Fino al 17 settembre in mostra al Goethe-Institut di Roma

Ostkreuz: istantanee dall'Est

OSTKREUZ. La mostra dell’agenzia fotografica tedesca
 

Francesca Grego

29/06/2017

Roma - Primavera del 1990. Il Muro di Berlino è caduto da poco e sette fotografi dell’Est sono seduti a un tavolo del Cafè du Marché, a Parigi, dove partecipano a una mostra voluta dal presidente François Mitterand.
Ispirati dal leggendario esempio di Magnum Photo, decidono di fondare insieme una nuova agenzia che chiameranno Ostkreuz, dal nome di una stazione della metropolitana di Berlino che collega la parte Est con il resto della città.

Il nome è già una dichiarazione d’intenti: partendo dal proprio particolarissimo punto di osservazione, Sibylle Bergemann, Harald Hauswald, Ute Mahler, Werner Mahler e i loro compagni racconteranno al mondo – finalmente senza censura - le vertiginose trasformazioni della Germania riunita, ma anche grandi eventi in atto sulla scena mondiale.

Dopo aver fatto tappa in Francia e Germania, i due teatri principali dell’avventura di Ostkreuz, approda a Roma per iniziativa del Goethe-Institut la nutrita retrospettiva concepita nel 2015 per celebrare i 25 anni del collettivo fotografico tedesco più famoso al mondo.
Oltre 250 scatti per 22 fotografi documentano l’ultimo quarto di secolo con una notevole varietà di stili e approcci, a partire dall’evoluzione di Berlino dopo la caduta del Muro: lo sgombero violento delle case occupate dell’Est e gli interni altoborghesi dell’Ovest, i vecchi palazzi destinati a scomparire sotto facciate ultramoderne, la costruzione di nuovi edifici che riempiranno ogni spazio libero della giovane capitale.
E poi storie personali, eventi epocali come la rivoluzione in Egitto, reportage su fenomeni come la cultura heavy metal o su temi sensibili come quelli trattati dalla Corte Internazionale di Giustizia dell’Aja, protagonista di un importante lavoro di Frank Schinski.

Ostkreuz. La mostra dell’agenzia fotografica tedesca è distribuita tra il Museo di Roma in Trastevere e la sede romana del Goethe-Institut, dove sono presentate tre serie monografiche rispettivamente di Sibylle Fendt (Il viaggio dei Gärtner), Maurice Weiss (Ciel de plomb) e Frank Schinski (Tribunale Internazionale).

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