Serafino Valla. L’eterno ritorno in Emilia
Dal 09 Novembre 2024 al 09 Febbraio 2025
Reggiolo | Reggio Emilia
Luogo: Palazzo Sartoretti
Indirizzo: Piazza del Martiri 1-2-3
Orari: sabato 10.00-12.00 (solo su prenotazione) e domenica 10.00-12.00 / 15.00-18.00.
Curatori: di Federica Merighi
Enti promotori:
- Comune di Reggiolo
- Reggiolo Attiva
Costo del biglietto: Ingresso gratuito
Telefono per informazioni: +39 379 283 7474,
E-Mail info: f.merighi@reggioloattiva.it
Sito ufficiale: http://reggioloattiva.it
A dieci anni dalla scomparsa di Serafino Valla, artista introverso e gentile, nato a Luzzara (RE) nel 1919 e vissuto a Reggiolo (RE), la sua figura viene celebrata con una mostra monografica che lo riporta in Emilia, nella sua Emilia.
Dal 9 novembre 2024 al 9 febbraio 2025 gli spazi storici di Palazzo Sartoretti a Reggiolo (RE) ospiteranno l’esposizione Serafino Valla. L’eterno ritorno in Emilia, a cura di Federica Merighi.
Promossa dal Comune di Reggiolo e da Reggiolo Attiva con la collaborazione dell’Associazione il Seminatore di Valla e il sostegno di Comer Industries, Iren, New System 2001 e Cooperativa cattolica costruzioni edili, la mostra sarà inaugurata sabato 9 novembre alle ore 17.00.
In occasione del vernissage, il critico d’arte Giammarco Puntelli terrà, nella Sala dei Miti, una conferenza sull’artista dal titolo Meditazioni universali: il teorema della cultura come ponte verso l’infinito.
L’esposizione si configura come un vero e proprio viaggio che ripercorre la lunga carriera dell’artista. Dalla pittura al disegno, dalla scultura all’incisione, ogni opera offre al pubblico uno sguardo sulla natura, i luoghi e la vita quotidiana che hanno caratterizzato la sua vita nell’atmosfera dei paesaggi emiliani. Un ritorno emozionante, ma raccolto, come le figure che abitano e spesso accompagnano i suoi dipinti, capaci di suggerire quell’analisi interiore necessaria per comprendere il mondo.
«Serafino Valla – scrive Giammarco Puntelli – non è solo un pittore naïf nel senso tradizionale del termine, è un pensatore, un poeta del colore, capace di orchestrare una narrazione visiva che abbraccia la condizione umana nella sua totalità: i suoi bisogni, le sue paure, le sue speranze, i sogni e le fatiche, e quella “volontà di connessione” che, come lui stesso ci ha dimostrato, rappresenta il filo conduttore della nostra esistenza».
Il percorso espositivo comprende una sessantina di opere, realizzate dal 1963 al 2011. Ad accomunare i lavori in mostra, è un personaggio ricorrente, l’uomo con il cappello, emblema di un percorso interiore che l’osservatore è chiamato a intraprendere. Il cappello stesso, un elemento simbolico che Valla ripete con coerenza, allude alla necessità di scoprire e conoscere la propria identità, di “guardarsi dentro”, perché «l’ignoranza è l’ultima barriera tra l’individuo e l’infinito».
«Mio padre – racconta la figlia Giuseppina Valla, custode e curatrice delle opere dell’artista – ha sempre avuto nel cuore le sue origini, il legame col territorio e soprattutto con le persone di Luzzara, paese di nascita, e Reggiolo, paese dove è vissuto. Riportare ora le sue opere a “casa”, nel cuore di Reggiolo, a Palazzo Sartoretti, mi rende felice e orgogliosa ed è con gratitudine che dono all’Amministrazione Comunale una sua scultura».
In occasione della mostra, l’opera Vangatore (1992) entrerà, infatti, nella collezione permanente di Palazzo Sartoretti, dove sono già presenti tre dipinti di Serafino Valla.
La mostra è accompagnata da un catalogo edito da Litocolor S.n.c. con la prefazione di Franco Albinelli, assessore alla Cultura e Ricostruzione del Comune di Reggiolo, e i testi di Federica Merighi, direttrice artistica di Palazzo Sartoretti, “Museo tra le mura”, Giuseppina Valla e Giammarco Puntelli, unitamente ad un ricco apparato iconografico.
