Dal 9 maggio al 22 novembre 2026 a Venezia
Riconnettersi per meravigliarsi “In Minor Keys”. La Biennale d'Arte 2026 nel segno di Koyo Kouoh

Veduta dell’Arsenale con le Gaggiandre | Foto © Andrea Avezzù | Courtesy of La Biennale di Venezia
Samantha De Martin
27/05/2025
Venezia - “Fai un respiro profondo. Espira. Rilassa le spalle. Chiudi gli occhi”.
Con questa invocazione, che risuona come una preghiera, scritta nel suo testo curatoriale a quella che avrebbe dovuto essere l’edizione della Biennale d’Arte da lei curata, Koyo Kouoh ci parla ancora, invitandoci a rallentare il passo e a sintonizzarci sulle frequenze delle tonalità minori che si manifestano nella loro gioia, speranza, trascendenza.
Sarà nel segno di Koyo la 61esima Esposizione Internazionale d’Arte della Biennale di Venezia, intitolata In Minor Keys, che si svolgerà da sabato 9 maggio a domenica 22 novembre 2026 (pre-apertura 7, 8, 9 maggio) ai Giardini, all’Arsenale e in vari luoghi di Venezia. Una mostra, come hanno spiegato oggi gli organizzatori nel corso della conferenza stampa di presentazione, “finalizzata a preservare, valorizzare e diffondere” le idee della curatrice camerunese, la cui scomparsa, il 10 maggio scorso, ha suscitato profonda commozione in tutto il mondo dell’arte e della cultura.
Con il pieno sostegno della famiglia di Koyo Kouoh, La Biennale di Venezia ha deciso di realizzare proprio quella mostra alla quale, tra la metà di ottobre del 2024 e i primi di maggio 2025, Koyo Kouoh aveva lavorato intensamente definendo il testo teorico del progetto, selezionando gli artisti e le opere, individuando gli autori del catalogo, determinando l’identità grafica della mostra e l’architettura degli spazi espositivi, dialogando con gli artisti invitati a partecipare.
Simili a isole minori, mondi in mezzo agli oceani, con ecosistemi distinti e infinitamente ricchi, vite sociali articolate, le tonalità minori (Minor Keys) prendono vita nei toni sommessi, nelle frequenze più basse, nei mormorii, nelle consolazioni della poesia. Ed è proprio su queste tonalità che si sintonizzerà la 61ª edizione della Biennale Arte, una mostra che invita ad ascoltare i segnali persistenti della terra e della vita, in connessione con le frequenze dell’anima, rispondendo al comune bisogno di “guarire, ridere, stare con la bellezza, di giocare, di stare di nuovo con l’amore, di ballare, riposare, respirare.”

