Centenario del genocidio degli Armeni 1915-2015
Dal 06 Marzo 2015 al 03 Maggio 2015
Roma
Luogo: Complesso del Vittoriano
Indirizzo: Via San Pietro in Carcere
Orari: tutti i giorni 9.30-19.30
Enti promotori:
- Ambasciata della Repubblica d’Armenia in Italia
Costo del biglietto: ingresso gratuito
Telefono per informazioni: +39 06 6780664
La mostra che si svolgerà presso il Complesso del Vittoriano in occasione del centenario della commemorazione del genocidio armeno, intende coinvolgere il pubblico italiano ed internazionale in una suggestiva esperienza di esplorazione della ricca cultura armena.
L’esposizione si articolerà in tre aree:
1. Una sezione storica e artistica per capire i principali elementi che caratterizzano la cultura armena.
2. Una sezione dedicata ai rapporti tra l’Italia e l’Armenia e alla ricchezza storica ed artistica della presenza armena in Italia.
3. Una sezione dedicata alla minaccia di annientamento del popolo armeno, al ruolo dell’Italia e della Santa Sede nell’assistenza ai sopravvissuti ed infine ai tesori armeni salvati durante il genocidio e custoditi in Italia.
La storia del cristianesimo e dei costanti richiami biblici sono una parte costitutiva della cultura armena degli ultimi due millenni. Il monte Ararat, ceduto alla Turchia con i trattati internazionali del 1921 e 1923, continua ancora oggi a costituire un simbolo dell’Armenia e ad essa e al suo ruolo nell’ispirare la spiritualità e la fioritura artistica in Armenia sarà dedicata la prima sezione della mostra.
Seguiranno due sezioni che parleranno rispettivamente della conversione degli armeni alla religione cristiana nel anno 301, come prima nazione in assoluto ad abbracciare il cristianesimo come religione di stato, e della codificazione di un nuovo alfabeto un secolo più tardi ad opera del monaco Mesrop Mashtots.
Ai traguardi artistici e architettonici dell’Armenia cristiana saranno dedicate le due successive sezioni della mostra. Tra le culture del Cristianesimo orientale, quella armena ha da sempre spiccato per la sua notevole originalità e capacità di simbiosi tra influssi bizantini, islamici ed occidentali.
Ai cospicui rapporti con la penisola italiana e alle comunità armene sorte ancora nell’alto medioevo è dedicata una grande sezione che diventa un vero e proprio viaggio sulle orme di monaci, mercanti, artisti e scrittori che ci faranno visitare i tesori del Monastero armeno di San Lazzaro a Venezia oppure il convento di San Gregorio armeno a Napoli, dove ancora oggi è custodito il cranio del santo patrono della Chiesa armena.
Infine una sezione speciale tratterà della reazione da parte italiana all’atroce tentativo di annientamento del popolo armeno messo in atto in tutta la regione anatolica negli ultimi anni dell’Impero ottomano. Immagini e documenti storici faranno da supporto introduttivo ad alcuni preziosi reperti della cultura armena, di alto valore simbolico, che, tratti in salvo con gesti di eroismo, hanno acquistato nuova vita in Italia.
L’esposizione si articolerà in tre aree:
1. Una sezione storica e artistica per capire i principali elementi che caratterizzano la cultura armena.
2. Una sezione dedicata ai rapporti tra l’Italia e l’Armenia e alla ricchezza storica ed artistica della presenza armena in Italia.
3. Una sezione dedicata alla minaccia di annientamento del popolo armeno, al ruolo dell’Italia e della Santa Sede nell’assistenza ai sopravvissuti ed infine ai tesori armeni salvati durante il genocidio e custoditi in Italia.
La storia del cristianesimo e dei costanti richiami biblici sono una parte costitutiva della cultura armena degli ultimi due millenni. Il monte Ararat, ceduto alla Turchia con i trattati internazionali del 1921 e 1923, continua ancora oggi a costituire un simbolo dell’Armenia e ad essa e al suo ruolo nell’ispirare la spiritualità e la fioritura artistica in Armenia sarà dedicata la prima sezione della mostra.
Seguiranno due sezioni che parleranno rispettivamente della conversione degli armeni alla religione cristiana nel anno 301, come prima nazione in assoluto ad abbracciare il cristianesimo come religione di stato, e della codificazione di un nuovo alfabeto un secolo più tardi ad opera del monaco Mesrop Mashtots.
Ai traguardi artistici e architettonici dell’Armenia cristiana saranno dedicate le due successive sezioni della mostra. Tra le culture del Cristianesimo orientale, quella armena ha da sempre spiccato per la sua notevole originalità e capacità di simbiosi tra influssi bizantini, islamici ed occidentali.
Ai cospicui rapporti con la penisola italiana e alle comunità armene sorte ancora nell’alto medioevo è dedicata una grande sezione che diventa un vero e proprio viaggio sulle orme di monaci, mercanti, artisti e scrittori che ci faranno visitare i tesori del Monastero armeno di San Lazzaro a Venezia oppure il convento di San Gregorio armeno a Napoli, dove ancora oggi è custodito il cranio del santo patrono della Chiesa armena.
Infine una sezione speciale tratterà della reazione da parte italiana all’atroce tentativo di annientamento del popolo armeno messo in atto in tutta la regione anatolica negli ultimi anni dell’Impero ottomano. Immagini e documenti storici faranno da supporto introduttivo ad alcuni preziosi reperti della cultura armena, di alto valore simbolico, che, tratti in salvo con gesti di eroismo, hanno acquistato nuova vita in Italia.
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