Venezia | Teatrino di Palazzo Grassi | 15 e 16 novembre 2018
Palazzo Grassi #1 - Sul filo della storia..
Palazzo Grassi oggi | Courtesy of Palazzo Grassi, Venezia, 2018
Laura Bellucci
15/11/2018
Venezia - Per molti Palazzo Grassi è sinonimo di grandi mostre, fosse anche solo per aver sentito parlare della memorabile esposizione di Damien Hirst che dominò la stagione espositiva veneziana del 2017, ma forse a non tutti è noto ciò che accade nelle sale del Palazzo e nei suoi annessi durante tutto l'anno, un susseguirsi di vivaci appuntamenti che spaziano a 360° tra arte, musica e cultura nell'accezione più ampia del termine, a beneficio delle più diverse attitudini ed età.
Ed oggi il Teatrino di Palazzo Grassi ha inaugarato ad esempio la prima giornata di ricerca dedicata alla storia espositiva dell'omonimo Palazzo, presentando il convegno di studi Palazzo Grassi e la storia delle sue mostre, a cura di Stefano Collicelli Cagol, primo appuntamento ideato per raccontare la storia espositiva legata all'edificio veneziano attraverso i decenni e le complesse vicende che l'hanno caratterizzata, che esordisce con una prima edizione intitolata Tra moda e arte: i Marinotti e il Centro Internazionale delle Arti e del Costume dedicata alle mostre di Palazzo Grassi tra gli anni ‘50 e ‘70.
La storia inizia alla fine della Seconda Guerra Mondiale, quando il conte Franco Marinotti, già proprietario della Snia Viscosa, nonché fondatore della cittadina di Tor Viscosa, acquista il palazzo sul Canal Grande che nel 1951, grazie al figlio Paolo Marinotti, segretario generale dell’azienda, diverrà sede d'elezione del Centro Internazionale delle Arti e del Costume dedito all'organizzazione di una serie di esposizioni attorno ai temi del costume e del tessile, a cui si affiancherà dal 1959 al 1961, per il cosiddetto Ciclo della Vitalità, una serie di tre mostre internazionali di arte contemporanea: Vitalità nell’arte (1959), Dalla natura all’arte (1960) e Arte e contemplazione (1961).
A dare il via all'inedito viaggio nel tempo e nella singolare relazione tra Palazzo Grassi e l'arte contemporanea è il Direttore Martin Bethenod, in quella che egli stesso definisce "la stagione dell'infanzia" dell'istituzione che presiede, ovvero nel suo 12° anno dalla fondazione sotto l'egida di François Pinault. Una giovane realtà museale quindi, che celebra in verità una lunga storia, quella di un palazzo che da quasi 70 anni è stato luogo elettivo di arte, moda e design, con la famiglia Marinotti prima, dal 1951 al 1961, e con la famiglia Agnelli poi, dal 1984 al 2005, fino alla guida odierna da parte della Fondation Pinault avviatasi nel 2007.
I primi ospiti a dar voce alla narrazione polifonica che indagherà da oggi in avanti le relazioni tra moda e arte a Palazzo Grassi sono stati Romy Golan, The Graduate Center, City University New York, Marco De Michelis, professore presso lo IUAV di Venezia, Nico Stringa, docente di Storia dell’Arte Contemporanea all'Università Ca’ Foscari di Venezia e Luca Scarlini, scrittore, critico, story-teller e performer, attraverso un esordio che ci si augura abbia lunga durata, in un futuro costantemente aperto a sempre nuovi progetti sul fil rouge della memoria.
Cruciale è proprio il tema della memoria, troppo spesso perduta con il passare dei decenni, sia che il ricordo si rivolga ai primi fondatori di una grande impresa o agli episodi anticipatori contemplati da una programmazione museale fuori dagli schemi, sia che riguardi industriali illuminati o grandi artisti e architetti il cui nome e la cui opera sono stati offuscati dall'avvicendarsi degli eventi della Storia. Tra gli altri l'architetto Luigi Moretti, rievocato da Romy Golan nel suo intervento d'apertura al convegno, volgendo lo sguardo verso la nascita di un'istituzione nata sotto il segno dell'interdisciplinarità, che ha scandito negli anni tappe cruciali della storia dell'arte e del costume contemporanei, e con costante lungimiranza ha contribuito a formare l'identità culturale della stessa città di Venezia.
A sancire l'avvio della nuova stagione di appuntamenti al Teatrino di Palazzo Grassi, volta allo studio del passato alla luce del presente, l'annuncio di un nuovo accordo tra Palazzo Grassi e La Biennale di Venezia grazie al quale il “Fondo Palazzo Grassi – 1984-2005” verrà accolto in comodato d’uso gratuito presso l’Archivio Storico della Biennale, che ospiterà l'intera documentazione originale risalente all’epoca della gestione da parte della FIAT, seguito dall'appassionante intervento di Paolo Marinotti, che ha evocato l'intensità della relazione tra la sua famiglia e l'arte nelle sue molteplici espressioni, partendo dall'incontro del nonno Franco con il futurista Marinetti, passando per le suggestioni paterne tra il Realismo magico veneziano e il Surrealismo francese, tra l'olandese movimento Cobra e l'Espressionismo astratto, in una vicenda in cui la storia degli uomini e quella di una famiglia si intrecciano alle stagioni dell'arte, di volta volta strumento di propaganda o propellente per l'immaginazione, come ne Il Poema del Vestito di Latte di Filippo Tommaso Marinetti, pubblicato nel 1937 dall'Ufficio propaganda Snia Viscosa per pubblicizzare il Lanital, fibra autarchica ottenuta dalla caseina e illustrato dallo stesso Bruno Munari.