Biennale Arte 2026 | Foto: © Andrea Avezzù | Courtesy of La Biennale di Venezia
Perché se nella musica le tonalità minori sono talvolta associate alla stranezza, al dolore, alla malinconia, nella futura mostra si manifesteranno anche nella loro gioia, consolazione, speranza e trascendenza. Attraverso la relazione e la condivisione infatti gli artisti e le pratiche che operano in questo spirito, come nel jazz, attraversano metodi, scale, sensi e forme, offrendo ai visitatori un’esperienza espositiva più sensoriale che didattica, che fortifica e rinnova invece di esaurire.
Lungi dal volere essere "una litania di commenti sugli eventi mondiali, o una disattenzione o di fuga dalle crisi complesse e continuamente intrecciate", In Minor Keys punta a proporre una riconnessione radicale con l’habitat naturale e a riaffermare il ruolo originario dell’arte nella società: emotivo, visivo, sensoriale, affettivo e soggettivo.
Minor Keys si prospetta così come un susseguirsi di viaggi entusiasmanti che parlano al sensibile e all’affettivo, “invitando i visitatori a meravigliarsi, meditare, sognare, gioire, riflettere ed entrare in comunione con dimensioni in cui il tempo non è proprietà delle corporazioni né sottomesso alla tirannia di una produttività incessantemente accelerata”.
Solo in questo modo, ripudiando lo spettacolo dell’orrore, si riuscirà ad ascoltare le tonalità minori, a sintonizzarsi sui sussurri, sulle frequenze più basse riscoprendo quelle isole/oasi dove si tutela la dignità di tutti gli esseri viventi.
La mostra In Minor Keys si presenta come una partitura collettiva, composta insieme ad artisti che hanno costruito universi dell’immaginazione e le cui pratiche si intrecciano naturalmente con la società. Artisti che accolgono la vita quotidiana come parte di una relazione logica ed esteticamente coerente tra le parti.
L'Arsenale di Venezia
La 61. Esposizione sarà pertanto realizzata dalla Biennale di Venezia con il contributo delle figure professionali selezionate e coinvolte direttamente da Koyo Kouoh.
Bisognerà tuttavia attendere mercoledì 25 febbraio 2026 per vedere svelati, nel corso della consueta presentazione che si terrà a Venezia, tutti i dettagli del progetto. Una novità importante si conosce già e riguarda l’avvio di una nuova collaborazione con Bvlgari, che, a partire dalla 61ª edizione, sarà Exclusive Partner dell’Esposizione Internazionale d’Arte per tre edizioni consecutive (2026, 2028, 2030).
Con questa invocazione, che risuona come una preghiera, scritta nel suo testo curatoriale a quella che avrebbe dovuto essere l’edizione della Biennale d’Arte da lei curata, Koyo Kouoh ci parla ancora, invitandoci a rallentare il passo e a sintonizzarci sulle frequenze delle tonalità minori che si manifestano nella loro gioia, speranza, trascendenza.
Sarà nel segno di Koyo la 61esima Esposizione Internazionale d’Arte della Biennale di Venezia, intitolata In Minor Keys, che si svolgerà da sabato 9 maggio a domenica 22 novembre 2026 (pre-apertura 7, 8, 9 maggio) ai Giardini, all’Arsenale e in vari luoghi di Venezia. Una mostra, come hanno spiegato oggi gli organizzatori nel corso della conferenza stampa di presentazione, “finalizzata a preservare, valorizzare e diffondere” le idee della curatrice camerunese, la cui scomparsa, il 10 maggio scorso, ha suscitato profonda commozione in tutto il mondo dell’arte e della cultura.
Con il pieno sostegno della famiglia di Koyo Kouoh, La Biennale di Venezia ha deciso di realizzare proprio quella mostra alla quale, tra la metà di ottobre del 2024 e i primi di maggio 2025, Koyo Kouoh aveva lavorato intensamente definendo il testo teorico del progetto, selezionando gli artisti e le opere, individuando gli autori del catalogo, determinando l’identità grafica della mostra e l’architettura degli spazi espositivi, dialogando con gli artisti invitati a partecipare.
Simili a isole minori, mondi in mezzo agli oceani, con ecosistemi distinti e infinitamente ricchi, vite sociali articolate, le tonalità minori (Minor Keys) prendono vita nei toni sommessi, nelle frequenze più basse, nei mormorii, nelle consolazioni della poesia. Ed è proprio su queste tonalità che si sintonizzerà la 61ª edizione della Biennale Arte, una mostra che invita ad ascoltare i segnali persistenti della terra e della vita, in connessione con le frequenze dell’anima, rispondendo al comune bisogno di “guarire, ridere, stare con la bellezza, di giocare, di stare di nuovo con l’amore, di ballare, riposare, respirare.”

Biennale Arte 2026 | Foto: © Andrea Avezzù | Courtesy of La Biennale di Venezia
Perché se nella musica le tonalità minori sono talvolta associate alla stranezza, al dolore, alla malinconia, nella futura mostra si manifesteranno anche nella loro gioia, consolazione, speranza e trascendenza. Attraverso la relazione e la condivisione infatti gli artisti e le pratiche che operano in questo spirito, come nel jazz, attraversano metodi, scale, sensi e forme, offrendo ai visitatori un’esperienza espositiva più sensoriale che didattica, che fortifica e rinnova invece di esaurire.
Lungi dal volere essere "una litania di commenti sugli eventi mondiali, o una disattenzione o di fuga dalle crisi complesse e continuamente intrecciate", In Minor Keys punta a proporre una riconnessione radicale con l’habitat naturale e a riaffermare il ruolo originario dell’arte nella società: emotivo, visivo, sensoriale, affettivo e soggettivo.
Minor Keys si prospetta così come un susseguirsi di viaggi entusiasmanti che parlano al sensibile e all’affettivo, “invitando i visitatori a meravigliarsi, meditare, sognare, gioire, riflettere ed entrare in comunione con dimensioni in cui il tempo non è proprietà delle corporazioni né sottomesso alla tirannia di una produttività incessantemente accelerata”.
Solo in questo modo, ripudiando lo spettacolo dell’orrore, si riuscirà ad ascoltare le tonalità minori, a sintonizzarsi sui sussurri, sulle frequenze più basse riscoprendo quelle isole/oasi dove si tutela la dignità di tutti gli esseri viventi.
La mostra In Minor Keys si presenta come una partitura collettiva, composta insieme ad artisti che hanno costruito universi dell’immaginazione e le cui pratiche si intrecciano naturalmente con la società. Artisti che accolgono la vita quotidiana come parte di una relazione logica ed esteticamente coerente tra le parti.

L'Arsenale di Venezia
La 61. Esposizione sarà pertanto realizzata dalla Biennale di Venezia con il contributo delle figure professionali selezionate e coinvolte direttamente da Koyo Kouoh.
Bisognerà tuttavia attendere mercoledì 25 febbraio 2026 per vedere svelati, nel corso della consueta presentazione che si terrà a Venezia, tutti i dettagli del progetto. Una novità importante si conosce già e riguarda l’avvio di una nuova collaborazione con Bvlgari, che, a partire dalla 61ª edizione, sarà Exclusive Partner dell’Esposizione Internazionale d’Arte per tre edizioni consecutive (2026, 2028, 2030).
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