Dal 6 aprile al 9 luglio al Palladio Museum

Raffaello, divino architetto, presto in mostra a Vicenza

Fac-simile del cartone di Raffaello per l’arazzo del Sacrificio a Listra conservato al V&A di Londra (Factum Arte | © Victoria and Albert Museum, London. Courtesy Royal Collection Trust / Her Majesty Queen Elizabeth II)
 

Samantha De Martin

09/02/2023

Vicenza - Da sempre è stato celebrato come uno dei più grandi pittori della storia. Eppure Raffaello è stato anche un abile architetto, tra i più influenti del Rinascimento.
Questi due volti complementari dell’artista sono a lungo stati considerati separatamente dalla critica che ha talvolta sottovalutato la profonda unità che, fin dagli esordi nella bottega del Perugino, lega pittura e geometria.
Un esempio di questo connubio si può ad esempio rintracciare nella composizione geometrica e negli sfondi architettonici di opere come l’Annunciazione e la Presentazione al Tempio nella predella della Pala Oddi, nello Sposalizio della Vergine di Brera, nella sagoma piramidale che connota molte delle sue celebri Madonne, nelle Stanze Vaticane dove il pittore assegna all’architettura un ruolo predominante.


La facciata di palazzo Alberini a Roma. Da Pietro Ferrerio, Palazzi di Roma de’ più celebri architetti, 1650-1700 (© CISA Andrea Palladio)

La mostra Raffaello. Nato architetto, in programma dal 6 aprile al 29 luglio presso il Palladio Museum di Vicenza nel decennale della sua fondazione, esamina il duplice volto del maestro nato architetto e insieme pittore. Curato da Guido Beltramini, Howard Burns e Arnold Nesselrath, promosso dal CISA – Centro internazionale di Storia dell’Architettura nell’ambito delle iniziative del Comitato Nazionale “Raffaello 1520-2020”, il percorso ambisce a mettere in luce come Raffaello non sia nato pittore per diventare, solo in seguito, architetto, ma che abbia maneggiato l’architettura sin dall’inizio della propria attività di artista, conferendo alle sue opere figurative una nuova e innovativa idea di spazio, alimentata dallo studio e dall’imitazione dell’architettura della Roma antica.

È il raffinato pittore di Urbino a gettare le basi della “invenzione” degli ordini architettonici, a progettare per primo le colonne che Michelangelo svilupperà in Campidoglio decenni dopo, a concepire palazzi “su misura” per gli alti funzionari della ristretta cerchia del papa Leone X, o ancora a far rinascere la tradizione romana antica della vita in campagna con villa Madama, la prima villa rinascimentale, sulle pendici di Monte Mario.


La facciata di Palazzo Branconio dall’Aquila a Roma, oggi non più esistente. Da Pietro Ferrerio, Palazzi di Roma de’ più celebri architetti, 1650-1700 (© CISA Andrea Palladio)

In mostra disegni originali, tra i quali preziosi autografi provenienti dal Royal Institute of British Architects di Londra e dagli Uffizi, lasciano spazio a taccuini e manoscritti dalla Biblioteca Centrale di Firenze, a libri rinascimentali e sculture antiche, presentando non solo le architetture realizzate, ma anche quelle rimaste sulla carta o andate distrutte, come Palazzo Branconio dell’Aquila.
Due riproduzioni dei monumentali cartoni per gli arazzi della Cappella Sistina, come il Sacrificio di Listra o la Predica di San Paolo ad Atene metteranno in luce l’inscindibile intreccio tra il Raffaello pittore e architetto.
Accompagnerà la mostra un catalogo scientifico con gli esiti delle nuove ricerche sulle architetture costruite e dipinte dal Sanzio. Il volume, che riunisce i contributi dei curatori e di tutti gli specialisti che hanno partecipato al gruppo di lavoro, vedrà per la prima volta pubblicate le ricostruzioni dei progetti perduti del maestro.


Veduta di via della Lungara a Roma con le Scuderie Chigi. Da Roma al tempo di Clemente X: la pianta di Roma di Giambattista Falda del 1676, riproduzione in fac-simile del 1931 (© CISA Andrea Palladio)