Vedi anche:
• Palazzo Grassi e la storia delle sue mostre #1 - Tra moda e arte: i Marinotti e il Centro Internazionale delle Arti e del Costume
Ed oggi il Teatrino di Palazzo Grassi ha inaugarato ad esempio la prima giornata di ricerca dedicata alla storia espositiva dell'omonimo Palazzo, presentando il convegno di studi Palazzo Grassi e la storia delle sue mostre, a cura di Stefano Collicelli Cagol, primo appuntamento ideato per raccontare la storia espositiva legata all'edificio veneziano attraverso i decenni e le complesse vicende che l'hanno caratterizzata, che esordisce con una prima edizione intitolata Tra moda e arte: i Marinotti e il Centro Internazionale delle Arti e del Costume dedicata alle mostre di Palazzo Grassi tra gli anni ‘50 e ‘70.
La storia inizia alla fine della Seconda Guerra Mondiale, quando il conte Franco Marinotti, già proprietario della Snia Viscosa, nonché fondatore della cittadina di Tor Viscosa, acquista il palazzo sul Canal Grande che nel 1951, grazie al figlio Paolo Marinotti, segretario generale dell’azienda, diverrà sede d'elezione del Centro Internazionale delle Arti e del Costume dedito all'organizzazione di una serie di esposizioni attorno ai temi del costume e del tessile, a cui si affiancherà dal 1959 al 1961, per il cosiddetto Ciclo della Vitalità, una serie di tre mostre internazionali di arte contemporanea: Vitalità nell’arte (1959), Dalla natura all’arte (1960) e Arte e contemplazione (1961).
A dare il via all'inedito viaggio nel tempo e nella singolare relazione tra Palazzo Grassi e l'arte contemporanea è il Direttore Martin Bethenod, in quella che egli stesso definisce "la stagione dell'infanzia" dell'istituzione che presiede, ovvero nel suo 12° anno dalla fondazione sotto l'egida di François Pinault. Una giovane realtà museale quindi, che celebra in verità una lunga storia, quella di un palazzo che da quasi 70 anni è stato luogo elettivo di arte, moda e design, con la famiglia Marinotti prima, dal 1951 al 1961, e con la famiglia Agnelli poi, dal 1984 al 2005, fino alla guida odierna da parte della Fondation Pinault avviatasi nel 2007.
I primi ospiti a dar voce alla narrazione polifonica che indagherà da oggi in avanti le relazioni tra moda e arte a Palazzo Grassi sono stati Romy Golan, The Graduate Center, City University New York, Marco De Michelis, professore presso lo IUAV di Venezia, Nico Stringa, docente di Storia dell’Arte Contemporanea all'Università Ca’ Foscari di Venezia e Luca Scarlini, scrittore, critico, story-teller e performer, attraverso un esordio che ci si augura abbia lunga durata, in un futuro costantemente aperto a sempre nuovi progetti sul fil rouge della memoria.
Cruciale è proprio il tema della memoria, troppo spesso perduta con il passare dei decenni, sia che il ricordo si rivolga ai primi fondatori di una grande impresa o agli episodi anticipatori contemplati da una programmazione museale fuori dagli schemi, sia che riguardi industriali illuminati o grandi artisti e architetti il cui nome e la cui opera sono stati offuscati dall'avvicendarsi degli eventi della Storia. Tra gli altri l'architetto Luigi Moretti, rievocato da Romy Golan nel suo intervento d'apertura al convegno, volgendo lo sguardo verso la nascita di un'istituzione nata sotto il segno dell'interdisciplinarità, che ha scandito negli anni tappe cruciali della storia dell'arte e del costume contemporanei, e con costante lungimiranza ha contribuito a formare l'identità culturale della stessa città di Venezia.
A sancire l'avvio della nuova stagione di appuntamenti al Teatrino di Palazzo Grassi, volta allo studio del passato alla luce del presente, l'annuncio di un nuovo accordo tra Palazzo Grassi e La Biennale di Venezia grazie al quale il “Fondo Palazzo Grassi – 1984-2005” verrà accolto in comodato d’uso gratuito presso l’Archivio Storico della Biennale, che ospiterà l'intera documentazione originale risalente all’epoca della gestione da parte della FIAT, seguito dall'appassionante intervento di Paolo Marinotti, che ha evocato l'intensità della relazione tra la sua famiglia e l'arte nelle sue molteplici espressioni, partendo dall'incontro del nonno Franco con il futurista Marinetti, passando per le suggestioni paterne tra il Realismo magico veneziano e il Surrealismo francese, tra l'olandese movimento Cobra e l'Espressionismo astratto, in una vicenda in cui la storia degli uomini e quella di una famiglia si intrecciano alle stagioni dell'arte, di volta volta strumento di propaganda o propellente per l'immaginazione, come ne Il Poema del Vestito di Latte di Filippo Tommaso Marinetti, pubblicato nel 1937 dall'Ufficio propaganda Snia Viscosa per pubblicizzare il Lanital, fibra autarchica ottenuta dalla caseina e illustrato dallo stesso Bruno Munari.
Vedi anche:
• Palazzo Grassi e la storia delle sue mostre #1 - Tra moda e arte: i Marinotti e il Centro Internazionale delle Arti e del Costume
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