Dal 5 giugno al 12 settembre al MAEC | Museo dell’Accademia Etrusca e della Città di Cortona
Dai lumi degli Etruschi ai bagliori di Pompei l'illuminazione degli antichi in una mostra
Statua di efebo utilizzata come portalampade, 20-10 a.C., Bronzo con doratura, Napoli, Museo Archeologico Nazionale | Courtesy MANN | Foto: © Giorgio Albano
Samantha De Martin
25/05/2021
Arezzo - A poche settimane dalla riapertura dei musei, Cortona celebra il ritorno in presenza alla bellezza con una mostra che risuona come un’ode alla luce sullo spartito del tempo.
Un affascinante viaggio nel mondo antico, dagli Etruschi a Pompei, attraverso lumi, lucerne, lampadari bronzei, fiaccole e divinità astrali si appresta a svelare i metodi adottati, nei secoli, per vincere le tenebre della notte. Ma anche per lavorare in luoghi permanentemente oscuri, dalle gallerie minerarie alle tombe ipogee, o semplicemente per assicurarsi un sistema di segnali luminosi a distanza per il controllo del territorio.
Ad accompagnare il pubblico in questo viaggio sarà la mostra Luci dalle tenebre, dai lumi degli Etruschi ai bagliori di Pompei in calendario dal 5 giugno al 12 settembre al MAEC | Museo dell’Accademia Etrusca e della Città di Cortona (Arezzo), a cura di Luigi Donati, Paolo Bruschetti, Vittorio Mascelli.
Il percorso sarà inaugurato il 4 giugno e in questa giornata l'accesso potrà avvenire esclusivamente su prenotazione (0575 637235).
Gruppo di lucerne provenienti dall’Ipogeo dei Velini di Tuscania, Firenze, Museo Archeologico Nazionale
Diversi reperti in prestito da prestigiose istituzioni, dal MANN al Museo di Villa Giulia, dal Museo Archeologico Nazionale di Firenze a quello di Tarquinia, scandiscono un itinerario che, dalla luce “divina” all’illuminazione artificiale, non trascura le diverse soluzioni architettoniche escogitate per sfruttare la luce naturale negli ambienti chiusi, tra porte, finestre, abbaini, lucernari, timpani aperti o cortili interni.
Non mancano le tecniche di illuminazione artificiale, strumenti in bronzo, ferro o ceramica di grande pregio.
Tra gli highlights del percorso il pubblico ammirerà il celebre lampadario etrusco in bronzo conservato nelle sale del MAEC, prezioso strumento di illuminazione artificiale antica, accanto a un eccezionale prestito dal Mann di Napoli: la statua in bronzo ritrovata a Pompei, in via dell’Abbondanza, raffigurante un efebo con candelabro, datata 20-10 a.C. e riadattata ad uso porta-lampade. Il soggetto rimanda alle dimore dell’antichità dove vi era un addetto all’accoglienza degli ospiti illustri. D’altronde anche l’epos omerico parla di “giovinetti d’oro su piedistalli ben costruiti che recavano in mano fiaccole accese e facevano lume durante la notte ai convitati nella sala”, incontrati da Ulisse nella reggia di Alcinoo.
Lampadario a sedici beccucci, Particolare Gorgone, ultimo trentennio del IV secolo a.C. (lampadario); seconda metà del II secolo a.C. (targhetta), Cortona, MAEC-Museo dell’Accademia Etrusca e della Città di Cortona | Courtesy MAEC
I sistemi di illuminazione collegati alla cultura nuragica, sviluppata nella Sardegna preromana, assumono la forma di lucerne bronzee e navicelle, mentre alcune delle più prestigiose realizzazioni rinvenute nella città di Pompei - legata al mondo etrusco da antichi vincoli di dipendenza - rivivono nel Putto danzante, nel lampadario con Sfinge, nei candelabri e nelle lanterne dal MANN, nella lucerna trilicne con sirena in stile arcaizzante. La misurazione del tempo passa attraverso la Meridiana di Bevagna (fine II secolo a.C), mentre nella patera a vernice nera da Tarquinia (250-220 a.C.) il rapimento di Persefone ad opera di Ade, esemplifica l’antitesi luce-tenebre con eloquenti simboli ad arricchire il contesto narrativo.
