Nikolaus Gansterer e Monika Grzymala. Proxemia - The Co-creation of Space

Monika Grzymala, Raumzeichnung (Shifting), 2015

 

Dal 09 Dicembre 2015 al 06 Febbraio 2016

Roma

Luogo: Galleria Marie-Laure Fleisch

Indirizzo: via di Pallacorda 15

Curatori: Catherine de Zegher

Telefono per informazioni: +39 06 68 89 19 36

E-Mail info: info@galleriamlf.com

Sito ufficiale: http://www.galleriamlf.com



Proxemia (in italiano Prossemica) è lo studio della natura, grado ed effetto di separazione e convergenza spaziali che gli individui naturalmente mantengono, nelle varie situazioni sociali e interpersonali, e di come questo comportamento varia in relazione a fattori ambientali e culturali.
Nikolaus Gansterer e Monika Grzymala si sono incontrati per la prima volta nella recente mostra Drawing Now all’Albertina Museum di Vienna, dove sono rimasti affascinati dalle linee di connessione tra il loro lavoro.
Da lì hanno cominciato a immaginare un progetto espositivo comune da presentare alla Galleria Marie-Laure Fleisch.
Così nasce Proxemia – The Co-creation of Space, una mostra sperimentale in cui i due artisti trasformano lo spazio romano in un dispositivo empirico di verifica sui gesti e le distanze, basandosi su una comunicazione non verbale.
Similmente alle tesi di Henri Lefebvre sullo spazio come costruzione sociale complessa (eretta sui valori e sulla produzione sociale dei significati) che ha effetto sulle pratiche e percezioni spaziali, la galleria viene mappata e decodificata come struttura sociale, fisica e psicologica.
Nikolaus Gansterer, artista e performer, è profondamente interessato ai legami tra disegno, pensiero e azione.
Nella sua ricerca artistica fa emergere le intrinseche strutture di interconnessione che esistono tra cultura e scienza.
Attraverso una ricombinazione di metodi e impostazioni propri di entrambi i campi, individua distintamente le linee di collegamento e divisione tra loro, mettendo in discussione la soglia immaginaria tra natura e cultura, scienza e arte.
La sua ricerca sull’atto del disegnare si traduce in una serie di lavori concettuali, perfomances e oggetti estetici: lavagne con diagrammi e grafici, tavoli da laboratorio, disegni su lastre di vetro, sculture che ricordano modelli di strutture chimiche, composizioni tridimensionali e figure coreografiche. 
La fascinazione di Nikolaus Gansterer per il carattere complesso di figure schematiche e diagrammi, lo ha portato alla realizzazione del libro Drawing a Hypothesis (2011) sull'ontologia delle forme di visualizzazione e sullo sviluppo della prospettiva diagrammatica.I disegni tridimensionali di Monika Grzymala, drammatici e sinuosi, si dispiegano per decine di metri sotto forma di grandi fasci di nastro adesivo lineari o aggrovigliati, che collegano archi, colonne, angoli e pareti.
Osservando le linee tracciate nello spazio, percepiamo un'altra dimensione come rapiti dal disegno stesso, all'interno della confluenza dei suoi elementi fondamentali: linea e carta, carta e linea, spazio e tempo - uno spazio di consapevolezza, un tempo di trasformazione infinita, anche dell'effimero - in breve, la bellezza del ciclo della vita.  
L’interesse di Grzymala risiede nella relazione tra gli oggetti, piuttosto che negli oggetti stessi, e nell’esplorazione dei principi fondamentali della linea e del segno.
L’aspetto performativo è centrale nella sua pratica, esprimendosi sin dal principio nel processo costruttivo delle opere, e continuando anche dopo, poiché l’opera, soccombendo alla gravità, si deteriora e perde la sua vitalità.
Talvolta i “resti” dell’opera vengono riutilizzati dall’artista per creare nuove sculture, quali memento mori della nostra condizione effimera e temporanea.
Catherine de Zegher nel catalogo della mostra Drawing Now 2015, dà infatti una lettura esistenziale dell’opera di Grzymala, scorgendo in essa un tentativo di riconduzione dell’uomo al ciclo della vita, a un graduale riconoscimento dell’essere legati come linee chiastiche al mondo circostante, umano e non umano.
Gansterer e Grzymala hanno in comune l'esplorazione delle condizioni di creazione e percezione dello spazio, affrontando la distanza e la vicinanza dei propri linguaggi visivi.
Aspetti relativi al processo che entrambi gli artisti condividono, vengono tradotti attraverso gesti e azioni creati per questa doppia personale.
Formare, riformare, deformare, sovrascrivere, cancellare, ridisegnare e ricreare, tutte le rappresentazioni grafiche diventano tracce visibili del lavoro in corso.
Al fine di esplorare la spazialità per se stessi e per co-creare nuove immagini, la Galleria Marie-Laure Fleisch verrà trasformata, nel corso di una settimana, in un prolungamento dei corpi degli artisti sulla base della loro articolazione interpersonale.
Il risultato di questo dialogo sperimentale stabilisce una relazione reciproca tra i corpi degli artisti e lo spazio della galleria (Relationscape come la definirebbe la teorica e filosofa Erin Manning) e tra arte e visitatori della mostra.

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