Fino al 28 febbraio al Palazzo della Cancelleria
Giordania: alba del Cristianesimo. A Roma 90 reperti per un viaggio tra storia e fede
“Giordania: alba del cristianesimo”, Allestimento | Foto: © Samantha De Martin
Samantha De Martin
05/02/2025
Roma - Un timbro per il pane con un motivo a croci, utilizzato per imprimere disegni simbolici sulla superficie, testimonia le abitudini dei primi cristiani in Giordania intorno al VI secolo d.C.
Un agnello legato a un albero, circondato da petali di fiori, dal Museo di Madaba, delicato motivo di un mosaico del VI secolo, dialoga con le magnifiche sale di Palazzo della Cancelleria a Roma, come anche le spade in ceramica, le lampade d’argilla, le lanterne, le raffinate bottigliette in vetro colorato a forma di pesce o la fiasca in argilla utilizzata probabilmente dai pellegrini per trasportare acqua o olio santo, che traduce i bisogni religiosi, ma anche pratici, dei primi viaggiatori cristiani. Un rilievo in arenaria, raffigurante un agnello circondato da volute di acanto, realizzato tra IV e III secolo d.C, parte del complesso di santo Stefano a Umm al-Rasas e in prestito dal magazzino di Monte Nebo, presenta caratteristiche artistiche regionali. E ancora un tavolo da gioco in pietra calcarea del V-VI secolo d.C ci riporta al Museo del punto più basso del mondo.
L’alba del Cristianesimo in Giordania ha la forma e i colori dei 90 straordinari reperti, tesori selezionati da circa 34 siti archeologici in Giordania, che rappresentano un legame profondo con le radici del cristianesimo in questa terra, e che raccontano la storia del cristianesimo dai suoi albori fino ai giorni nostri. A restituirli ai visitatori della capitale è l’interessante mostra Giordania: alba del cristianesimo che fino al 28 febbraio celebra il patrimonio cristiano della Giordania a Roma.
Il percorso, organizzato dal Ministero del Turismo e delle Antichità della Giordania in collaborazione con il Vaticano, inaugurato alla presenza della Ministra del turismo e delle antichità del Regno Hashemita di Giordania, Lina Annab, è aperto al pubblico con ingresso gratuito su prenotazione.
“Giordania: alba del cristianesimo”, Allestimento | Foto: © Samantha De Martin
L’appuntamento, che celebra anche i trent’anni di relazioni diplomatiche tra la Giordania e la Santa Sede, coincide con l’Anno Giubilare del Vaticano a tema “Pellegrinaggio della Speranza”, nonché con il 60° anniversario della visita di Papa Paolo VI in Giordania, nel 1964.
L’esposizione, impreziosita da un bellissimo allestimento, con QR code che permettono di approfondire la storia e la provenienza di questi straordinari reperti, rappresenta una porta d’ingresso al sacro passato della Giordania, includendo cinque siti di pellegrinaggio riconosciuti dal Vaticano: Tel Mar Elias, il luogo di nascita del profeta Elia, Nostra Signora della Montagna, santuario che commemora la Vergine Maria, il Monte Nebo, ultimo luogo di riposo del profeta Mosè, Macheronte, dove si racconta del martirio di Giovanni Battista e Maghtas, sito del Battesimo di Gesù Cristo sul fiume Giordano, le acque in cui Giovanni Battista battezzò Gesù, segnando l’inizio stesso del cristianesimo.
Gli oggetti antichi in mostra tracciano l’evoluzione del cristianesimo, dal battesimo di Gesù Cristo all’epoca bizantina, attraverso il sorgere delle ere islamiche, fino all’attuale era hashemita. Intricati e variopinti mosaici, simboli antichi come l’Ichthys, la storia della Chiralità in Giordania, testimoniano non solo come il cristianesimo abbia avuto inizio, ma anche come abbia continuato a prosperare e fiorire in Giordania fino ai giorni nostri, contribuendo ad alimentare le bellezze artistiche e architettoniche, ma anche la conservazione culturale dal primo secolo a oggi.
“Giordania: alba del cristianesimo”, Allestimento | Foto: © Samantha De Martin
Rivolgendosi al pubblico di tutto il mondo, la mostra invita credenti e ricercatori a riscoprire le radici della fede e del patrimonio, celebrando il lascito duraturo del cristianesimo nella Terra Santa di Giordania. Mentre il “Pellegrinaggio della Speranza” del Vaticano ispira riflessione e viaggio spirituale, la storia della Giordania offre un legame profondo con il luogo di nascita del cristianesimo.
