Marlene Bart. Je, je suis si fragile
 
										 
										
										
																		
																																												Marlene Bart, Mollusca Love Affair, 2020, vetro
											
										
										
									Dal 15 October 2021 al 10 November 2021
Venezia
Luogo: Spazio Salenbauch
Indirizzo: San Marco 2382a
Curatori: Petra Schaefer
								
								Lo Spazio Salenbauch è lieto di annunciare la prima personale a Venezia di Marlene Bart (classe 1991) a cura di Petra Schaefer: JE, JE SUIS SI FRAGILE, una mostra con una selezione di opere realizzate dall’artista a Murano nel novembre 2020 nell'ambito di una residenza artistica promossa e ospitata dal Centro Tedesco di Studi Veneziani e della Fondazione Berengo. 
 
Nella fornace a Murano l'artista Marlene Bart ha realizzato 12 opere in vetro eterogenee che possono essere racchiuse nel concetto di “studi anatomici degli animali”. In pochi giorni, Marlene Bart ha creato assieme a mastri vetrai assemblage, sculture e opere soffiate in diverse dimensioni, colori e forme. Il titolo Je, je suis si fragile segna il momento di ‘ribalta’ della serie, che gioca con il cliché di Venezia nel suo cromatismo, ma ricorre alla conoscenza scientifica nella sua forma. Con una profonda conoscenza del comportamento degli animali, piuttosto vario e bizzarro, durante l’accoppiamento, l’artista ha guidato i mastri vetrai con foto, disegni e modelli. Nel processo di lavorazione – la massa di vetro viene riscaldata a 1400 gradi e poi raffreddata a 500 gradi durante la lavorazione – ha potuto reagire a intuizioni e ispirazioni, aggiungendo così nuovi aspetti alla vita amorosa degli animali.
 
Je, je suis si fragile – il vetro di Murano è solido, tralucente ed estremamente delicato, rievocando con l’essere in pericolo il memento mori. Al contempo c'è l’altro lato, quello della bellezza e del lusso, originato da un mestiere in grado di conferire una fragile durata alle bolle di sapone. È proprio la delicatezza, e in primis la delicatezza del materiale che va a sottolineare il titolo di questo gruppo di opere, ma si ascolti il verso per intero da cui si cita qui: Je, je suis libertine / Je suis une catin / Je, je suis si fragile / Qu’on me tienne la main. Nella canzone 'Libertine' di Mylène Farmer, è il ritornello, ma l’intera canzone potrebbe essere ascoltata come un sottotesto della mostra.
Allo Spazio Salenbauch l'artista Marlene Bart presenta una scelta delle sue opere tra cui la scultura in vetro trasparente Mollusca Love affair (foto in allegato) e alcune stampe.
La mostra è promossa dal Centro Tedesco di Studi Veneziani e dal Ministero della Cultura e i Media della Repubblica Federale di Germania, e realizzata con il supporto di Fondazione Dr. Christiane Hackerodt per l’Arte e la Cultura e Dr. Norbert Salenbauch nell'ambito del ciclo eventi Ponti - comunicare (con) Venezia a cura della direttrice Marita Liebermann.
Marlene Bart (*1991) vive e lavora ad Hannover e Berlino. Ha studiato arti visive all’Accademia di Belle Arti di Braunschweig, alla Villa Arson (École nationale supérieure d’art) di Nizza e presso l’Art Center College of Design di Pasadena. Bart ha conseguito il master in "Art in Context" all’Accademia di Belle Arti di Berlino e attualmente sta svolgendo la tesi di dottorato sul tema "Il libro d’artista come enciclopedia multimediale" all’Università Bauhaus a Weimar. Ha insegnato dal 2017-2020 all’Accademia di Belle Arti di Braunschweig e dal 2020 insegna all’Università Bauhaus di Weimar. E' stata borsista del Centro Tedesco di Studi Veneziani e della Fondazione Berengo nel 2020. Nel 2021 ha presentato la mostra Taxa & Theater of Memory presso l'Allgemeiner Konsumverein a Braunschweig. Attualmente alcune sue opere in vetro di Murano sono esposte presso la Galleria d'Arte Peter Gaugy a Vienna.
Petra Schaefer (*1972), storica dell'arte, vive e lavora dal 1997 a Venezia. Dal 2009 è assistente della direzione, responsabile PR e referente per le relazioni artistiche presso il Centro Tedesco di Studi Veneziani dove presenta regolarmente i progetti veneziani dei borsisti artisti e delle borsiste artiste – dei campi arti visive, architettura, composizione e letteratura – con la formula dell’Artist Talk. Nel 2017 ha curato la collettiva Ritratto/copia al Museo del Settecento Ca’ Rezzonico, evento MUVE contemporaneo (con catalogo), e nel 2021 le personali Venetia Reginadi Sophie Schmidt allo spazio D3082 Woman Art in Venice (con catalogo) e Je, je suis si fragile di Marlene Bart allo Spazio Salenbauch a Venezia (con catalogo curata da lei). Dal 2010 Petra Schaefer è corrispondente dell’art magazin Weltkunst (ZEIT Kunstverlag Berlino).
							
