Dal 23 maggio

Apre al pubblico il Museo dello CSAC di Parma

Certosa di Paradigna, sede del CSAC
 

Ludovica Sanfelice

07/05/2015

Parma - È custode di una delle più vaste raccolte italiane d’arte, fotografia, design, media e spettacolo, con circa 12 milioni di opere tra dipinti, sculture, stampe, disegni, manifesti e negativi su lastra e su pellicola che testimoniano la contemporaneità attraverso oggetti del comunicare, eppure lo CSAC (Centro Studi e Archivio della Comunicazione) di Parma è sempre rimasto un luogo dalla complessa fruizione.

Il Progetto Paradigna pone però rimedio alle difficoltà attraverso la riapertura dell’ex monastero cistercense dell’Abbazia di Valserena e l’esposizione permanente delle opere dello CSAC. Un’operazione volta a valorizzare sia il complesso storico di quella che è tradizionalmente identificata come la Certosa di Parma che ispirò Stendhal, sia degli spazi riservati al Centro.

L’avvio di EXPO, linea traguardo che il progetto si era prefissato, combacia con l’apertura al pubblico dello spazio rinnovato che dal 23 maggio si presenterà come un polo multifunzionale capace di unire alle caratteristiche di archivio dello CSAC, una vocazione più didattica e di ricerca grazie ad un programma di attività di laboratorio, restauro, workshop, seminari, tirocini universitari, prestito e supporto a musei di tutto il mondo.
A questa nuova funzione si combinerà anche l’aspetto museale ed espositivo, sviluppato con il miglioramento di collegamenti e servizi di accoglienza e interventi architettonici promossi e sostenuti dall’Università di Parma.

Il Museo, che trova sede nell’imponente Chiesa monastica a croce latina, nella Sala delle Colonne e nella Sala Ipogea, ospiterà l’esposizione permanente, che per l’enormità del repertorio visivo dell’Archivio, metterà in mostra i materiali a rotazione.

In occasione dell’inaugurazione, le sedici sezioni dell’esposizione saranno volte ad esprimere la complessa natura di questo Archivio/Museo, attraverso le interazioni trasversali delle sue collezioni: dall’Arte alla Moda, dal Design alla Fotografia, dall’Architettura alla Pubblicità fino al Disegno della satira, con opere e progetti di Lucio Fontana, Giorgio Armani, Gianfranco Ferré, Achille Castiglioni, Nizzoli e Bellini per Olivetti, Man Ray, Luigi Ghirri, Dorothea Lange, Giò Ponti, Pier Luigi Nervi, Giuseppe Samonà, Armando Testa, Tullio Pericoli, Vincino.

A chiudere il percorso: la mostra monografica dedicata alla cultura figurativa e progettuale degli anni ’60 e ’70 con opere di artisti come quelle di Enrico Baj, Mario Ceroli, Luciano Fabro, Emilio Isgrò, Enzo Mari, Giulio Paolini, Michelangelo Pistoletto, Mario Schifano, Ettore Sottsass, Emilio Tadini.

Ai visitatori sarà offerta anche la possibilità di consultare, su prenotazione, i materiali degli archivi conservati nelle aree dell’Abbazia non aperte al pubblico.