Appuntamenti da non perdere al Festival della Filosofia di Modena 2014
A casa di Enzo Ferrari per parlare di gloria tra piste e web
Fortunato Depero, Nitrito in velocità, 1932 ca. Courtesy of © Museo del Novecento – Collezioni civiche – Dono Alberto Della Ragione.
Eleonora Zamparutti
11/09/2014
Modena - Fari puntati sulla cittadina emblema del benessere e del buon vivere emiliano, esempio eccellente di quella Terza Italia che nel dopoguerra si affrettava ad accelerare il processo di affrancamento dall’economia agricola e diventava il distretto di eccellenza di alcune imprese familiari destinate a diventare poi il fiore all’occhiello di un modello tutto italiano di fare la corsa all’oro.
Dal 12 al 14 settembre Modena dà il via alla 14esima edizione del fortunato Festival della Filosofia ospitando menti pensanti per riflettere intorno a una questione all’ordine del giorno del vivere contemporaneo: la “gloria”, esplorata in tutte le varie accezioni che vanno dal desiderio di elevazione alle forme più attuali di spettacolarizzazione e visibilità. Un termine indagato come forza propulsiva aspirazionale e soppesato nelle declinazioni contigue e ambivalenti di onore e rispetto per arrivare alla volontà di imprimere un segno tangibile di sé e delle proprie imprese.
Nel ricco e vario calendario degli appuntamenti che prevedono oltre 50 lezioni magistrali e 200 tra spettacoli, mostre e letture in pubblico, ARTE.it segnala un interessante appuntamento di nicchia che si svolge tra le mura della casa museo Enzo Ferrari dove tra l’altro è allestita la mostra “Maserati 100 – A Century of Pure Italian Luxury Sports Cars” una rassegna per celebrare i 100 anni della casa automobilistica , attraverso l’esposizione di numerosi modelli e uno spettacolo immersivo, realizzato con 19 videoproiettori per rivivere i momenti più significativi della storia della Casa del Tridente.
Qui Paolo Tacconi che alla Ferrari dirige il settore Digital e Antonio Ghini, direttore del Museo di Enzo Ferrari e del Museo Ferrari di Maranello, affronteranno il tema della gloria in una forma trasversale e originale mettendo a confronto storie di personaggi del mondo digitale e dell’automobilismo, cercando di trovare un comune denominatore tra il genio di uno scienziato, che partecipa alla sfida universale del progresso, e il talento del pilota che si batte per primeggiare nel suo sport, entrambi determinati ad assurgere alla gloria tramite la capacità, la velocità e la sfida per il successo.
Un esercizio di stile – quello di voler accostare Steve Jobs ad Ayrton Senna e Mark Zuckerberg a Michael Schumacher – provocatorio e divertente che forse andrebbe preso come impegno quotidiano da parte di molti in un’Italia che ha perso l’allenamento a pensare al proprio domani.
Già perché in qualche modo è una buona iniezione di futurismo ciò che accomuna chi frequenta il mondo delle corse, all’oro e al traguardo. Futurismo inteso come rapidità di stile e di pensiero, come disinvoltura nel desiderare e progettare ciò che verrà, in sostanza il potere di mettere a fuoco visioni a occhi chiusi.
Imbalsamati in un eterno passato che ci ha convinti che non esista futuro, negli “atrii muscosi e nei Fori cadenti” del nostro patrimonio d’arte e bellezza si aggira lo spettro “di quel signore che si sente obbligato a dover indossare per tutta la vita lo smoking con le macchie della prima festa a cui ha partecipato” come ha detto qualche giorno fa a Monza il critico Philippe Daverio in occasione della riapertura della Villa Reale e riferendosi ad alcune scelte di non-intervento da parte della Soprintendenza. Per scacciare quel pericolo forse vale la pena andare al dibattito “Dalla pista al web, glorie parallele” che si terrà a casa di Enzo Ferrari sabato 13 settembre alle 21.30 e attingere un po’ di energia dalla vita degli altri (è contagiosa!).
Dal 12 al 14 settembre Modena dà il via alla 14esima edizione del fortunato Festival della Filosofia ospitando menti pensanti per riflettere intorno a una questione all’ordine del giorno del vivere contemporaneo: la “gloria”, esplorata in tutte le varie accezioni che vanno dal desiderio di elevazione alle forme più attuali di spettacolarizzazione e visibilità. Un termine indagato come forza propulsiva aspirazionale e soppesato nelle declinazioni contigue e ambivalenti di onore e rispetto per arrivare alla volontà di imprimere un segno tangibile di sé e delle proprie imprese.
Nel ricco e vario calendario degli appuntamenti che prevedono oltre 50 lezioni magistrali e 200 tra spettacoli, mostre e letture in pubblico, ARTE.it segnala un interessante appuntamento di nicchia che si svolge tra le mura della casa museo Enzo Ferrari dove tra l’altro è allestita la mostra “Maserati 100 – A Century of Pure Italian Luxury Sports Cars” una rassegna per celebrare i 100 anni della casa automobilistica , attraverso l’esposizione di numerosi modelli e uno spettacolo immersivo, realizzato con 19 videoproiettori per rivivere i momenti più significativi della storia della Casa del Tridente.
Qui Paolo Tacconi che alla Ferrari dirige il settore Digital e Antonio Ghini, direttore del Museo di Enzo Ferrari e del Museo Ferrari di Maranello, affronteranno il tema della gloria in una forma trasversale e originale mettendo a confronto storie di personaggi del mondo digitale e dell’automobilismo, cercando di trovare un comune denominatore tra il genio di uno scienziato, che partecipa alla sfida universale del progresso, e il talento del pilota che si batte per primeggiare nel suo sport, entrambi determinati ad assurgere alla gloria tramite la capacità, la velocità e la sfida per il successo.
Un esercizio di stile – quello di voler accostare Steve Jobs ad Ayrton Senna e Mark Zuckerberg a Michael Schumacher – provocatorio e divertente che forse andrebbe preso come impegno quotidiano da parte di molti in un’Italia che ha perso l’allenamento a pensare al proprio domani.
Già perché in qualche modo è una buona iniezione di futurismo ciò che accomuna chi frequenta il mondo delle corse, all’oro e al traguardo. Futurismo inteso come rapidità di stile e di pensiero, come disinvoltura nel desiderare e progettare ciò che verrà, in sostanza il potere di mettere a fuoco visioni a occhi chiusi.
Imbalsamati in un eterno passato che ci ha convinti che non esista futuro, negli “atrii muscosi e nei Fori cadenti” del nostro patrimonio d’arte e bellezza si aggira lo spettro “di quel signore che si sente obbligato a dover indossare per tutta la vita lo smoking con le macchie della prima festa a cui ha partecipato” come ha detto qualche giorno fa a Monza il critico Philippe Daverio in occasione della riapertura della Villa Reale e riferendosi ad alcune scelte di non-intervento da parte della Soprintendenza. Per scacciare quel pericolo forse vale la pena andare al dibattito “Dalla pista al web, glorie parallele” che si terrà a casa di Enzo Ferrari sabato 13 settembre alle 21.30 e attingere un po’ di energia dalla vita degli altri (è contagiosa!).
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