Serafino Valla (Luzzara, 1919 – Reggiolo, 2014) è un artista autodidatta. Nell’infanzia ha vissuto in un ambiente instabile e precario a causa dei frequenti traslochi, pertanto la frequenza scolastica non è stata regolare. Psicologicamente insicuro ed incompreso, si rifugiava in una appagante contemplazione della natura. Trascorreva molto tempo camminando lungo l’argine del Po, il grande fiume che rappresentava per lui un mistero. Arruolato come volontario nell’esercito, ha partecipato alla campagna di Russia, dove rimane ferito. Nel 1955 si sposa e va a vivere a Reggiolo. Nel 1959, venti giorni prima della nascita della figlia Giuseppina, la morte del fratello Giuseppe in un incidente stradale lo porta ad una grande crisi esistenziale. Negli anni Sessanta, ha iniziato a ricercare nella pittura, nella scultura e dentro alla filosofia il senso del suo esistere, arrivando a trovare una sua forma espressiva caratterizzata da uomini con il capo chino coperti dal cappello, dalla natura e dall’amato Po. L’arte diviene lo strumento di difesa e il rifugio, che porta alla luce le sue emozioni e la sua spiritualità. Appartenuto alla prima generazione dei pittori naïf, da cui si differenzia in modo sostanziale proprio per la razionalità, negli anni Settanta realizza la prima mostra personale a Luzzara, dove viene scoperto da Cesare Zavattini. Negli anni Novanta ha esteso la sua comunicazione visiva alla rappresentazione plastica, per dare alle sue immagini la terza dimensione, modellando l’argilla, per poi dedicarsi, nell’ultima parte del suo percorso artistico, alla natura morta. Nel 2014, viene allestita la sua ultima mostra, Esistenzialità ed Arte (dal titolo della monografia a cura di Alfredo Gianolio, pubblicata nel 2012) a Palazzo Bentivoglio di Gualtieri. Nel paese di Antonio Ligabue, Valla ha chiuso la sua carriera con una grande consapevolezza, che lo ha accompagnato fino alla morte, avvenuta dopo quattro mesi. Da allora, la figlia Giuseppina diventa curatrice delle sue opere ed inizia un nuovo percorso di valorizzazione dell’artista. Serafino Valla, con la sua arte gentile e introspettiva, ha esposto sia a livello nazionale (Milano, Mantova, Parma, Foggia, Messina, Napoli, Bologna, Modena, Sabbioneta, Gualdo Tadino, Roma, Firenze, Reggio Calabria) che internazionale (Berlino, Tirana, Barcellona, Abu Dhabi, Budapest, Zagabria, Lugano e Zurigo), con mostre personali e collettive. Sue opere si trovano al Museo Nazionale delle Arti Naïves Cesare Zavattini di Luzzara, al Museo Cervi di Gattatico, al Museo dei Madonnari di Curtatone, in Jugoslavia, Svizzera, Francia, Spagna, Olanda e in collezioni pubbliche e private. L’artista è inoltre presente in numerose pubblicazioni, con testi critici dedicati nei libri di storia dell'arte Archè, Lògos e Psiché e nella serie di volumi Profili d’artista e Le scelte di Puntelli, tutti editi da Giorgio Mondadori. Il 6 ottobre 2019, cent’anni dopo la nascita di Serafino Valla, è stato presentato a Luzzara il film artistico-biografico Pecore in transito - Meditazione tra inconscio e presente.
Dal 9 novembre 2024 al 9 febbraio 2025 gli spazi storici di Palazzo Sartoretti a Reggiolo (RE) ospiteranno l’esposizione Serafino Valla. L’eterno ritorno in Emilia, a cura di Federica Merighi.
Promossa dal Comune di Reggiolo e da Reggiolo Attiva con la collaborazione dell’Associazione il Seminatore di Valla e il sostegno di Comer Industries, Iren, New System 2001 e Cooperativa cattolica costruzioni edili, la mostra sarà inaugurata sabato 9 novembre alle ore 17.00.
In occasione del vernissage, il critico d’arte Giammarco Puntelli terrà, nella Sala dei Miti, una conferenza sull’artista dal titolo Meditazioni universali: il teorema della cultura come ponte verso l’infinito.
L’esposizione si configura come un vero e proprio viaggio che ripercorre la lunga carriera dell’artista. Dalla pittura al disegno, dalla scultura all’incisione, ogni opera offre al pubblico uno sguardo sulla natura, i luoghi e la vita quotidiana che hanno caratterizzato la sua vita nell’atmosfera dei paesaggi emiliani. Un ritorno emozionante, ma raccolto, come le figure che abitano e spesso accompagnano i suoi dipinti, capaci di suggerire quell’analisi interiore necessaria per comprendere il mondo.
«Serafino Valla – scrive Giammarco Puntelli – non è solo un pittore naïf nel senso tradizionale del termine, è un pensatore, un poeta del colore, capace di orchestrare una narrazione visiva che abbraccia la condizione umana nella sua totalità: i suoi bisogni, le sue paure, le sue speranze, i sogni e le fatiche, e quella “volontà di connessione” che, come lui stesso ci ha dimostrato, rappresenta il filo conduttore della nostra esistenza».
