Sinfonia Barocca
Dal 25 Ottobre 2024 al 23 Novembre 2024
Venezia
Luogo: Conservatorio Benedetto Marcello
Indirizzo: San Marco 2810
Orari: Lun - Sab 10 - 18 | Dom chiuso
Curatori: Hervé Mikaeloff
Dal 25 ottobre al 23 novembre, il Conservatorio Benedetto Marcello ospiterà la nuova mostra di Lucía Vallejo Garay intitolata Sinfonia Barocca curata da Hervé Mikaeloff, noto curatore del gruppo Louis Vuitton Moët Hennessy (LVMH).
Vallejo, artista multidisciplinare originaria di Bilbao, presenta un potente dialogo artistico tra il Barocco europeo e l'integrazione multirazziale africana, fondendo pittura, scultura, vetro e musica per creare un'esperienza immersiva e sensoriale.
Questa mostra si propone di abbattere i confini culturali, come spiega la stessa Vallejo: "Non ci sono barriere tra Africa ed Europa, così come non ci sono tra Boemia e Venezia, né tra pittura e scultura." La città lagunare diventerà così la cornice ideale per questa esperienza immersiva, offrendo un viaggio emozionale attraverso l’opulenza dell’arte barocca e l’integrazione culturale africana, pochi giorni prima della chiusura della Biennale di Venezia.
Dopo essersi specializzata nella pittura veneziana e ispirata ai grandi maestri del Barocco italiano come Giorgione, Vallejo esplora attraverso le sue opere emozioni profonde e la sofferenza, esprimendo sentimenti con un linguaggio artistico unico. Le sue creazioni mirano a provocare nello spettatore forti sensazioni, andando oltre la pura estetica visiva. "Non voglio che la mia opera sia solo esteticamente piacevole; voglio che sia forte e faccia provare emozioni, la mostra sarà una sorta di allegoria del risveglio dei sensi, dove l'arte può essere percepita in modi diversi", spiega l'artista.
Il progetto espositivo non si limita a offrire un’esperienza visiva, ma è un vero percorso sinestetico. Vallejo ha creato un'installazione coreografica con installazioni dorate e sculture di vetro prodotte a Murano, nelle quali, come un alchimista, è riuscita a incorporare tessuti in alcune di esse. I visitatori saranno immersi nell'opulenza del Barocco veneziano per poi essere catapultati in uno spazio contrastante dove tutto è buio e dove si trova l'opera El Alma de África, un vetro di Murano fuso con tessuti bruciati provenienti dagli indumenti di adolescenti imprigionati in Liberia. Quest’opera è accompagnata da due fragranze create appositamente dal noto profumiere francese Yann Vasnier (Givaudan) ispirate al titolo della Biennale Arte di quest'anno “Stranieri Ovunque”, una ispirata al Barocco e l'altra all'Africa, che si fondono a simboleggiare l'unione delle etnie umane in un'unica anima. L'uso dei profumi, insieme alla musica e all'imponente scenografia, offrirà al visitatore un'esperienza unica.
Le opere di Vallejo uniscono scultura, architettura e pittura, come sottolinea il curatore Mikaeloff: "Il suo modo di incorporare il tessuto nel vetro è affascinante. Le sue installazioni fanno riferimento alla scultura e all'architettura. Possono persino somigliare a forme umane creando una profonda connessione con l’osservatore. C'è qualcosa di molto coreografico nelle sue opere.
"Il termine 'Sinfonia' nel periodo barocco indicava un pezzo orchestrale introduttivo in tre movimenti, che apriva opere o cantate. Vallejo porta questo concetto in vita, fondendo elementi visivi, tattili e uditivi per creare un percorso sinestetico che invita i visitatori a vivere l'arte in modo innovativo. Al Conservatorio Benedetto Marcello, i suoni prodotti dagli studenti di musica faranno da colonna sonora naturale alla mostra, arricchendo l'esperienza artistica e multisensoriale. Questo straordinario edificio, che rappresenta una delle istituzioni musicali più prestigiose d'Italia, diventa il palcoscenico perfetto per esplorare il Barocco e la sua connessione con l’integrazione culturale.
