Al Museo degli Innocenti dal 20 ottobre al 26 marzo
Escher, maestro di meraviglia, in mostra a Firenze
Maurits Cornelis Escher, Senglea, Malta, 1935, Xilografia, 46 x 31 cm, Collezione Maurits, Bolzano All M.C. Escher works © 2022 The M.C. Escher Company. All rights reserved www.mcescher.com
Samantha De Martin
19/10/2022
Firenze - “Lo stupore è il sale della terra” diceva Maurits Cornelis Escher, l’incisore più amato del XX secolo.
E infatti il tripudio di sfere riflettenti, geometrie impossibili e universi fantastici che avvolgono d’incanto il complesso monumentale progettato da Filippo Brunelleschi, sede del Museo degli Innocenti, è davvero un colpo d’occhio che produce meraviglia.
Dal 20 ottobre al 26 marzo l’artista olandese sarà a Firenze con circa 200 opere al centro di otto sezioni - una delle quali dedicata al viaggio in Italia e alla Toscana, dove tenne, nel 1923, la sua prima mostra personale - che proiettano i visitatori in quei suoi mondi immaginifici e impossibili che fondono scienza e natura, il magico e il matematico, il rigore analitico e la capacità contemplativa, e ancora arte, matematica, scienza, fisica, design.
Maurits Cornelis Escher, San Gimignano, 1923, Xilografia, 49.3 x 28.9 cm, Collezione Maurits, Bolzano All M.C. Escher works © 2022 The M.C. Escher Company. All rights reserved www.mcescher.com
Il primo approdo dell’artista in città era stato nel 1921, in occasione di una vacanza con i genitori durante la quale era rimasto a tal punto affascinato da ritornare in Toscana l’anno dopo in compagnia di alcuni amici. E fu dai luoghi toscani e dalla bellezza selvaggia dei paesaggi del centro e sud della penisola che Escher trovò ispirazione per le sue opere.
L’antologica pronta ad aprire i battenti domani a Firenze sfoglia i lavori più rappresentativi che lo hanno reso celebre in tutto il mondo raccontando il genio dell’artista olandese attraverso le opere più iconiche della sua produzione, da Mano con sfera riflettente (1935) a Vincolo d’unione (1956), da Metamorfosi II (1939) a Giorno e notte (1938).
Nel museo nato per esporre le opere d’arte dell’antico Spedale, grande centro d’accoglienza per bambini, trasformato in un percorso che permette di scoprire un patrimonio culturale profondamente legato all’attività svolta in favore dei piccoli che non potevano essere cresciuti dalle famiglie d’origine, e che accoglie capolavori di artisti quali Domenico Ghirlandaio, Luca e Andrea della Robbia, Sandro Botticelli, le opere di Escher ammaliano.
Maurits Cornelis Escher, Vincolo d’unione, 1956, Litografia, 33.9 x 25.3 cm, Collezione Maurits, Bolzano, All M.C. Escher works © 2022 The M.C. Escher Company. All rights reserved www.mcescher.com
Dai primi lavori ispirati all’Art Nouveau all’ “Eschermania” con l’influenza esercitata dall’artista sui pittori contemporanei e artisti digitali, il viaggio alla scoperta del genio prosegue in mostra con i viaggi in Italia che gli consentirono di ampliare i suoi orizzonti artistici.
In questo universo nel quale gli uccelli si tramutano gradualmente in pesci e una lucertola diventa la cella di un alveare figurano anche elementi antitetici ma complementari, come il giorno e la notte o il bene e il male, che, in una stessa composizione, intrecciano gli opposti. Il pubblico procede attraverso architetture e composizioni geometriche caratterizzate da aberrazioni prospettiche, costruzioni impossibili frutto un dialogo con matematici e cristallografi, illusioni ottiche, la rappresentazione dell’infinito.
Una sezione della mostra curata da Mark Veldhuysen, CEO della M.C. Escher Company, e da Federico Giudiceandrea, attraverso opere come Ascesa e discesa, Belvedere, Cascata, Galleria di stampe e Relatività, analizza come Escher abbia cercato di forzare oltre ogni limite la rappresentazione di situazioni impossibili, ma concrete all’apparenza. Eppure, nonostante tutto, la fama gli giunse tardi, anzi solo negli ultimi anni di vita.
Maurits Cornelis Escher, Cascata, 1961, Litografia, 32 x 30 cm, Collezione privata, Italia | All M.C. Escher works © 2019 The M.C. Escher Company | All rights reserved www.mcescher.com
Allora per sbarcare il lunario si dedicava spesso a lavori su commissione, progetti modesti, come la realizzazione di semplici biglietti di auguri e di etichette decorate che venivano applicate sui libri per indicarne il proprietario.
