Caro Giuliano...

Amarcord di Giuliano Geleng
 

30/10/2003

Roma, novembre 1973 Caro Giuliano, Mi dicono che ieri sera c'eri anche tu alla proiezione e che il film ti è piaciuto molto. È ovvio che la cosa mi lascia completamente indifferente. Dimentica che hai visto il film e dimentica che ti è piaciuto. Pensa piuttosto che l'uscita di Amarcord è prevista tra un mese e si tratta quindi di farci venire qualche ideina per il manifesto perché i bozzetti che mi ha presentato la società distributrice sono da mandato di cattura per il presidente e per il capo dell'ufficio stampa. Tu hai qualche idea ? Ne dubito; comunque se ne hai scordatene. Chissà perché io penso a te invece di rivolgermi a un altro pittore!(a proposito non avresti qualche nome da propormi?) Scherzi a parte, adesso non aspettarti che io mi metta a chiacchierare con te disquisendo, argomentando attorno ad Amarcord nel tentativo di approdare ad una suggestione grafica che lo presenti al pubblico in un modo esatto ed efficace. Comunque non agitarti, prendi carta e penna e segnati questi appunti, che sono rozzi approssimativi ma se dio vuole abbastanza confusi. Allora: il manifesto dovrebbe a colpo d'occhio sprigionare la lietezza squillante di una cartolina natalizia o meglio, pasquale; il colore dovrebbe essere netto, lucido, sonoro, insisto sulla sonorità; dal manifesto dovrebbe uscir fuori una specie di scampanio, di voci, di grida e aria e luce e vento. Non spaventarti. Preciso meglio la composizione: tutti i personaggi del film dovrebbero come affacciarsi dal manifesto, a fissare gli spettatori, quelli che passano per la strada. Dovrebbero, questi personaggi, essere come sorpresi in una immobilità sbigottita, amabile, riluttante e sfrontata, una specie di vecchia immagine indelebile e favolosa riflessa in uno specchio festoso, domenicale. Si potrebbero riproporre le fattezze di ciascun personaggio secondo un nitido modulo naïf: ma un naïf rivisitato criticamente che dissimuli ma non troppo una citazione ironica e bonaria (in fondo questo mi sembra il segno più immediato per caratterizzare l'individualità esuberante stralunata e inconsapevole dei personaggi del mio film). Poi dietro di loro potrebbe aprirsi una vasta distesa con la campagna, la spiaggia, il mare, e tu, che ami tanto i maestri del surrealismo, potresti disseminare questa profondità celeste e luminosa di alcuni temi e situazioni del film: il Grand Hotel, il Rex, una tavolata nuziale, facendo attenzione però a conservare del surrealismo non la sua fraintesa vocazione al sovvertimento gratuito, ma badando a cavarne fuori uno dei suoi caratteri più autentici, e cioè la meraviglia, l'incanto liberatorio, quella leggerezza sognante, minacciosa... Ciao, Giuliano, mettiti subito al lavoro con l'entusiasmo e l'impegno di sempre e vedrai che il primo bozzetto che farai sarà un disastro. Ma di bozzetti se ne può fare più d'uno e più d'uno sono i pittori che sanno fare bozzetti. Un'ultima cosa, questa davvero seria: non sarai pagato, ma, in compenso, tra un mese deve essere tutto pronto. Conto su di te. Chissà perché. Un abbraccio affettuoso. Federico Fellini Da: www.federicofellini.it