Dal 24 gennaio con prenotazione obbligatoria
Aprono al pubblico i Sotterranei gotici della Certosa di San Martino
L.S.
20/01/2015
Napoli - Il 24 gennaio verrà riaperto al pubblico il percorso nei Sotterranei gotici della Certosa e Museo di San Martino di Napoli, realizzato dall’architetto e scultore senese Tino da Camaino, capomastro della Corte angioina, sul pendio della collina del Vomero accanto a Castel Sant'Elmo. I suggestivi ambienti delle fondamenta trecentesche del complesso commissionato da Carlo, duca di Calabria, figlio del sovrano Roberto d’Angiò, costituiscono una "cattedrale" di elegante ingegneria che nella successione di pilastri e volte ogivali ospita una collezione di centoquarantaquattro opere in marmo della Sezione di sculture epigrafi.
La raccolta formata attraverso acquisti, lasciti, donazioni, cessioni e depositi tra la fine dell’Ottocento e i primi decenni del Novecento è distribuita nei lunghi corridoi secondo un ordine cronologico (dal Medioevo al XVIII secolo) e nel rispetto dei contesti di provenienza e tra le sculture più importanti vanta il sarcofago di Beatrice del Balzo, ricavato da una vasca romana del II-III secolo d.C.; una lastra a rilievo raffigurante La Morte e Franceschino da Brignale (1361), singolare ex-voto allegorico costruito sul contrasto tra il senso di attaccamento alla vita e l’ineluttabilità della morte; e, tra le opere del Quattrocento, una splendida Madonna col Bambino di cultura raffaellesca.
La visita ai sotterranei culmina nell’imponente San Francesco d’Assisi (1785-1788 circa), capolavoro di Giuseppe
Sanmartino, e in un’Allegoria velata (forse una Modestia), che evoca le celebri sculture della Cappella Sansevero e fu scolpita presumibilmente dal suo allievo Angelo Viva.
L’inaugurazione ufficiale si terrà giovedì 22 alle 16.30 (ingresso su inviti), con la proiezione di un video realizzato da Arash Radpour, ma solo a partire dal 24 sarà possibile accedere con prenotazione obbligatoria ogni sabato e domenica alle 11:30.
Consulta anche:
Guida d'arte di Napoli
La raccolta formata attraverso acquisti, lasciti, donazioni, cessioni e depositi tra la fine dell’Ottocento e i primi decenni del Novecento è distribuita nei lunghi corridoi secondo un ordine cronologico (dal Medioevo al XVIII secolo) e nel rispetto dei contesti di provenienza e tra le sculture più importanti vanta il sarcofago di Beatrice del Balzo, ricavato da una vasca romana del II-III secolo d.C.; una lastra a rilievo raffigurante La Morte e Franceschino da Brignale (1361), singolare ex-voto allegorico costruito sul contrasto tra il senso di attaccamento alla vita e l’ineluttabilità della morte; e, tra le opere del Quattrocento, una splendida Madonna col Bambino di cultura raffaellesca.
La visita ai sotterranei culmina nell’imponente San Francesco d’Assisi (1785-1788 circa), capolavoro di Giuseppe
Sanmartino, e in un’Allegoria velata (forse una Modestia), che evoca le celebri sculture della Cappella Sansevero e fu scolpita presumibilmente dal suo allievo Angelo Viva.
L’inaugurazione ufficiale si terrà giovedì 22 alle 16.30 (ingresso su inviti), con la proiezione di un video realizzato da Arash Radpour, ma solo a partire dal 24 sarà possibile accedere con prenotazione obbligatoria ogni sabato e domenica alle 11:30.
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