Dite sì a Jim Carrey
16/12/2008
Roma - “Con quella faccia un po’ così”… forse è proprio per questo che Jim Carrey è oggi uno dei più grandi volti noti del cinema comico. Ultimamente i suoi film non sono stati poi così memorabili: commedie en passant come “Dick e Jane: operazione furto” o il thriller disastroso “The Number 23”. Ma adesso l’attore restituisce la risata ai suoi fan e alle masse con “Yes Man”, nuova commedia diretta da Peyton Reed ("Down with love"; "Ti odio, ti lascio, ti...") in arrivo sui nostri schermi. Nella pellicola Carrey interpreta Carl Allen, un uomo sulla scia della depressione che si affida ad un seminario di auto aiuto che si basa su una semplice premessa: dovrà rispondere "sì" ad ogni domanda che gli faranno. Sì renderà conto che quella piccola parolina ha in realtà un potere unico e può rivoluzionargli la vita… ma attenzione a non abusarne. Abbiamo incontrato l’attore per parlare del film.
“Ho dovuto dire sì a molte cose strane per quanto riguarda questo film – racconta Carrey - ho preso lezioni di chitarra, ho studiato il coreano e poi mi sono buttato giù da un ponte… è stata una mia idea. La verità è che io sono il peggior nemico di me stesso, perché fare bungee jumping è tremendo. Quando mi sono messo in piedi su quel ponte, la mia mente ha cominciato a correre letteralmente verso ogni pensiero possibile di morte. Qualche settimana dopo sono stato colpito da stress post-traumatico. Avevo gli incubi, mi vedevo precipitare al suolo”.
Quanto le somiglia questo personaggio? Anche lei nella vita tende a dire più sì che no?
So con esattezza il conto: nella mia vita ho detto 795000 sì e solo 5 no! Scherzi a parte, trovo che nella vita sia più difficile dire di no. Perché come essere umano non amo particolarmente lo scontro e non voglio deludere le persone, quindi dire di sì a volte rende tutto più facile. Tendo a dire spesso sì, anche se non sono un bacia sederi. La mia filosofia, o meglio, quello che mi pare di aver capito, è che quello che arriva nella vita è quello che voglio. Se mi arriva un mattone in faccia, vuol dire che mi serviva. Se non accetti la vita e anche le cose negative non otterrai mai nulla.
E personalmente cosa ne pensa di questi seminari quasi bizzarri che spopolano in America?
Di guru ce ne sono tanti in giro, perché esiste il culto della personalità, per me quello che è importante è il messaggio e non chi te lo da. Quello che suggerisco è che bisogna guardare tutto quello che ti può aiutare. Per quanto mi riguarda, agendo in questo modo posso dire che oggi riesco a gestire questo viaggio che si chiama vita. Non esiste assenza di dolore nella vita, ma si può imparare ad affrontarla.
E nella sua vita quali sono stati i "sì" più importanti?
Ce ne sono stati due, quelli che ho pronunciato a entrambi i miei matrimoni. Mi sono sposato due volte: dire di sì all’amore è una cosa importantissima. Ma anche dire di no all’amore è altrettanto importante. Credo che chiunque sia colui o colei che ci ha creato non abbia fatto errori!
Ormai quando si pensa alle risate al cinema, si pensa a Jim Carrey. Per lei però chi è un comico?
Uno che porta sollievo esprimendo sentimenti comuni. È una persona che fa appello all’ego collettivo, perché se sei un buon comico, devi mettere da parte il tuo ego e fare sentire il pubblico superiore a te. Proprio perché il comico si mette continuamente in ridicolo e non ha paura di farlo. E la commedia è il modo migliore per fare arrivare un messaggio. È una medicina presa con lo zucchero, ti guarisce ma dolcemente. Quando ho letto la sceneggiatura di “Yes Man”, ho pensato che era una buona storia perché potevo fare ridere, ma allo stesso tempo dire anche qualcosa di reale. E a me piace che lo spettatore esca dal mio film e ci rifletta anche.
Off topic: qualche tempo fa lei andò da Letterman e fece l’imitazione di David Caruso in C.S.I. Miami… uno dei momenti più divertenti visti in quello show. Ha mai incontrato Caruso?…
Una volta. Mi trovavo a Las Vegas con Jenny (McCarthy, la sua fidanzata attuale, N.d.R.). Abbiamo visto un incontro di Mike Tyson: una vera delusione perché è durato solo 90 secondi. Quando sono uscito, Caruso era di fianco alla mia macchina. Mi ha guardato e, togliendosi gli occhiali come Horatio, mi ha detto: “Ciao Jim sei proprio tu!" (imita la voce dell’attore alla perfezione, N.d.R.)… Non ha aggiunto altro, ha rimesso gli occhiali ed è sparito!
