i marmi barocchi, gli affreschi di Massimo Stanzione e di Luca Giordano.
In ogni fotografia Gian Paolo Russo crea luci di transizione, scattando principalmente all’alba, a volte giocando con tempi lunghi per creare scie di movimento (che paradossalmente la fotografia cerca di congelare), altre volte per fermare il tempo fino a renderlo sospeso. Ma in ogni fotografia ciò che colpisce l’occhio di chi osserva è il colore: tinte vivide che virano dal blu intenso all’arancione e che riescono a trasmettere un sentimento di pace e riconciliazione con il paesaggio circostante. Ecco l’isola di Capri incorniciata tra due palazzi di via Partenope e avvolta dalle prime luci dell’alba; il Castel dell’Ovo sospeso nel blu liquido di mare e cielo; il pontile di Bagnoli che sembra correre verso il tramonto e nuvole color porpora; ed ancora il Vesuvio tra asfalto, scie luminose e un cielo infuocato.
<<Gian Paolo Russo incrocia luoghi assolutamente abituali delle nostre strade e delle nostre piazze, di una fermata dell’autobus o di un celebre castello abbracciato dalle onde del mare, sottraendoli alla ripetizione della visione consueta, restituendoceli come un racconto, come una visione di sogno, come un dettaglio in cui il colore è luce e contrasto di ombre. Nei suoi scatti d’autore c’è il viaggio di un’istantanea, la consegna di un’emozione nascosta nella pelle, in cui immediatamente riconoscere luoghi che ci appartengono secondo una memoria condivisa, ma per poi trovare un racconto altro dai nostri stessi occhi e, nella nostalgia di un’inquadratura, vedere emergere un mondo altro, il mondo di Gian Paolo Russo che è proprio la sua timida e cortese condivisione di mondo. La sua fotografia non insegue il sensazionalismo, è una fotografia di pensieri, di rinvii del momento, è una fotografia che non cede alla moda del selfie a tutti i costi del mondo, ma che resta ancora un viaggio interiore>>, scrive Giuseppe Reale nel testo che accompagna l’esposizione.
Gian Paolo Russo è alla sua prima esposizione in un luogo pubblico. Classe 1974, si definisce armatore prestato alla fotografia per passione <<Ho scoperto la magia di osservare il mondo attraverso il mirino della reflex di mio padre quand’ero bambino>>. Nel tempo ha poi affiancato alla passione, lo studio della fotografia, tra corsi e letture, senza mai abbandonare la sua reflex. << Ho viaggiato molto in tutti e cinque i continenti, rimanendo all’estero per periodi anche lunghi, ma ogni viaggio è sempre iniziato da Napoli e soprattutto è finito a Napoli. Mi sono sentito, e mi sento tutt’ora, un cittadino del mondo, ma oggi credo di avere una ragionevole consapevolezza e serenità nel dire che il mio luogo del cuore è questo. Napoli è la mia città, my city, o almeno sono una particella del suo microcosmo e delle sue mille sfaccettature>> .
La mostra, curata da Giuseppe Reale, Direttore del Complesso di S. Maria La Nova, è allestita nel celebre Cappellone di San Giacomo della Marca, scrigno di arte e storia partenopea: le 10 fotografie, stampate su alluminio, dialogano con i marmi barocchi, gli affreschi di Massimo Stanzione e di Luca Giordano.
In ogni fotografia Gian Paolo Russo crea luci di transizione, scattando principalmente all’alba, a volte giocando con tempi lunghi per creare scie di movimento (che paradossalmente la fotografia cerca di congelare), altre volte per fermare il tempo fino a renderlo sospeso. Ma in ogni fotografia ciò che colpisce l’occhio di chi osserva è il colore: tinte vivide che virano dal blu intenso all’arancione e che riescono a trasmettere un sentimento di pace e riconciliazione con il paesaggio circostante. Ecco l’isola di Capri incorniciata tra due palazzi di via Partenope e avvolta dalle prime luci dell’alba; il Castel dell’Ovo sospeso nel blu liquido di mare e cielo; il pontile di Bagnoli che sembra correre verso il tramonto e nuvole color porpora; ed ancora il Vesuvio tra asfalto, scie luminose e un cielo infuocato.
<<Gian Paolo Russo incrocia luoghi assolutamente abituali delle nostre strade e delle nostre piazze, di una fermata dell’autobus o di un celebre castello abbracciato dalle onde del mare, sottraendoli alla ripetizione della visione consueta, restituendoceli come un racconto, come una visione di sogno, come un dettaglio in cui il colore è luce e contrasto di ombre. Nei suoi scatti d’autore c’è il viaggio di un’istantanea, la consegna di un’emozione nascosta nella pelle, in cui immediatamente riconoscere luoghi che ci appartengono secondo una memoria condivisa, ma per poi trovare un racconto altro dai nostri stessi occhi e, nella nostalgia di un’inquadratura, vedere emergere un mondo altro, il mondo di Gian Paolo Russo che è proprio la sua timida e cortese condivisione di mondo. La sua fotografia non insegue il sensazionalismo, è una fotografia di pensieri, di rinvii del momento, è una fotografia che non cede alla moda del selfie a tutti i costi del mondo, ma che resta ancora un viaggio interiore>>, scrive Giuseppe Reale nel testo che accompagna l’esposizione.
Gian Paolo Russo è alla sua prima esposizione in un luogo pubblico. Classe 1974, si definisce armatore prestato alla fotografia per passione <<Ho scoperto la magia di osservare il mondo attraverso il mirino della reflex di mio padre quand’ero bambino>>. Nel tempo ha poi affiancato alla passione, lo studio della fotografia, tra corsi e letture, senza mai abbandonare la sua reflex. << Ho viaggiato molto in tutti e cinque i continenti, rimanendo all’estero per periodi anche lunghi, ma ogni viaggio è sempre iniziato da Napoli e soprattutto è finito a Napoli. Mi sono sentito, e mi sento tutt’ora, un cittadino del mondo, ma oggi credo di avere una ragionevole consapevolezza e serenità nel dire che il mio luogo del cuore è questo. Napoli è la mia città, my city, o almeno sono una particella del suo microcosmo e delle sue mille sfaccettature>> .
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