Eseguì anche commesse pubbliche come la progettazione di banconote e francobolli. Nel 1967 eseguì un’incisione di ben sette metri intitolata Metamorfosi III destinata all’ufficio postale dell’Aia, nei Paesi Bassi: un’opera che oggi è considerata uno dei suoi capolavori. Patrocinata dal Comune di Firenze, dell’Ambasciata del Regno dei Paesi Bassi, la mostra è prodotta e organizzata da Arthemisia in collaborazione con la M. C. Escher Foundation, Maurits e In Your Event.
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• Escher
E infatti il tripudio di sfere riflettenti, geometrie impossibili e universi fantastici che avvolgono d’incanto il complesso monumentale progettato da Filippo Brunelleschi, sede del Museo degli Innocenti, è davvero un colpo d’occhio che produce meraviglia.
Dal 20 ottobre al 26 marzo l’artista olandese sarà a Firenze con circa 200 opere al centro di otto sezioni - una delle quali dedicata al viaggio in Italia e alla Toscana, dove tenne, nel 1923, la sua prima mostra personale - che proiettano i visitatori in quei suoi mondi immaginifici e impossibili che fondono scienza e natura, il magico e il matematico, il rigore analitico e la capacità contemplativa, e ancora arte, matematica, scienza, fisica, design.
Maurits Cornelis Escher, San Gimignano, 1923, Xilografia, 49.3 x 28.9 cm, Collezione Maurits, Bolzano All M.C. Escher works © 2022 The M.C. Escher Company. All rights reserved www.mcescher.com
Il primo approdo dell’artista in città era stato nel 1921, in occasione di una vacanza con i genitori durante la quale era rimasto a tal punto affascinato da ritornare in Toscana l’anno dopo in compagnia di alcuni amici. E fu dai luoghi toscani e dalla bellezza selvaggia dei paesaggi del centro e sud della penisola che Escher trovò ispirazione per le sue opere.
L’antologica pronta ad aprire i battenti domani a Firenze sfoglia i lavori più rappresentativi che lo hanno reso celebre in tutto il mondo raccontando il genio dell’artista olandese attraverso le opere più iconiche della sua produzione, da Mano con sfera riflettente (1935) a Vincolo d’unione (1956), da Metamorfosi II (1939) a Giorno e notte (1938).
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Maurits Cornelis Escher, Vincolo d’unione, 1956, Litografia, 33.9 x 25.3 cm, Collezione Maurits, Bolzano, All M.C. Escher works © 2022 The M.C. Escher Company. All rights reserved www.mcescher.com
Dai primi lavori ispirati all’Art Nouveau all’ “Eschermania” con l’influenza esercitata dall’artista sui pittori contemporanei e artisti digitali, il viaggio alla scoperta del genio prosegue in mostra con i viaggi in Italia che gli consentirono di ampliare i suoi orizzonti artistici.
In questo universo nel quale gli uccelli si tramutano gradualmente in pesci e una lucertola diventa la cella di un alveare figurano anche elementi antitetici ma complementari, come il giorno e la notte o il bene e il male, che, in una stessa composizione, intrecciano gli opposti. Il pubblico procede attraverso architetture e composizioni geometriche caratterizzate da aberrazioni prospettiche, costruzioni impossibili frutto un dialogo con matematici e cristallografi, illusioni ottiche, la rappresentazione dell’infinito.
Una sezione della mostra curata da Mark Veldhuysen, CEO della M.C. Escher Company, e da Federico Giudiceandrea, attraverso opere come Ascesa e discesa, Belvedere, Cascata, Galleria di stampe e Relatività, analizza come Escher abbia cercato di forzare oltre ogni limite la rappresentazione di situazioni impossibili, ma concrete all’apparenza. Eppure, nonostante tutto, la fama gli giunse tardi, anzi solo negli ultimi anni di vita.
Maurits Cornelis Escher, Cascata, 1961, Litografia, 32 x 30 cm, Collezione privata, Italia | All M.C. Escher works © 2019 The M.C. Escher Company | All rights reserved www.mcescher.com
Allora per sbarcare il lunario si dedicava spesso a lavori su commissione, progetti modesti, come la realizzazione di semplici biglietti di auguri e di etichette decorate che venivano applicate sui libri per indicarne il proprietario.
Eseguì anche commesse pubbliche come la progettazione di banconote e francobolli. Nel 1967 eseguì un’incisione di ben sette metri intitolata Metamorfosi III destinata all’ufficio postale dell’Aia, nei Paesi Bassi: un’opera che oggi è considerata uno dei suoi capolavori. Patrocinata dal Comune di Firenze, dell’Ambasciata del Regno dei Paesi Bassi, la mostra è prodotta e organizzata da Arthemisia in collaborazione con la M. C. Escher Foundation, Maurits e In Your Event.
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