							Nella fornace a Murano l'artista Marlene Bart ha realizzato 12 opere in vetro eterogenee che possono essere racchiuse nel concetto di “studi anatomici degli animali”. In pochi giorni, Marlene Bart ha creato assieme a mastri vetrai assemblage, sculture e opere soffiate in diverse dimensioni, colori e forme. Il titolo Je, je suis si fragile segna il momento di ‘ribalta’ della serie, che gioca con il cliché di Venezia nel suo cromatismo, ma ricorre alla conoscenza scientifica nella sua forma. Con una profonda conoscenza del comportamento degli animali, piuttosto vario e bizzarro, durante l’accoppiamento, l’artista ha guidato i mastri vetrai con foto, disegni e modelli. Nel processo di lavorazione – la massa di vetro viene riscaldata a 1400 gradi e poi raffreddata a 500 gradi durante la lavorazione – ha potuto reagire a intuizioni e ispirazioni, aggiungendo così nuovi aspetti alla vita amorosa degli animali.
Je, je suis si fragile – il vetro di Murano è solido, tralucente ed estremamente delicato, rievocando con l’essere in pericolo il memento mori. Al contempo c'è l’altro lato, quello della bellezza e del lusso, originato da un mestiere in grado di conferire una fragile durata alle bolle di sapone. È proprio la delicatezza, e in primis la delicatezza del materiale che va a sottolineare il titolo di questo gruppo di opere, ma si ascolti il verso per intero da cui si cita qui: Je, je suis libertine / Je suis une catin / Je, je suis si fragile / Qu’on me tienne la main. Nella canzone 'Libertine' di Mylène Farmer, è il ritornello, ma l’intera canzone potrebbe essere ascoltata come un sottotesto della mostra.
Allo Spazio Salenbauch l'artista Marlene Bart presenta una scelta delle sue opere tra cui la scultura in vetro trasparente Mollusca Love affair (foto in allegato) e alcune stampe.
La mostra è promossa dal Centro Tedesco di Studi Veneziani e dal Ministero della Cultura e i Media della Repubblica Federale di Germania, e realizzata con il supporto di Fondazione Dr. Christiane Hackerodt per l’Arte e la Cultura e Dr. Norbert Salenbauch nell'ambito del ciclo eventi Ponti - comunicare (con) Venezia a cura della direttrice Marita Liebermann.
Marlene Bart (*1991) vive e lavora ad Hannover e Berlino. Ha studiato arti visive all’Accademia di Belle Arti di Braunschweig, alla Villa Arson (École nationale supérieure d’art) di Nizza e presso l’Art Center College of Design di Pasadena. Bart ha conseguito il master in "Art in Context" all’Accademia di Belle Arti di Berlino e attualmente sta svolgendo la tesi di dottorato sul tema "Il libro d’artista come enciclopedia multimediale" all’Università Bauhaus a Weimar. Ha insegnato dal 2017-2020 all’Accademia di Belle Arti di Braunschweig e dal 2020 insegna all’Università Bauhaus di Weimar. E' stata borsista del Centro Tedesco di Studi Veneziani e della Fondazione Berengo nel 2020. Nel 2021 ha presentato la mostra Taxa & Theater of Memory presso l'Allgemeiner Konsumverein a Braunschweig. Attualmente alcune sue opere in vetro di Murano sono esposte presso la Galleria d'Arte Peter Gaugy a Vienna.
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