Dal 21 febbraio visite guidate ai gioielli di Carpaccio
A Venezia cantieri aperti per il restauro del ciclo di Sant’Orsola
Aspettando Orsola, Cantiere aperto, Gallerie dell’Accademia, Venezia
Francesca Grego
21/02/2018
Venezia - Nove tele di proporzioni imponenti si stagliano nelle sale delle Gallerie dell’Accademia, trasformate in un laboratorio di restauro aperto al pubblico. I lavori fervono, ma già è possibile ammirare nel loro antico splendore i dipinti dell’Arrivo e del Ritorno degli Ambasciatori di Vittore Carpaccio, osservando le ultime fasi del delicato intervento pittorico sul Commiato degli Ambasciatori e sul Martirio e Funerali di Sant’Orsola.
Da oggi, mercoledì 21 febbraio, il museo veneziano offre ai visitatori la possibilità di seguire dal vivo le operazioni che restituiranno piena leggibilità e l’originaria brillantezza cromatica a una delle opere più amate e preziose delle sue collezioni.
Visite guidate su prenotazione in italiano e in inglese sveleranno al pubblico i segreti della maestosa opera realizzata da Carpaccio sul finire del Quattrocento per la Scuola di Sant’Orsola, presso la Basilica dei Santi Giovanni e Paolo. Ma non finisce qui: sarà infatti possibile scoprire il funzionamento del laboratorio e dialogare con i responsabili a proposito dell’importante intervento conservativo.
Appuntamenti serali vedranno la proiezione di storici documentari che raccontano il ciclo pittorico e la sua influenza nel contesto artistico del Rinascimento veneziano attraverso lo sguardo di grandi registi e storici dell’arte: da Carpaccio di Roberto Longhi (1947) a Venice: Theme and Variations di James Ivory (1957), passando per La Leggenda di Sant’Orsola di Luciano Emmer (1948), girato interamente sui teleri esposti alle Gallerie.
Una full immersion nelle atmosfere delle Storie di Sant'Orsola: un’opera iconica, legata a doppio filo con la storia della Serenissima a partire dalla commissione ad opera della confraternita devozionale della santa, che contava tra i suoi membri numerosi patrizi veneziani come i Loredan, noti per le imprese compiute contro i turchi infedeli.
Le vicende dipinte sono tratte dalla Leggenda Aurea, secondo cui la principessa bretone Orsola, figlia di un re cristiano, fu promessa in moglie al pagano Ereo, a condizione che si convertisse e accompagnasse la fanciulla in pellegrinaggio a Roma. Durante il viaggio di ritorno, tuttavia, Orsola avrebbe trovato una tragica morte nella città di Colonia, conquistata dagli Unni dell’efferato Attila.
Carpaccio riuscì a rappresentarne la storia senza indulgere in un pathos eccessivo, selezionandone tuttavia i momenti più spettacolari. Ampie panoramiche, scorci profondi, luce e colore magistralmente dosati conferiscono ai dipinti un’aura teatrale, mettendo il giovane artista in grado di competere con un maestro come Giovanni Bellini.
All’interno di suggestive scene corali, dettagli curatissimi consentono di riconoscere personaggi realmente esistiti, a partire dagli stessi Loredan, e di osservare architetture, costumi, particolari delle cerimonie e della vita quotidiana dell’epoca, restituita con grande freschezza.
Il calendario delle visite guidate è disponibile a questo link.
Leggi anche:
• Le Gallerie dell'Accademia si arricchiscono di quattro nuovi capolavori
• Tutti pronti per Tintoretto 500
Da oggi, mercoledì 21 febbraio, il museo veneziano offre ai visitatori la possibilità di seguire dal vivo le operazioni che restituiranno piena leggibilità e l’originaria brillantezza cromatica a una delle opere più amate e preziose delle sue collezioni.
Visite guidate su prenotazione in italiano e in inglese sveleranno al pubblico i segreti della maestosa opera realizzata da Carpaccio sul finire del Quattrocento per la Scuola di Sant’Orsola, presso la Basilica dei Santi Giovanni e Paolo. Ma non finisce qui: sarà infatti possibile scoprire il funzionamento del laboratorio e dialogare con i responsabili a proposito dell’importante intervento conservativo.
Appuntamenti serali vedranno la proiezione di storici documentari che raccontano il ciclo pittorico e la sua influenza nel contesto artistico del Rinascimento veneziano attraverso lo sguardo di grandi registi e storici dell’arte: da Carpaccio di Roberto Longhi (1947) a Venice: Theme and Variations di James Ivory (1957), passando per La Leggenda di Sant’Orsola di Luciano Emmer (1948), girato interamente sui teleri esposti alle Gallerie.
Una full immersion nelle atmosfere delle Storie di Sant'Orsola: un’opera iconica, legata a doppio filo con la storia della Serenissima a partire dalla commissione ad opera della confraternita devozionale della santa, che contava tra i suoi membri numerosi patrizi veneziani come i Loredan, noti per le imprese compiute contro i turchi infedeli.
Le vicende dipinte sono tratte dalla Leggenda Aurea, secondo cui la principessa bretone Orsola, figlia di un re cristiano, fu promessa in moglie al pagano Ereo, a condizione che si convertisse e accompagnasse la fanciulla in pellegrinaggio a Roma. Durante il viaggio di ritorno, tuttavia, Orsola avrebbe trovato una tragica morte nella città di Colonia, conquistata dagli Unni dell’efferato Attila.
Carpaccio riuscì a rappresentarne la storia senza indulgere in un pathos eccessivo, selezionandone tuttavia i momenti più spettacolari. Ampie panoramiche, scorci profondi, luce e colore magistralmente dosati conferiscono ai dipinti un’aura teatrale, mettendo il giovane artista in grado di competere con un maestro come Giovanni Bellini.
All’interno di suggestive scene corali, dettagli curatissimi consentono di riconoscere personaggi realmente esistiti, a partire dagli stessi Loredan, e di osservare architetture, costumi, particolari delle cerimonie e della vita quotidiana dell’epoca, restituita con grande freschezza.
Il calendario delle visite guidate è disponibile a questo link.
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