Il mondo in bianco e nero - The world in black and white

© courtesy Herbert Goerge Ponting | National Geographic Society, Nave “Terra Nova” incagliata nel ghiaccio, 1911
Il mondo in bianco e nero - The world in black and white, Fondazione Culturale Hermann Geiger, Cecina (Livorno)
Dal 14 July 2012 al 16 September 2012
Cecina | Livorno
Luogo: Fondazione Culturale Hermann Geiger
Indirizzo: piazza Guerrazzi 32
Orari: tutti i giorni 18-23
Curatori: Alessandro Schiavetti
Enti promotori:
- Fondazione Geiger
- National Geographic Society
Costo del biglietto: ingresso gratuito
Telefono per informazioni: +39 0586 635011
Sito ufficiale: http://www.fondazionegeiger.org
La Fondazione Culturale Hermann Geiger inaugura sabato 14 luglio, alle ore 18, una mostra dal titolo “Il Mondo in Bianco e Nero – The World in Black and White”, presso la nuova sala espositiva in Piazza Guerrazzi 32, a Cecina (Li).
La mostra è organizzata e promossa dalla Fondazione Geiger in collaborazione con la National Geographic Society, una delle organizzazioni con scopi scientifici e didattici più grande al mondo, fondata a Washington D.C. nel 1888 con l’intento di “incrementare e diffondere la conoscenza geografica e promuovere la protezione della cultura dell’umanità, della storia e delle risorse naturali”.
Il National Geographic possiede una collezione di oltre 11 milioni di fotografie, delle quali meno del 2% è stato pubblicato. La società è conosciuta in tutto il mondo e svolge azione divulgativa attraverso periodici, programmi televisivi, film, libri e mostre: la rivista ufficiale della società, il National Geographic Magazine, è pubblicata in 32 lingue e conta più di 50 milioni di lettori, mentre il National Geographic Channel trasmette in 165 paesi.
La mostra, curata dal direttore artistico Alessandro Schiavetti, presenta al pubblico 55 fotografie in bianco e nero, provenienti dagli archivi della National Geographic Society, mai esposte prima d’ora in Italia.
Le foto in esposizione sono state scattate tra il 1880 e il 1950 circa, in diverse zone del mondo; i fotografi rappresentati sono diciassette e hanno tutti lavorato per il National Geographic.
Clifton R. Adams, J. Baylor Roberts, Edwin L. Wisherd e B. Anthony Stewart, attraverso i loro viaggi negli Stati Uniti, catturano alcuni momenti di vita di persone comuni tra gli anni Venti e Quaranta del Novecento; Ray V. Davis e Willis T. Lee sono tra i primi ad aver immortalato la bellezza delle Carlsbad Caverns, stupende grotte del New Mexico considerate patrimonio dell’Umanità; attraverso più di 2.000 fotografie A. B. Lewis, all’inizio del XX secolo, racconta il suo viaggio nelle isole della Melanesia e in Nuova Guinea, terra immortalata anche dal Capitano Frank Hurley; il dr. Joseph F. Rock, durante il suo soggiorno quasi trentennale in Cina e Tibet, documenta con numerose fotografie la vita dei buddisti di quelle terre; ritraggono invece tribù africane alcune foto di Volkmar K. Wentzel e di Vittorio Sella, famoso in realtà per aver scalato le Alpi e l’Himalaya; George Shiras III è invece il primo a scattare fotografie con il flash, in notturna, ad animali selvatici. I ritratti del Barone Wilhelm von Gloeden si distinguono per avere come soggetto soprattutto i giovani di Taormina, raffigurati principalmente in pose classiche. I viaggi di Maynard Owen Williams sono testimoniati dalle fotografie scattate a Parigi, ma anche in India; mentre Pierre Daye documenta il colonialismo nello stato del Congo Belga. Le fotografie di Alexander Graham Bell, il secondo presidente della National Geographic Society, ritraggono gli esperimenti di volo compiuti da lui e dai suoi assistenti all’inizio del Novecento. In Antartide, la “spedizione Terranova” del 1910/13, guidata dal comandante Robert Falcon Scott, è invece documentata attraverso le immagini scattate da Herbert G. Ponting.
Il percorso espositivo sarà inoltre arricchito dalla biografia dei vari fotografi e dalla presenza di alcune apparecchiature fotografiche storiche.
La mostra è organizzata e promossa dalla Fondazione Geiger in collaborazione con la National Geographic Society, una delle organizzazioni con scopi scientifici e didattici più grande al mondo, fondata a Washington D.C. nel 1888 con l’intento di “incrementare e diffondere la conoscenza geografica e promuovere la protezione della cultura dell’umanità, della storia e delle risorse naturali”.
Il National Geographic possiede una collezione di oltre 11 milioni di fotografie, delle quali meno del 2% è stato pubblicato. La società è conosciuta in tutto il mondo e svolge azione divulgativa attraverso periodici, programmi televisivi, film, libri e mostre: la rivista ufficiale della società, il National Geographic Magazine, è pubblicata in 32 lingue e conta più di 50 milioni di lettori, mentre il National Geographic Channel trasmette in 165 paesi.
La mostra, curata dal direttore artistico Alessandro Schiavetti, presenta al pubblico 55 fotografie in bianco e nero, provenienti dagli archivi della National Geographic Society, mai esposte prima d’ora in Italia.
Le foto in esposizione sono state scattate tra il 1880 e il 1950 circa, in diverse zone del mondo; i fotografi rappresentati sono diciassette e hanno tutti lavorato per il National Geographic.
Clifton R. Adams, J. Baylor Roberts, Edwin L. Wisherd e B. Anthony Stewart, attraverso i loro viaggi negli Stati Uniti, catturano alcuni momenti di vita di persone comuni tra gli anni Venti e Quaranta del Novecento; Ray V. Davis e Willis T. Lee sono tra i primi ad aver immortalato la bellezza delle Carlsbad Caverns, stupende grotte del New Mexico considerate patrimonio dell’Umanità; attraverso più di 2.000 fotografie A. B. Lewis, all’inizio del XX secolo, racconta il suo viaggio nelle isole della Melanesia e in Nuova Guinea, terra immortalata anche dal Capitano Frank Hurley; il dr. Joseph F. Rock, durante il suo soggiorno quasi trentennale in Cina e Tibet, documenta con numerose fotografie la vita dei buddisti di quelle terre; ritraggono invece tribù africane alcune foto di Volkmar K. Wentzel e di Vittorio Sella, famoso in realtà per aver scalato le Alpi e l’Himalaya; George Shiras III è invece il primo a scattare fotografie con il flash, in notturna, ad animali selvatici. I ritratti del Barone Wilhelm von Gloeden si distinguono per avere come soggetto soprattutto i giovani di Taormina, raffigurati principalmente in pose classiche. I viaggi di Maynard Owen Williams sono testimoniati dalle fotografie scattate a Parigi, ma anche in India; mentre Pierre Daye documenta il colonialismo nello stato del Congo Belga. Le fotografie di Alexander Graham Bell, il secondo presidente della National Geographic Society, ritraggono gli esperimenti di volo compiuti da lui e dai suoi assistenti all’inizio del Novecento. In Antartide, la “spedizione Terranova” del 1910/13, guidata dal comandante Robert Falcon Scott, è invece documentata attraverso le immagini scattate da Herbert G. Ponting.
Il percorso espositivo sarà inoltre arricchito dalla biografia dei vari fotografi e dalla presenza di alcune apparecchiature fotografiche storiche.
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