Romolo Belvedere. Un abbraccio intorno all'utopia

"Non so quando finira'!: la domanda che mi rivolgo costantemente e con grazia dimentico ogniqualvolta arrivo al MAAM con tutto l'occorrente per la costruzione di 'eu'. Tutto inizia a fine estate del 2014! Una carissima amica mi parla del MAAM che gia' conoscevo, ma in modo superficiale. Quel sabato di settembre incontrai Giorgio de Finis e rimasi stupito dalla sua tranquilla disponibilita' all'essere presente; lui c'era. La cosa mi piacque molto; ero preso da una serie di in-tensioni che gravitavano tutt'intorno: quel giorno conobbi Michela, Mauro, Andrea, Pasquale, Mustafa' e molti altri amici. Mi chiesi cosa e come poter 'manifestare' esser presente a quella attrazione. Gia' da tempo il mio modo di porre attenzione ai miei stati primari, come l'entusiasmo, l'eccitazione, la partecipazione mi portavano molto lontano (quasi un'astrazione dal reale); invece, li, volevo esserci; volevo costruire attraverso tanti piccoli mattoni la mia chiara lucida 'cattedrale' verso un luogo che mi accoglieva e proteggeva ogni volta, come puo' accoglierti e proteggerti un bosco, una radura, uno spazio libero. Trovai la certezza del mio lavoro dopo i primi consensi, che avvengono attraverso una vera e propria architettura dell'incontro, artisti', residenti e visitatori tutti vengono invitati da me a posare per un ritratto fotografico e contestualmente mi lasciano un loro di-segno, che realizzano con dei colori su carta Amatruda, (una antica cartiera di Amalfi), la traccia del nostro incontro viene a formare dei dittici delle dimensioni 30x30 montati con passepartout di cm 40x80. Mi accorsi subito che eu e il MAAM stavano costruendo un abbraccio intorno all'utopia". A cura di Giorgio de Finis.

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