Un appuntamenbto da non perdere.
Un agnello legato a un albero, circondato da petali di fiori, dal Museo di Madaba, delicato motivo di un mosaico del VI secolo, dialoga con le magnifiche sale di Palazzo della Cancelleria a Roma, come anche le spade in ceramica, le lampade d’argilla, le lanterne, le raffinate bottigliette in vetro colorato a forma di pesce o la fiasca in argilla utilizzata probabilmente dai pellegrini per trasportare acqua o olio santo, che traduce i bisogni religiosi, ma anche pratici, dei primi viaggiatori cristiani. Un rilievo in arenaria, raffigurante un agnello circondato da volute di acanto, realizzato tra IV e III secolo d.C, parte del complesso di santo Stefano a Umm al-Rasas e in prestito dal magazzino di Monte Nebo, presenta caratteristiche artistiche regionali. E ancora un tavolo da gioco in pietra calcarea del V-VI secolo d.C ci riporta al Museo del punto più basso del mondo.
L’alba del Cristianesimo in Giordania ha la forma e i colori dei 90 straordinari reperti, tesori selezionati da circa 34 siti archeologici in Giordania, che rappresentano un legame profondo con le radici del cristianesimo in questa terra, e che raccontano la storia del cristianesimo dai suoi albori fino ai giorni nostri. A restituirli ai visitatori della capitale è l’interessante mostra Giordania: alba del cristianesimo che fino al 28 febbraio celebra il patrimonio cristiano della Giordania a Roma.
Il percorso, organizzato dal Ministero del Turismo e delle Antichità della Giordania in collaborazione con il Vaticano, inaugurato alla presenza della Ministra del turismo e delle antichità del Regno Hashemita di Giordania, Lina Annab, è aperto al pubblico con ingresso gratuito su prenotazione.
“Giordania: alba del cristianesimo”, Allestimento | Foto: © Samantha De Martin
L’appuntamento, che celebra anche i trent’anni di relazioni diplomatiche tra la Giordania e la Santa Sede, coincide con l’Anno Giubilare del Vaticano a tema “Pellegrinaggio della Speranza”, nonché con il 60° anniversario della visita di Papa Paolo VI in Giordania, nel 1964.
L’esposizione, impreziosita da un bellissimo allestimento, con QR code che permettono di approfondire la storia e la provenienza di questi straordinari reperti, rappresenta una porta d’ingresso al sacro passato della Giordania, includendo cinque siti di pellegrinaggio riconosciuti dal Vaticano: Tel Mar Elias, il luogo di nascita del profeta Elia, Nostra Signora della Montagna, santuario che commemora la Vergine Maria, il Monte Nebo, ultimo luogo di riposo del profeta Mosè, Macheronte, dove si racconta del martirio di Giovanni Battista e Maghtas, sito del Battesimo di Gesù Cristo sul fiume Giordano, le acque in cui Giovanni Battista battezzò Gesù, segnando l’inizio stesso del cristianesimo.
Gli oggetti antichi in mostra tracciano l’evoluzione del cristianesimo, dal battesimo di Gesù Cristo all’epoca bizantina, attraverso il sorgere delle ere islamiche, fino all’attuale era hashemita. Intricati e variopinti mosaici, simboli antichi come l’Ichthys, la storia della Chiralità in Giordania, testimoniano non solo come il cristianesimo abbia avuto inizio, ma anche come abbia continuato a prosperare e fiorire in Giordania fino ai giorni nostri, contribuendo ad alimentare le bellezze artistiche e architettoniche, ma anche la conservazione culturale dal primo secolo a oggi.
“Giordania: alba del cristianesimo”, Allestimento | Foto: © Samantha De Martin
Rivolgendosi al pubblico di tutto il mondo, la mostra invita credenti e ricercatori a riscoprire le radici della fede e del patrimonio, celebrando il lascito duraturo del cristianesimo nella Terra Santa di Giordania. Mentre il “Pellegrinaggio della Speranza” del Vaticano ispira riflessione e viaggio spirituale, la storia della Giordania offre un legame profondo con il luogo di nascita del cristianesimo.
Un appuntamenbto da non perdere.
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