Gli antichi avevano un modo ecologico ed ecosostenibile per illuminare attraverso l'uso di risorse rinnovabili? Evidentemente sì. Ed anche per questo la mostra vuole porsi come una riflessione sui temi dell'ecologia mondiale.
Non manca l’aspetto didattico, con modelli tridimensionali ed effetti suggestivi inseriti in una “stanza immersiva” dove l’impiego della realtà aumentata e una copia del lampadario etrusco interattivo approfondiranno alcuni aspetti di questo importante reperto.
Cimasa di candelabro da Montepulciano, Metà del IV sec. a.C., Bronzo fuso, Firenze, Museo Archeologico Nazionale
L’iniziativa a Cortona si avvale della collaborazione degli Uffici periferici del Ministero della Cultura e delle Soprintendenze Archeologia, Belle Arti e Paesaggio territorialmente competenti, oltre che del contributo della Fondazione Luigi Rovati di Monza, attiva nella promozione e valorizzazione dei beni culturali, artistici e storici e nel sostegno e nella promozione della ricerca scientifica.
La mostra è aperta tutti i giorni dalle 10 alle 19.
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Ad accompagnare il pubblico in questo viaggio sarà la mostra Luci dalle tenebre, dai lumi degli Etruschi ai bagliori di Pompei in calendario dal 5 giugno al 12 settembre al MAEC | Museo dell’Accademia Etrusca e della Città di Cortona (Arezzo), a cura di Luigi Donati, Paolo Bruschetti, Vittorio Mascelli.
Il percorso sarà inaugurato il 4 giugno e in questa giornata l'accesso potrà avvenire esclusivamente su prenotazione (0575 637235).
Gruppo di lucerne provenienti dall’Ipogeo dei Velini di Tuscania, Firenze, Museo Archeologico Nazionale
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Non mancano le tecniche di illuminazione artificiale, strumenti in bronzo, ferro o ceramica di grande pregio.
Tra gli highlights del percorso il pubblico ammirerà il celebre lampadario etrusco in bronzo conservato nelle sale del MAEC, prezioso strumento di illuminazione artificiale antica, accanto a un eccezionale prestito dal Mann di Napoli: la statua in bronzo ritrovata a Pompei, in via dell’Abbondanza, raffigurante un efebo con candelabro, datata 20-10 a.C. e riadattata ad uso porta-lampade. Il soggetto rimanda alle dimore dell’antichità dove vi era un addetto all’accoglienza degli ospiti illustri. D’altronde anche l’epos omerico parla di “giovinetti d’oro su piedistalli ben costruiti che recavano in mano fiaccole accese e facevano lume durante la notte ai convitati nella sala”, incontrati da Ulisse nella reggia di Alcinoo.
Lampadario a sedici beccucci, Particolare Gorgone, ultimo trentennio del IV secolo a.C. (lampadario); seconda metà del II secolo a.C. (targhetta), Cortona, MAEC-Museo dell’Accademia Etrusca e della Città di Cortona | Courtesy MAEC
I sistemi di illuminazione collegati alla cultura nuragica, sviluppata nella Sardegna preromana, assumono la forma di lucerne bronzee e navicelle, mentre alcune delle più prestigiose realizzazioni rinvenute nella città di Pompei - legata al mondo etrusco da antichi vincoli di dipendenza - rivivono nel Putto danzante, nel lampadario con Sfinge, nei candelabri e nelle lanterne dal MANN, nella lucerna trilicne con sirena in stile arcaizzante. La misurazione del tempo passa attraverso la Meridiana di Bevagna (fine II secolo a.C), mentre nella patera a vernice nera da Tarquinia (250-220 a.C.) il rapimento di Persefone ad opera di Ade, esemplifica l’antitesi luce-tenebre con eloquenti simboli ad arricchire il contesto narrativo.
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Cimasa di candelabro da Montepulciano, Metà del IV sec. a.C., Bronzo fuso, Firenze, Museo Archeologico Nazionale
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La mostra è aperta tutti i giorni dalle 10 alle 19.
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