Vi ricordiamo che l’appuntamento sugli schermi con “Yes Man”, una distribuzione Warner Bros., è fissato per il 9 gennaio 2009. Preparatevi a ridere!
Cliccate qui per vedere il trailer del film
“Ho dovuto dire sì a molte cose strane per quanto riguarda questo film – racconta Carrey - ho preso lezioni di chitarra, ho studiato il coreano e poi mi sono buttato giù da un ponte… è stata una mia idea. La verità è che io sono il peggior nemico di me stesso, perché fare bungee jumping è tremendo. Quando mi sono messo in piedi su quel ponte, la mia mente ha cominciato a correre letteralmente verso ogni pensiero possibile di morte. Qualche settimana dopo sono stato colpito da stress post-traumatico. Avevo gli incubi, mi vedevo precipitare al suolo”.
Quanto le somiglia questo personaggio? Anche lei nella vita tende a dire più sì che no?
So con esattezza il conto: nella mia vita ho detto 795000 sì e solo 5 no! Scherzi a parte, trovo che nella vita sia più difficile dire di no. Perché come essere umano non amo particolarmente lo scontro e non voglio deludere le persone, quindi dire di sì a volte rende tutto più facile. Tendo a dire spesso sì, anche se non sono un bacia sederi. La mia filosofia, o meglio, quello che mi pare di aver capito, è che quello che arriva nella vita è quello che voglio. Se mi arriva un mattone in faccia, vuol dire che mi serviva. Se non accetti la vita e anche le cose negative non otterrai mai nulla.
E personalmente cosa ne pensa di questi seminari quasi bizzarri che spopolano in America?
Di guru ce ne sono tanti in giro, perché esiste il culto della personalità, per me quello che è importante è il messaggio e non chi te lo da. Quello che suggerisco è che bisogna guardare tutto quello che ti può aiutare. Per quanto mi riguarda, agendo in questo modo posso dire che oggi riesco a gestire questo viaggio che si chiama vita. Non esiste assenza di dolore nella vita, ma si può imparare ad affrontarla.
E nella sua vita quali sono stati i "sì" più importanti?
Ce ne sono stati due, quelli che ho pronunciato a entrambi i miei matrimoni. Mi sono sposato due volte: dire di sì all’amore è una cosa importantissima. Ma anche dire di no all’amore è altrettanto importante. Credo che chiunque sia colui o colei che ci ha creato non abbia fatto errori!
Ormai quando si pensa alle risate al cinema, si pensa a Jim Carrey. Per lei però chi è un comico?
Uno che porta sollievo esprimendo sentimenti comuni. È una persona che fa appello all’ego collettivo, perché se sei un buon comico, devi mettere da parte il tuo ego e fare sentire il pubblico superiore a te. Proprio perché il comico si mette continuamente in ridicolo e non ha paura di farlo. E la commedia è il modo migliore per fare arrivare un messaggio. È una medicina presa con lo zucchero, ti guarisce ma dolcemente. Quando ho letto la sceneggiatura di “Yes Man”, ho pensato che era una buona storia perché potevo fare ridere, ma allo stesso tempo dire anche qualcosa di reale. E a me piace che lo spettatore esca dal mio film e ci rifletta anche.
Off topic: qualche tempo fa lei andò da Letterman e fece l’imitazione di David Caruso in C.S.I. Miami… uno dei momenti più divertenti visti in quello show. Ha mai incontrato Caruso?…
Una volta. Mi trovavo a Las Vegas con Jenny (McCarthy, la sua fidanzata attuale, N.d.R.). Abbiamo visto un incontro di Mike Tyson: una vera delusione perché è durato solo 90 secondi. Quando sono uscito, Caruso era di fianco alla mia macchina. Mi ha guardato e, togliendosi gli occhiali come Horatio, mi ha detto: “Ciao Jim sei proprio tu!" (imita la voce dell’attore alla perfezione, N.d.R.)… Non ha aggiunto altro, ha rimesso gli occhiali ed è sparito!
Vi ricordiamo che l’appuntamento sugli schermi con “Yes Man”, una distribuzione Warner Bros., è fissato per il 9 gennaio 2009. Preparatevi a ridere!
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