Fino al 1° maggio
Opere d'arte nei film. Public Collection negli spazi di CAMERA
NASTYNASTY© - Giorgio de Chirico, Le jour de fête, 1914 - Batman Tim Burton, 1989
Ludovica Sanfelice
05/04/2016
Torino - Circa quaranta sono i fermo immagine estratti da film importanti in cui compare un'opera d'arte di grande valore. Quadri nelle inquadrature che il collettivo milanese Nastynasty ha raccolto per il progetto "Public Collection", realizzato in collaborazione con Arts & Sciences Projects, piattaforma newyorkese che si occupa di diffondere il lavoro di artisti emergenti, e presentato in formato editoriale alla New York Art Book Fair del 20015 nella sede del MoMA/PS1.
L'impatto di fotografia e media sulla cultura e la società contemporanea è l'oggetto dell'indagine a cui si dedica il duo artistico formato da Emiliano Biondelli e Valentina Venturi che in questa occasione si concentrano su sculture e dipinti, opere antiche e contemporanee che compaiono nella finzione del cinema, sullo sfondo o in primo piano, diventando il punto di messa a fuoco di un sistema di riferimenti, rimandi e sovrapposizioni che danno luogo alla mostra ospitata negli spazi recentemente aperti ma già attivissimi di CAMERA, Centro Italiano per la fotografia di Torino.
Stringendo il campo al particolare della scena, l'esposizione dimostra come l'opera abbia un ruolo narrativo pari a quello dell'attore. Osservando invece la Big Picture ci si accorge che la "collezione" è il risultato di una pratica di appropriazione e ricontestualizzazione delle opere collocate in scena che il cinema contribuisce a instillare su larga scala nel nostro immaginario. Processo che le trasforma democraticamente in arte pubblica e partecipa alla diffusione di una cultura alta.
Riconoscerete opere di Delcraoix o di Goya, di De Chirico o Keith Haring, un dipinto di Piero della Francesca e anche La carezza, o l'Arte, o La Sfinge di Fernand Khnopff in scena con Michelle Pfeiffer e Daniel Day Lewis ne "L'età dell'innocenza" di Martin Scorsese e per la prima volta esposta in Italia, a Palazzo Reale di Milano, dove fino a giugno sarà la star della mostra “Il Simbolismo. Arte in Europa dalla Belle Époque alla Grande Guerra”.
Per approfondimenti:
Guida d'arte di Torino
L'impatto di fotografia e media sulla cultura e la società contemporanea è l'oggetto dell'indagine a cui si dedica il duo artistico formato da Emiliano Biondelli e Valentina Venturi che in questa occasione si concentrano su sculture e dipinti, opere antiche e contemporanee che compaiono nella finzione del cinema, sullo sfondo o in primo piano, diventando il punto di messa a fuoco di un sistema di riferimenti, rimandi e sovrapposizioni che danno luogo alla mostra ospitata negli spazi recentemente aperti ma già attivissimi di CAMERA, Centro Italiano per la fotografia di Torino.
Stringendo il campo al particolare della scena, l'esposizione dimostra come l'opera abbia un ruolo narrativo pari a quello dell'attore. Osservando invece la Big Picture ci si accorge che la "collezione" è il risultato di una pratica di appropriazione e ricontestualizzazione delle opere collocate in scena che il cinema contribuisce a instillare su larga scala nel nostro immaginario. Processo che le trasforma democraticamente in arte pubblica e partecipa alla diffusione di una cultura alta.
Riconoscerete opere di Delcraoix o di Goya, di De Chirico o Keith Haring, un dipinto di Piero della Francesca e anche La carezza, o l'Arte, o La Sfinge di Fernand Khnopff in scena con Michelle Pfeiffer e Daniel Day Lewis ne "L'età dell'innocenza" di Martin Scorsese e per la prima volta esposta in Italia, a Palazzo Reale di Milano, dove fino a giugno sarà la star della mostra “Il Simbolismo. Arte in Europa dalla Belle Époque alla Grande Guerra”.
Per approfondimenti:
Guida d'arte di Torino
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