Per i 100 anni dalla Rivoluzione d’Ottobre, in mostra i gioielli del Museo di Stato di San Pietroburgo

Revolutija: presto a Bologna i capolavori delle Avanguardie Russe

Ilya Repin, Manifestazione 17 Ottobre 1905, Museo di San Pietroburgo
 

Francesca Grego

22/05/2017

Bologna - Dal 15 dicembre il libro della storia si riaprirà al Museo d’Arte Moderna di Bologna, per raccontare uno dei capitoli più radicali del Modernismo.
Una stagione straordinaria, quella dell’arte russa tra il 1910 e il 1920, che ha visto fiorire a ritmi vertiginosi una miriade di scuole e movimenti destinati a lasciare il segno. Declinazioni locali del fermento che nello stesso periodo infiammava gli ambienti artistici di tutta Europa, ma anche riflesso dei cambiamenti epocali che trasformarono per sempre il volto del Gigante Russo.

Ci saranno Marc Chagall, Kazimir Malevič, Vasilij Kandinskij, insieme a Nathan Altman, Natalia Goncharova, Alexandr Rodchenko, Valentin Serov; fino a Il’ja Repin, Kuzma Petrov-Vodkin o Boris Kustodiev, la cui fortuna fu penalizzata dalle rigide politiche del regime sovietico in ambito artistico.
Saranno circa 70 i capolavori in mostra per Revolutija, tutti provenienti dal Museo di Stato Russo di San Pietroburgo e accuratamente selezionati per offrire al pubblico una panoramica sulle eccellenze di una scena di sorprendente modernità. Dal Primitivismo al Cubo-Futurismo e al Suprematismo, l’esposizione promette un’ampia varietà di sguardi e stili, mentre negli stessi anni scorreva parallela la tensione tra la figurazione espressionista e la purezza dell’Astrattismo.

A curare il progetto sono Evgenia Petrova e Joseph Kiblitskij, tra i massimi esperti del settore.
Spiega la Petrova, già negli anni Sessanta al Museo di San Pietroburgo, che oggi dirige: “Il nostro obiettivo è mettere in luce quante e quali, e così diverse tra loro, arti nacquero in Russia tra i primi del Novecento e la fine degli anni Trenta, riportando all’attenzione artisti rimasti un po’ in ombra, come Repin, Petrov-Vodkin o Kustodiev”. Chagall e Kandinskij, infatti, emigrarono nel ’22 conquistando immediatamente una fama internazionale, mentre Malevič divenne noto perché le sue opere furono portate in Europa e mostrate nel 1955 al Guggenheim di New York.
Gli altri restarono in patria, dove non ebbero alcuna visibilità perché considerati dispregiativamente “formalisti”. “La prima mostra di Petrov-Vodkin – ricorda la Petrova - fu realizzata nel 1966 al Museo di Stato Russo di San Pietroburgo. Pronta da sei mesi, non aprì mai, a causa delle resistenze del potere centrale, che non era abituato a mostrare opere che non fossero sociorealiste come imposto dal regime dal 1932 in poi”.

Revolutija. Da Chagall a Malevich, da Repin a Kandinsky. Capolavori dal Museo di Stato Russo di San Pietroburgo sarà in programma al MAMbo dal 15 dicembre 2017 al 13 maggio 2018, mentre la città celebrerà il centenario della Rivoluzione d’Ottobre con un ricco programma di eventi collaterali realizzati dall’Università degli Studi di Bologna e dalle principali istituzioni culturali, per sviluppare i temi della mostra a partire da molteplici punti di vista in un grande laboratorio diffuso.


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