Dopo il successo della sua installazione I nostri pensieri, le nostre gabbie a Minorca, curata da María del Corral, una delle figure più influenti del mondo dell’arte in Spagna, "Una delle mostre più impressionanti che abbia mavisto", secondo Mikaeloff, che sottolinea come Lucía sia riuscita a creare "una scena in cui le sue opere spirituali e meditative hanno agito come testimoni di ciò che è accaduto in quel luogo".
Vallejo, artista multidisciplinare originaria di Bilbao, presenta un potente dialogo artistico tra il Barocco europeo e l'integrazione multirazziale africana, fondendo pittura, scultura, vetro e musica per creare un'esperienza immersiva e sensoriale.
Questa mostra si propone di abbattere i confini culturali, come spiega la stessa Vallejo: "Non ci sono barriere tra Africa ed Europa, così come non ci sono tra Boemia e Venezia, né tra pittura e scultura." La città lagunare diventerà così la cornice ideale per questa esperienza immersiva, offrendo un viaggio emozionale attraverso l’opulenza dell’arte barocca e l’integrazione culturale africana, pochi giorni prima della chiusura della Biennale di Venezia.
Dopo essersi specializzata nella pittura veneziana e ispirata ai grandi maestri del Barocco italiano come Giorgione, Vallejo esplora attraverso le sue opere emozioni profonde e la sofferenza, esprimendo sentimenti con un linguaggio artistico unico. Le sue creazioni mirano a provocare nello spettatore forti sensazioni, andando oltre la pura estetica visiva. "Non voglio che la mia opera sia solo esteticamente piacevole; voglio che sia forte e faccia provare emozioni, la mostra sarà una sorta di allegoria del risveglio dei sensi, dove l'arte può essere percepita in modi diversi", spiega l'artista.
Il progetto espositivo non si limita a offrire un’esperienza visiva, ma è un vero percorso sinestetico. Vallejo ha creato un'installazione coreografica con installazioni dorate e sculture di vetro prodotte a Murano, nelle quali, come un alchimista, è riuscita a incorporare tessuti in alcune di esse. I visitatori saranno immersi nell'opulenza del Barocco veneziano per poi essere catapultati in uno spazio contrastante dove tutto è buio e dove si trova l'opera El Alma de África, un vetro di Murano fuso con tessuti bruciati provenienti dagli indumenti di adolescenti imprigionati in Liberia. Quest’opera è accompagnata da due fragranze create appositamente dal noto profumiere francese Yann Vasnier (Givaudan) ispirate al titolo della Biennale Arte di quest'anno “Stranieri Ovunque”, una ispirata al Barocco e l'altra all'Africa, che si fondono a simboleggiare l'unione delle etnie umane in un'unica anima. L'uso dei profumi, insieme alla musica e all'imponente scenografia, offrirà al visitatore un'esperienza unica.
Le opere di Vallejo uniscono scultura, architettura e pittura, come sottolinea il curatore Mikaeloff: "Il suo modo di incorporare il tessuto nel vetro è affascinante. Le sue installazioni fanno riferimento alla scultura e all'architettura. Possono persino somigliare a forme umane creando una profonda connessione con l’osservatore. C'è qualcosa di molto coreografico nelle sue opere.
"Il termine 'Sinfonia' nel periodo barocco indicava un pezzo orchestrale introduttivo in tre movimenti, che apriva opere o cantate. Vallejo porta questo concetto in vita, fondendo elementi visivi, tattili e uditivi per creare un percorso sinestetico che invita i visitatori a vivere l'arte in modo innovativo. Al Conservatorio Benedetto Marcello, i suoni prodotti dagli studenti di musica faranno da colonna sonora naturale alla mostra, arricchendo l'esperienza artistica e multisensoriale. Questo straordinario edificio, che rappresenta una delle istituzioni musicali più prestigiose d'Italia, diventa il palcoscenico perfetto per esplorare il Barocco e la sua connessione con l’integrazione culturale.
Dopo il successo della sua installazione I nostri pensieri, le nostre gabbie a Minorca, curata da María del Corral, una delle figure più influenti del mondo dell’arte in Spagna, "Una delle mostre più impressionanti che abbia mavisto", secondo Mikaeloff, che sottolinea come Lucía sia riuscita a creare "una scena in cui le sue opere spirituali e meditative hanno agito come testimoni di ciò che è accaduto in quel luogo".
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