Il percorso espositivo comprende una sessantina di opere, realizzate dal 1963 al 2011. Ad accomunare i lavori in mostra, è un personaggio ricorrente, l’uomo con il cappello, emblema di un percorso interiore che l’osservatore è chiamato a intraprendere. Il cappello stesso, un elemento simbolico che Valla ripete con coerenza, allude alla necessità di scoprire e conoscere la propria identità, di “guardarsi dentro”, perché «l’ignoranza è l’ultima barriera tra l’individuo e l’infinito».
«Mio padre – racconta la figlia Giuseppina Valla, custode e curatrice delle opere dell’artista – ha sempre avuto nel cuore le sue origini, il legame col territorio e soprattutto con le persone di Luzzara, paese di nascita, e Reggiolo, paese dove è vissuto. Riportare ora le sue opere a “casa”, nel cuore di Reggiolo, a Palazzo Sartoretti, mi rende felice e orgogliosa ed è con gratitudine che dono all’Amministrazione Comunale una sua scultura».
In occasione della mostra, l’opera Vangatore (1992) entrerà, infatti, nella collezione permanente di Palazzo Sartoretti, dove sono già presenti tre dipinti di Serafino Valla.
La mostra è accompagnata da un catalogo edito da Litocolor S.n.c. con la prefazione di Franco Albinelli, assessore alla Cultura e Ricostruzione del Comune di Reggiolo, e i testi di Federica Merighi, direttrice artistica di Palazzo Sartoretti, “Museo tra le mura”, Giuseppina Valla e Giammarco Puntelli, unitamente ad un ricco apparato iconografico.
Serafino Valla (Luzzara, 1919 – Reggiolo, 2014) è un artista autodidatta. Nell’infanzia ha vissuto in un ambiente instabile e precario a causa dei frequenti traslochi, pertanto la frequenza scolastica non è stata regolare. Psicologicamente insicuro ed incompreso, si rifugiava in una appagante contemplazione della natura. Trascorreva molto tempo camminando lungo l’argine del Po, il grande fiume che rappresentava per lui un mistero. Arruolato come volontario nell’esercito, ha partecipato alla campagna di Russia, dove rimane ferito. Nel 1955 si sposa e va a vivere a Reggiolo. Nel 1959, venti giorni prima della nascita della figlia Giuseppina, la morte del fratello Giuseppe in un incidente stradale lo porta ad una grande crisi esistenziale. Negli anni Sessanta, ha iniziato a ricercare nella pittura, nella scultura e dentro alla filosofia il senso del suo esistere, arrivando a trovare una sua forma espressiva caratterizzata da uomini con il capo chino coperti dal cappello, dalla natura e dall’amato Po. L’arte diviene lo strumento di difesa e il rifugio, che porta alla luce le sue emozioni e la sua spiritualità. Appartenuto alla prima generazione dei pittori naïf, da cui si differenzia in modo sostanziale proprio per la razionalità, negli anni Settanta realizza la prima mostra personale a Luzzara, dove viene scoperto da Cesare Zavattini. Negli anni Novanta ha esteso la sua comunicazione visiva alla rappresentazione plastica, per dare alle sue immagini la terza dimensione, modellando l’argilla, per poi dedicarsi, nell’ultima parte del suo percorso artistico, alla natura morta. Nel 2014, viene allestita la sua ultima mostra, Esistenzialità ed Arte (dal titolo della monografia a cura di Alfredo Gianolio, pubblicata nel 2012) a Palazzo Bentivoglio di Gualtieri. Nel paese di Antonio Ligabue, Valla ha chiuso la sua carriera con una grande consapevolezza, che lo ha accompagnato fino alla morte, avvenuta dopo quattro mesi. Da allora, la figlia Giuseppina diventa curatrice delle sue opere ed inizia un nuovo percorso di valorizzazione dell’artista. Serafino Valla, con la sua arte gentile e introspettiva, ha esposto sia a livello nazionale (Milano, Mantova, Parma, Foggia, Messina, Napoli, Bologna, Modena, Sabbioneta, Gualdo Tadino, Roma, Firenze, Reggio Calabria) che internazionale (Berlino, Tirana, Barcellona, Abu Dhabi, Budapest, Zagabria, Lugano e Zurigo), con mostre personali e collettive. Sue opere si trovano al Museo Nazionale delle Arti Naïves Cesare Zavattini di Luzzara, al Museo Cervi di Gattatico, al Museo dei Madonnari di Curtatone, in Jugoslavia, Svizzera, Francia, Spagna, Olanda e in collezioni pubbliche e private. L’artista è inoltre presente in numerose pubblicazioni, con testi critici dedicati nei libri di storia dell'arte Archè, Lògos e Psiché e nella serie di volumi Profili d’artista e Le scelte di Puntelli, tutti editi da Giorgio Mondadori. Il 6 ottobre 2019, cent’anni dopo la nascita di Serafino Valla, è stato presentato a Luzzara il film artistico-biografico Pecore in transito - Meditazione tra inconscio e presente.
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